Durante una cerimonia tenutasi in Iowa, lunedì un gruppo di negoziatori cinesi di materie prime ha firmato accordi per l’acquisto di “diversi miliardi di dollari di prodotti agricoli” con aziende statunitensi, ha detto Xie Feng, ambasciatore della Repubblica popolare cinese negli Stati Uniti. I contratti firmati riguardano principalmente la soia, ma il Consiglio per l’esportazione degli Stati Uniti (USSEC) ha chiarito che gli accordi riguardano anche il mais, il sorgo e il grano.
LA TRADE WAR DI TRUMP SUI PRODOTTI AGRICOLI
Gli accordi, firmati durante questo forum Cina-Stati Uniti, sono stati i primi di questa portata dal 2017. Infatti, a quel tempo, Donald Trump aveva aumentato drasticamente le tariffe sulle esportazioni agricole verso la Cina, che aveva in parte reindirizzato le sue fonti di approvvigionamento verso il Brasile. Ma poiché gli Stati Uniti sono il secondo più grande produttore mondiale di soia dietro il Brasile, e la Cina il primo importatore, non tutti gli approvvigionati cinesi di soia avevano potuto essere reindirizzati verso il Brasile. Due terzi delle esportazioni brasiliane sono già orientate verso la Cina. La Cina concentra il 70% delle importazioni mondiali di soia.
LA CINA HA BISOGNO DI COMPRARE, GLI STATI UNITI DI ESPORTARE
Quest’anno, gli acquisti di cereali cinesi dagli Stati Uniti sono diminuiti rispetto al normale, poiché il Brasile ha avuto raccolti più abbondanti del previsto. Secondo i dati del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, fino al 19 ottobre, gli acquisti di soia da parte della Cina dall’ultimo raccolto americano erano in calo del 39% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli acquisti di mais erano diminuiti del 73% rispetto all’anno precedente.
Gli Stati Uniti hanno bisogno di esportare in Cina per limitare il loro deficit commerciale. Le esportazioni agricole rappresentano una parte significativa delle esportazioni statunitensi: contribuiscono al 5,4% del PIL statunitense. D’altra parte, la Cina ha bisogno di importare molti prodotti alimentari per soddisfare la domanda del suo mercato interno. In effetti, la Cina concentra il 20% della popolazione mondiale, ma ha solo il 10% delle superfici agricole mondiali. Compensa questo deficit di produzione agricola importando massicciamente prodotti agricoli e agroalimentari. Nel 2022, la Cina aveva importato per 236 miliardi di dollari di prodotti agricoli, di cui il 15,4% proveniva dagli Stati Uniti.
LETTERE DI INTENTI NON VINCOLANTI
Tuttavia, questi accordi sono stati firmati sotto forma di contratti quadro, in altre parole, sono lettere di intenti non vincolanti, che consentono di acquistare in seguito, senza condizioni di vendita formali. Quindi non è certo che i cinesi importeranno più cibo nel 2024 dagli Stati Uniti, poiché i raccolti del 2023 sono stati eccezionalmente buoni. Ma questo non sarà necessariamente il caso per gli anni successivi.
L’INTERDIPENDENZA È FORTE
Ora, al di là dell’iper-competitività tecnologica che si gioca tra Cina e Stati Uniti, principalmente rafforzata dallo sviluppo dei rispettivi arsenali legislativi e dalla volontà di unire i loro partner dietro di loro, l’interdipendenza tra i due paesi tende a crescere, in particolare sulla questione agricola.
Infatti, mentre l’amministrazione Trump imponeva sanzioni economiche alla Cina, il commercio ha continuato a crescere (+45% negli ultimi dieci anni per le esportazioni statunitensi verso la Cina, ad esempio). I settori ritenuti strategici e soggetti a restrizioni non sono sorprendentemente esclusi, come dimostra l’aumento di 2,1 miliardi di euro delle esportazioni statunitensi di semiconduttori verso la Cina nel 2021. Inoltre, la cooperazione sino-americana prende forma anche nella ricerca scientifica, poiché queste due nazioni sono quelle che collaborano di più al mondo in termini di articoli co-scritti e brevetti congiunti.
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