skip to Main Content

Fifa

Plusvalenze Juventus, così fan tutte? Numeri e polemiche

Juventus e solo. Che cosa succede sulle plusvalenze. Fatti, numeri e analisi (ad esempio gli economisti bocconiani Morra e Masciandaro scrivono che...)

 

Le plusvalenze inguaiano di nuovo il mondo del calcio. Di nuovo perché ciclicamente la questione delle plusvalenze a intorbidire l’ambiente calcistico nostrano. Ora, però, l’inchiesta della Procura di Torino sulle attività finanziarie della Juventus potrebbe allargarsi e toccare molti altri club di serie A.

Cosa sono le plusvalenze?

Le plusvalenze altro non sono che il guadagno che una società trae dalla cessione di un calciatore. Quando una squadra acquista un giocatore il suo valore d’acquisto viene messo a bilancio e distribuito per la durata del contratto, diluendo, così, il suo costo anche negli anni successivi a quello in cui viene acquistato. Il valore patrimoniale del calciatore diminuisce all’avvicinarsi della scadenza del contratto. Se una squadra riesce a vendere un calciatore a un prezzo superiore a quello in bilancio in quel momento ha realizzato una plusvalenza. Nel nostro campionato le plusvalenze rappresentano ancora una delle principali fonti di entrate per i club.

Le plusvalenze a specchio

Le plusvalenze diventano fraudolente se sono utilizzate per “sistemare” bilanci in difficoltà sovrastimando il reale valore dei giocatori ceduti. Le operazioni più sospette sono le “plusvalenze a specchio” nelle quali non si verificano movimenti finanziari. Due club si accordano per scambiarsi due giocatori gonfiando il loro valore di mercato per inserire nei bilanci due valori patrimoniali più alti di quelli che avevano precedentemente.  La Juventus, e le altre squadre di Serie A coinvolte nell’inchiesta della Procura di Torino, sono accusate di aver fatto proprio questo. Spesso questi movimenti illeciti riguardano calciatori delle giovanili, il cui prezzo sul mercato non è ancora noto.

Le squadre coinvolte dall’inchiesta

La Covisoc, Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, della FIGC, sta valutando operazioni che riguardano anche altre squadre di Serie A come Napoli, Genoa, Sampdoria ed Empoli. Con il Genoa la Juventus, dal 2018 al 2020, ha condotto operazioni per circa 123 milioni di euro, mentre l’Inter, dal 2018 ha concluso sei operazioni con il Genoa per 78 milioni di euro.

Plusvalenze: malattia della serie A

Secondo un’analisi di Sky Sport, nell’ultimo decennio la squadra che ha guadagnato di più dalle plusvalenze è stata la Juventus con 672,51 mln, seguita da Roma con 506,53 mln, Napoli, 436,54 mln, e Inter, 317,34 mln. In generale le maggiori sette società italiane hanno prodotto plusvalenze per un totale di 2,5 miliardi di euro nelle ultime 10 stagioni, cifra che sale a 3 miliardi se consideriamo tutte le altre squadre di Serie A. Non va meglio all’estero dove il Real Madrid negli ultimi 10 anni ha realizzato plusvalenze per 513.64 mln, il Barcellona per 522.42 mln e il Chelsea per 689.06 mln.

La denuncia dell’ex Capo della Procura Federale Giuseppe Pecoraro: “Il Tribunale mi respingeva sempre”

Giuseppe Pecoraro, ex Prefetto di Roma, è stato capo della Procura federale dal 2016 al 2019 ma si è dimesso per dissensi con i vertici Figc. Nel corso della sua dirigenza ha provato a contrastare la pratica delle plusvalenze fittizie. “Mi sono trovato in difficoltà, il Tribunale mi respingeva sempre – ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera -. Dicevano che non potevo essere io a stabilire il reale costo di un giocatore. Ci ho provato con Mancini, oggi difensore della Roma. All’epoca era al Perugia e la Fiorentina aveva diritto al 50% sulla rivendita. Ebbene, il Perugia lo ha ceduto all’Atalanta per 200 mila euro e nello stesso tempo le ha dato anche il portiere Santopadre, figlio del presidente, per un milione. Ma come poteva valere più lui di Mancini? In tanti anni si è arrivati solo alla condanna di Chievo e Cesena, perché lì c’erano le intercettazioni che inchiodavano i protagonisti”.

L’ultimo precedente: la penalizzazione del Chievo Verona

Nel 2018 mirino della Corte d’Appello federale finì il Chievo Verona. La squadra veneta fu condannata a tre punti di penalizzazione per “reiterata violazione ed elusione delle norme di prudenza e correttezza contabile” per via di scambi di giocatori sospetti con il Cesena poi retrocesso. La Procura federale aveva chiesto 15 punti di penalizzazione.

Il risvolti del fairplay finanziario

Nel 2011 fu varato il financial fair play, in nome della sostenibilità e al fine di arginare la deriva dell’indebitamento finanziario. I club sono così obbligati al pareggio di bilancio che li costringe a equilibrare costi e ricavi, salvo uno sforamento massimo cumulato di 30 milioni ogni tre anni. I contributi dell’azionista non sono considerati come ricavi. In prima battuta i risultati sono stati positivi, infatti è migliorato lo stato di salute economico-finanziario delle leghe calcistiche di Inghilterra, Spagna, Italia, Germania e Francia.

È tutta colpa del fair play finanziario?

Il fair play potrebbe aver scatenato anche un effetto collaterale indesiderato. La pressione nel raggiungere target economico-finanziari avrebbe messo le squadre nelle condizioni di ricorrere a politiche di bilancio illecite. E questo potrebbe essere il caso delle plusvalenze. I professori bocconiani Antonio Marra e Donato Masciandaro sul Sole24 Ore scrivono che, nei cinque maggiori campionati europei, dopo l’introduzione del fair play, il numero complessivo di trasferimenti per squadra è cresciuto del doppio per i club Uefa (i club che più spesso accedono alla Champions League) rispetto a quelli nazionali e i trasferimenti di giocatori del vivaio (che massimizzano le plusvalenze) registrano un +25% per i club Uefa, mentre restano stabili per i club nazionali. A questo va aggiunto che il profitto medio da trasferimento (la plusvalenza registrata), partendo da valori identici prima dell’introduzione della norma, cresce del 115% medio per i club Uefa, con un picco del +141% medio, nel caso di operazioni di scambi di giocatori (c.d. “a specchio”). Money talks si potrebbe dire in questo caso.

Back To Top