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Rustichelli

Perché l’Antitrust manda una raccomandata con la sanzione massima a Poste

Tutti i dettagli sui motivi per cui il Garante del mercato ha sanzionato per 5 milioni di euro il gruppo Poste Italiane a causa del servizio delle raccomandate

“Si tratta dell’importo massimo consentito dalla legge, ma non risulta deterrente in rapporto al fatturato specifico di Poste Italiane nel 2019 pari a 3,492 miliardi di euro. Per l’Autorità il comportamento di Poste provoca danni non solo ai consumatori, ma anche al sistema giustizia del Paese”.

E’ il pesantissimo j’accuse che il Garante del mercato e della concorrenza lancia contro Poste Italiane alla fine del provvedimento con cui l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli ha sanzionato il gruppo Poste Italiane per 5 milioni di euro.

Ecco tutti i dettagli.

LA SANZIONE A POSTE ITALIANE

L’Antitrust ha irrogato a Poste Italiane una sanzione di 5 milioni di euro, il massimo consentito dalla legge, per aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate, mette nero su bianco il Garante.

CHE COSA HA SCOPERTO L’ANTITRUST

In particolare, l’Autorità ha accertato che il “tentativo di recapito delle raccomandate non viene sempre esperito con la tempistica e la certezza enfatizzate nei messaggi pubblicitari, venendo, peraltro, frequentemente effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge”, ha scritto il Garante.

LE MODALITA’ DI POSTE CONTESTATE DAL GARANTE

Infatti, “Poste Italiane talvolta utilizza per comodità il deposito dell’avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario”, secondo le risultanze dell’Authority.

I RECLAMI DEI CONSUMATORI

“Al riguardo, numerosissimi risultano essere i reclami dei consumatori che hanno segnalato il mancato tentativo di consegna delle raccomandate, anche quando avevano la certezza di essere stati presenti nella propria abitazione (si pensi ad esempio alle persone costrette a casa in quanto portatrici di handicap o per l’emergenza sanitaria durante il lockdown)”, si legge nel provvedimento dell’Antitrust.

GLI EFFETTI DELLE MANCHEVOLEZZE DI POSTE

Secondo il Garante, “la conseguenza di detti comportamenti, in relazione ai quali Poste Italiane non ha adottato le dovute misure di controllo e correttive, provoca un inammissibile onere a carico dei consumatori costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate”.

LE OMISSIONI SULLE PUBBLICITA’

Non solo: l’Autorità ha accertato la sussistenza di omissioni informative anche nei messaggi pubblicitari di promozione del servizio di ritiro digitale delle raccomandate: “Non viene chiarito che tale servizio è utilizzabile per i soli invii originati digitalmente”, scrive l’Agcm.

DOSSIER GIUSTIZIA

Il Garante trae anche una considerazione sistemica: “Le condotte descritte provocano, inoltre, gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati”.

LA CONCLUSIONE DEL GARANTE

Conclusione: “Data l’estrema gravità e frequenza della pratica ed i notevolissimi danni arrecati ai consumatori, la sanzione è stata irrogata nella misura massima. Tuttavia, la medesima non risulta deterrente in rapporto al fatturato specifico generato da Poste Italiane nel solo anno 2019 pari a 3,492 miliardi di euro. Al riguardo, non è stata ancora recepita nell’ordinamento nazionale la Direttiva Europea 2019/2161 che fissa il massimo edittale della sanzione irrogabile al 4% del fatturato annuo”.

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