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Intesa Sanpaolo

Russia, cosa faranno Intesa Sanpaolo, Unicredit, Generali e non solo?

Mentre molti grandi aziende internazionali sospendono o cancellano le attività in Russia, in Italia - oltre a Eni - domina l'attendismo. Ecco cosa dicono Intesa Sanpaolo, UniCredit, Generali e Sace

In Russia cosa faranno Intesa Sanpaolo, Unicredit, Generali e non solo?

E’ quello che si chiedono nei palazzi della finanza.

Infatti, dopo l’invasione dell’Ucraina e le pesanti sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, l’Unione europea e i loro alleati, molte grandi aziende internazionali – come Apple, Adidas, BP e Daimler, solo per citarne alcune – hanno annunciato la sospensione delle loro attività in Russia o addirittura l’uscita dal paese.

COSA HA FATTO ENI

In Italia, l’unica grande azienda ad aver (finora) preso questa decisione è stata Eni, che ha detto di voler vendere la sua quota nella joint venture con Gazprom sul gasdotto Blue Stream, che trasporta combustibile dalla Russia alla Turchia..

COSA DICE INTESA SANPAOLO

La banca Intesa Sanpaolo ha fatto sapere, si legge su La Stampa, di aver avviato delle “valutazioni strategiche” sulla sua presenza in Russia: una presenza importante, dato che il gruppo gestisce da solo oltre a metà delle relazioni commerciali tra la Russia e l’Italia.

Intesa Sanpaolo ha una controllata in Russia – Banca Intesa Russia presieduta da Antonio Fallico: vale circa il 3 per cento dei ricavi complessivi – e possiede nel paese ventotto filiali e asset per 1 miliardo di euro circa.

Intesa Sanpaolo, inoltre, è parte di una joint venture paritaria con la banca russa Gazprombank, la terza più grande del paese e non (ancora?) esclusa dal sistema SWIFT: la partnership riguarda il fondo di private equity Mir Capital.

LA POSIZIONE DI UNICREDIT…

Secondo uno studio di Credit Suisse, UniCredit è la banca italiana più esposta verso la Russia, nonché terza a livello europeo (dopo Raiffeisen Bank International e Société générale).

Come Intesa Sanpaolo, anche UniCredit sta valutando la sua presenza in Russia, ma sembrerebbe essere intenzionata a mantenerla.

UniCredit è presente nel paese dal 2005 e possiede due milioni di clienti retail e 30mila corporate. Nel 2021 l’utile della controllata russa del gruppo è stato di 180 milioni di euro, su un totale però di 3,9 miliardi. L’istituto aveva mostrato interesse per la banca russa Otkritie, che è stata nazionalizzata nel 2017 per via dell’eccesso di crediti deteriorati in suo possesso.

… E QUELLA DI ASSICURAZIONI GENERALI

Similmente, Assicurazioni Generali non ha annunciato l’uscita dalla Russia ma ha detto di stare monitorando “costantemente la situazione in rapida evoluzione e le relative implicazioni per i mercati finanziari”. Ha inoltre sottolineato la sua “esposizione limitata” al mercato russo, dove possiede una quota del 38,5 per cento di Ingosstrakh, una delle principali compagnie assicurative del paese. Secondo i calcoli del Sole 24 Ore, il valore della partecipazione è di circa 300 milioni.

Solo un anno fa, Generali stava valutando l’ingresso nella società assicurativa RESO-Garantia, con un’operazione stimata in 2 miliardi di euro. L’idea è poi stata abbandonata definitivamente – scrive il Sole 24 Ore – nel marzo 2021 per la contrarietà degli azionisti Francesco Gaetano Caltagirone e Romolo Bardin.

COSA FARANNO SACE E CDP

SACE, la società statale che si occupa di assicurazione delle imprese italiane nelle transazioni all’estero, sotto il controllo del ministero dell’Economia e delle finanze, possiede un portafoglio di attività in Russia dal valore di circa 3,2 miliardi di euro; l’agenzia Reuters scrive che la società ha assicurato progetti e investimenti collegati al paese per un valore di quasi 5 miliardi di euro.

Sempre Reuters, ieri, ha scritto che Cassa depositi e prestiti sta valutando la sospensione di un finanziamento da 500 milioni di euro (assicurato da SACE, e al quale ha partecipato Intesa Sanpaolo) per il progetto di gas liquegatto Arctic LNG 2, nell’Artico russo, sviluppato da Novatek.

Nel progetto è coinvolta Saipem come contrattista: ha ottenuto una commessa da 2,2 miliardi di euro per la costruzione di tre piattaforme a gravità in cemento, sulle quali verranno installati gli impianti di liquefazione del sito.

In un comunicato pubblicato lunedì, l’organizzazione non governativa ReCommon ha fornito alcuni dati sulla presenza di SACE in Russia. “Nel biennio 2018-2019″, scrive l’associazione, “SACE ha garantito 108 nuove operazioni in Russia, per un importo complessivo di circa 2,1 miliardi di euro […]. Anche nel 2020, caratterizzato dall’impatto della pandemia sulle relazioni commerciali tra Italia e Russia, 230 dei 237 milioni di euro di operazioni garantite hanno riguardato il settore degli idrocarburi”.

“Più di recente”, prosegue ReCommon, “SACE ha partecipato alla garanzia per il progetto Amur Gas Chemical Complex di Gazprom, principale società energetica russa controllata dallo Stato […]. L’operazione, conclusasi a dicembre 2021, ha visto SACE apporre una garanzia per una parte del prestito complessivo di 2,6 miliardi di dollari concesso da alcune banche commerciali”.

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