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Perché Pechino dichiara guerra alle società americane della difesa

A due giorni dalle sanzioni comminate alle americane General Atomics, General Dynamics e Boeing Defence, oggi la Cina ha dichiarato di aver adottato misure contro dodici aziende della difesa e i loro alti dirigenti, in risposta al riarmo statunitense di Taiwan e alle sanzioni contro le società cinesi.

La Cina colpisce ancora le società della difesa americane.

Pechino ha sanzionato dieci individui e dodici aziende statunitensi operanti nel settore della Difesa per la vendita di armi a Taiwan, oltre che per le restrizioni inflitte alle società cinesi accusate di sostenere lo sforzo bellico della Russia in Ucraina.

È quanto si legge in un comunicato del ministero degli Esteri cinese. Nella nota si precisa che le restrizioni entrano in vigore da oggi, 22 maggio. Tra le società colpite rientrano Raytheon Technologies, Lockheed Martin e General Dynamics, riporta Reuters. Le misure riguardano anche alcuni loro dirigenti, a cui sarà interdetto l’accesso in Cina e nelle regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao.

Il provvedimento arriva a due giorni dall’annuncio da parte del Ministero del Commercio cinese di sanzioni contro la già colpita General Dynamics Land Systems, General Atomics Aeronautical Systems e Boeing Defence, Space & Security, sempre a causa della vendita di armi a Taiwan.

Tutti i dettagli.

LE NUOVE SANZIONI ANNUNCIATE DALLA CINA NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DELLA DIFESA AMERICANE

Mercoledì la Cina ha dichiarato di aver adottato misure contro una dozzina di società coinvolte nel complesso militare-industriale statunitense e i loro alti dirigenti. Le misure includono il congelamento dei beni in Cina e il divieto di ingresso nel Paese per i dirigenti senior delle aziende coinvolte.

LA POSIZIONE DI PECHINO

“L’azione fa seguito all’imposizione indiscriminata di sanzioni unilaterali illegali da parte degli Stati Uniti a un certo numero di entità cinesi sulla base dei cosiddetti fattori legati alla Russia”, ha affermato il ministero degli Esteri in una nota. La Cina ha affermato che gli Stati Uniti hanno “ignorato la loro posizione obiettiva e imparziale nella crisi ucraina” e si sono invece “impegnati in bullismo unilaterale e coercizione economica”.
Inoltre, il ministero ha dichiarato che gli Usa hanno anche continuato a vendere armi a Taiwan, il che “viola gravemente” il principio della Cina unica e i comunicati congiunti tra i due paesi, e “mina seriamente” la sovranità e l’integrità territoriale della Cina.

DUE VOLTE IN UNA SETTIMANA

Come già detto, non è la prima volta che Pechino ricorre al meccanismo delle sanzioni per colpire le aziende della difesa degli Stati Uniti, “colpevoli” di aver intrattenuto affarti con Taiwan.

A inizio settimana il Ministero del Commercio cinese ha inserito l’unità Difesa, Spazio e Sicurezza della Boeing, General Atomics Aeronautical Systems e General Dynamics Land Systems in quella che è definita una lista di “entità inaffidabili”, vietando loro ulteriori investimenti nel paese. Inoltre, ai dirigenti senior di tutte e tre le società è vietato entrare in Cina, mentre i loro permessi di lavoro saranno revocati, così come il loro status di visitatore e di residenza, e le relative domande che presenteranno non saranno approvate, si legge nell’annuncio del ministero, secondo Xinhua news.

UNA PRASSI CONSOLIDATA

Già lo scorso autunno Pechino aveva deciso di sanzionare Lockheed Martin e Northrop Grumman, per il loro ruolo nella vendita di armi a Taiwan. Inoltre, anche nel febbraio 2022 il governo cinese aveva imposto sanzioni contro Lockheed Martin e Raytheon sempre perché coinvolti nelle vendite di armi a Taiwan.

Senza dimenticare che nel settembre 2022 aveva ha annunciato sanzioni contro Ted Colbert, presidente e amministratore delegato di Boeing Defence, Space and Security, dopo che la società si era aggiudicata un contratto da 355 milioni di dollari per la fornitura di missili Harpoon a Taiwan.

IL CONTESTO GEOPOLITICO

Queste mosse puntano a isolare l’isola rivendicata da Pechino come parte “inalienabile” del suo territorio. Taiwan ha dovuto affrontare crescenti pressioni militari da parte dell’Esercito popolare di liberazione cinese, che fa volare regolarmente aerei da combattimento e navi da guerra vicino all’isola.

L’annuncio è arrivato mentre Lai Ching-te ha prestato giuramento come presidente dell’isola democratica, bollato da Pechino come un “pericoloso separatista” che porterà “guerra e declino” nell’isola.

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