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Chi sono i manager Usa che non rinunciano agli affari con la Cina

La Casa Bianca e il Partito comunista si fanno la guerra economica, ma i top manager americani volano in Cina in cerca di affari. Ecco cosa hanno detto Cook di Apple e Amon di Qualcomm (e non solo) al China Development Forum. Tutti i nomi

 

La competizione politica tra gli Stati Uniti e la Cina non ferma gli affari. Lo dicono i numeri da record del commercio bilaterale, che nel 2022 ha superato i 690 miliardi di dollari, e lo confermano i tanti dirigenti di aziende americane presenti al China Development Forum, la conferenza annuale organizzata dal governo cinese per promuovere i contatti tra la comunità imprenditoriale nazionale e quella straniera. Quest’ultima edizione, conclusasi lunedì, è stata particolarmente importante, perché ha simboleggiato il “ritorno agli affari” di Pechino dopo una lunghissima fase di chiusura.

PRESENTI APPLE E QUALCOMM, MA ANCHE JOHNSON & JOHNSON, BMW E NON SOLO

Come segnalato dal Wall Street Journal, al Forum hanno partecipato l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, e quello della società di semiconduttori Qualcomm, Cristiano Amon. Erano presenti anche i dirigenti dei gruppi farmaceutici Johnson & Johnson e Abbott Laboratories, della società di beni di consumo Procter & Gamble ma anche – uscendo dall’America – i rappresentanti di BMW e Mercedes-Benz (automobili), di Shell (energia), di Deloitte (consulenza) e di Rio Tinto (minerali).

COSA HA DETTO GEORGIEVA (FMI)

In totale, i manager stranieri al China Development Forum erano più di cinquanta. Anche alcuni enti internazionali hanno inviato dei funzionari di alto livello: per il Fondo monetario internazionale, ad esempio, c’era la direttrice operativa Kristalina Georgieva, che ha detto che ogni aumento di punto percentuale del PIL cinese darà uno stimolo dello 0,3 per cento alla crescita degli altri paesi asiatici.

TIM COOK APPLAUDE LA CINA

Durante l’evento, Tim Cook ha parlato di un rapporto “simbiotico” tra Apple e la Cina. Ha annunciato che la società porterà a 100 milioni di yuan (15 milioni di dollari) la spesa per un programma educativo nelle campagne cinesi e – stando ai resoconti dei media locali – ha lodato il progresso tecnologico della Repubblica popolare: “l’innovazione si sta sviluppando molto velocemente in Cina, e penso che accelererà ancora”, ha detto.

Nel corso della sua visita nel paese, Cook si è riunito con diversi esponenti del governo cinese, incluso il ministro del Commercio Wang Wentao.

I LEGAMI TRA APPLE E LA CINA

Tim Cook è stato l’artefice dell’espansione di Apple in Cina: è iniziata una decina di anni fa, e ora il paese vale all’incirca il 20 per cento delle vendite dell’azienda. Dal 2015 in poi, grazie soprattutto all’iPhone, Apple ha registrato in Cina ricavi per oltre 40 miliardi all’anno; nell’ultimo anno fiscale ha quasi raggiunto i 75 miliardi di dollari di vendite nel paese.

COSA HA FATTO AMON (QUALCOMM)

Nel suo intervento al China Development Forum, Cristiano Amon di Qualcomm ha parlato invece di 5G e ha dichiarato di voler sostenere i piani cinesi per accelerare lo sviluppo digitale: la connettività è però un settore molto sensibile, al centro della competizione geopolitica tra Washington e Pechino.

Come Cook, anche Amon si è poi riunito con il ministro Wang per discutere di commercio e dei piani di Qualcomm per la Cina.

LA PRESENZA DI SAMSUNG

The Register, giornale che dedica grande attenzione all’industria tecnologica, ha scritto che il presidente esecutivo di Samsung, Lee Jae-yong, ha partecipato al China Development Forum, e che si è trattato della sua prima visita in Cina dallo scoppio della pandemia di coronavirus, nel 2020. La società sudcoreana possiede diverse fabbriche in varie località nel paese, e Lee si è riunito con Chen Min’er, segretario del Partito comunista per la municipalità del Tientsin (o Tianjin), dove Samsung possiede uno stabilimento.

L’OBIETTIVO DELLA CINA

Secondo The Register, il China Development Forum ha consentito alla Cina di mettere pressione sui leader aziendali americani, in modo da indurli a fare pressione sul governo degli Stati Uniti affinché ammorbidisca le restrizioni commerciali verso Pechino.

– Leggi anche: Chip, tutti gli interessi di Biden e Cook (Apple) nelle fabbriche della taiwanese Tsmc

La Cina, inoltre, vorrebbe invertire il processo di (parziale) distacco manifatturiero dalla Cina e di ricollocamento della produzione in paesi come il Vietnam.

– Leggi anche: Tutti gli affari (vecchi e nuovi) della Germania con Cina e Vietnam

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