Riflettori puntati sulle banche all’indomani della fusione tra Credit Suisse e Ubs. Le Borse asiatiche hanno chiuso in ribasso e le europee, partite male, cercano il rimbalzo, mentre pero’ i titoli del comparto finanziario registrano cali pesanti. Intanto l’oro sale ai massimi da un anno e i prezzi di gas e petrolio scendono decisamente.
IL CONCERTO SISTEMICO PER CREDIT SUISSE
L’accordo per l’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs, raggiunto ieri sera, non ha eliminato le preoccupazione degli investitori, nonostante le rassicurazioni fornite dai banchieri centrali di Europa e Usa. Banca del Canada, Banca d’Inghilterra, Banca del Giappone, Bce, Federal Reserve e Banca nazionale svizzera hanno annunciato ieri un’azione coordinata per sostenere la liquidita’ del sistema finanziario globale; le banche centrali vogliono potenziare le linee di swap in dollari.
LA DICHIARAZIONE BCE
La Bce in una dichiarazione congiunta con il Meccanismo europeo di risoluzione bancaria (Srb) e l’Autorità bancaria europea, ha dichiarato che “il settore bancario europeo e’ resiliente, con forti livelli di capitale e di liquidita’”. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha affermato che la situazione in Europa e’ sotto controllo e che “le ripercussioni per il sistema bancario italiano sono sostanzialmente insignificanti”.
COME VANNO LE BORSE DOPO L’ACQUISTO DI CREDIT SUISSE DA PARTE DI UBS
Le Borse europee alle ore 15 di lunedì 20 marzo – proseguono il rimbalzo sulla scia di Wall Street, dove il Dow Jones sale dell’1,11% e lo S&P 500 dello 0,60%. I titoli bancari invertono la rotta con Usb che dopo un avvio in forte calo guadagna ora quasi il 6%. In audizione al Parlamento europeo, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito che il settore bancario dell’Eurozona è resiliente. “Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi del mercato – ha detto poi Lagarde – e siamo pronti a rispondere se necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro”. Questa la situazione delle borse alle ore 15: Londra sale dello 0,61%, Francoforte +1%, Parigi dell’1,24% e Madrid lo 0,81%. Milano guadagna l’1,25%.
L’ANDAMENTO DI PIAZZA AFFARI ALLE ORE 16,30 DEL 20 MARZO
La Borsa di Milano incrementa i guadagni e si presenta al rush finale con il Ftse Mib in rialzo dell’1,83% a 25.960 punti. A sostenere gli acquisti e’ il settore bancario. A rassicurare gli investitori sono state le parole della presidente della Bce, Christine Lagarde, che si e’ impegnata a preservare la stabilita’ finanziaria e a fornire liquidita’ al sistema creditizio in caso di necessita’. Banco Bpm balza del 6,20%, Intesa Sanpaolo del 4,42%, Banca Mediolanum del 4,12%, Fineco Bank del 3,92%, Unicredit del 3,01% e Bper del 2,59%. Positive anche le utility, con A2a che sale del 3,67%, Hera del 2,84% e Italgas del 2,41%. Tra i pochi titoli in calo, si segnala il tonfo del 3,69% segnato da Diasorin. Debole anche Iveco, che cede lo 0,66%
OPERAZIONE UBS PER CREDIT SUISSE
Ma come si è risolta al momento la partita del Credit Suisse? Ieri sera, dopo intense trattative, il più grande gruppo bancario svizzero Ubs ha accettato di acquistare Credit Suisse per una cifra irrisoria, con importanti garanzie da parte del governo di Berna: 3 miliardi di franchi svizzeri (3,02 miliardi di euro), pagabili in azioni Ubs, per una banca che valeva quasi tre volte tanto alla chiusura delle contrattazioni di venerdì.
IL VALORE DELLE AZIONI DI CREDIT SUISSE
Stamani le azioni di Credit Suisse sono scese al di sotto del prezzo dell’offerta di Ubs, crollando inizialmente di oltre il 62% prima di risalire al di sopra del prezzo dell’offerta. Le azioni di Ubs hanno perso fino al 15% del loro valore prima di riprendersi.
LA PERDITA PER GLI OBBLIGAZIONISTI
L’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs comporterà anche la perdita di 16 miliardi di franchi svizzeri per i detentori di obbligazioni subprime. Tanti gli interventi per calmare le acque e infondere fiducia: la Banca centrale europea insieme ad Eba e al Meccanismo europeo di risoluzione bancaria (Srb) ha ribadito anche oggi che il sistema bancario dell’eurozona e’ “resiliente, con solidi livelli di capitale e liquidita’”.
CHE COSA DICONO GLI ANALISTI
Secondo l’analista Andreas Venditti della canadese Rbc – l’operazione “cambia sostanzialmente la struttura degli investimenti di UBS e le questioni che al momento toccano il settore bancario globale non sono ancora chiuse”. Secondo la Banca cantonale di Zurigo (ZKB), “i potenziali vantaggi sembrano comunque superare gli svantaggi per UBS” ma questo però “solamente se si riuscirà a ricostruire la fiducia”, cosa che secondo gli esperti probabilmente avverrà.
IL REPORT JEFFERIES
Il vero valore dell’operazione è difficile da giudicare, secondo l’americana Jefferies, anche perché Credit SUISSE al momento registra forti perdite. A detta della banca d’investimenti Usa KBW, sul lungo termine l’affare sarà positivo, ma bisognerà aspettare un po’ prima che l’operazione smetta di fare troppo rumore. Per gli esperti di Capital Economics, l’esperienza con questo tipo di “matrimoni forzati” è piuttosto eterogenea: esistono esempi positivi, ma anche casi con esiti decisamente negativi.
LA QUESTIONE DELLE OBBLIGAZIONI AT1
Sullo sfondo, tuttavia, la vera questione è l’impatto sugli investitori dalla decisione del regolatore svizzero Finma di cancellare al 100% le obbligazioni AT1 di Credit SUISSE – che fanno parte della categoria ribattezzata CoCo bond – mentre il titolo registra forti perdite ma resta ancora ‘liquido’. In genere, ha scritto l’agenzia Adn Kronos, le obbligazioni AT1 dovrebbero essere al di sopra del patrimonio netto nella gerarchia del debito. Secondo Neil Wilson, capo analista dei mercati di Markets.com, questo “sfacciato” ribaltamento delle gerarchie delle perdite avrà conseguenze sulla fiducia dei mercati in questo tipo di strumenti. Anche per Charles-Henry Monchau, chief investment officer di Syz Bank, potrebbero esserci “ricadute” sui mercati del credito globali per questo “sviluppo interessante, dato che anche gli obbligazionisti non garantiti di solito si collocano al di sopra degli azionisti nella struttura del capitale”.
(articolo aggiornato alle ore 16,30 del 20 marzo)