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Antitrust Multe Tim

Perché l’Antitrust lima le multe a Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, l'Antitrust ha rimodulato le multe a Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb per la questione della fatturazione a 28 giorni. Per le quattro compagnie sanzioni ridotte a 202 milioni di euro complessivi dai 228 milioni di euro determinati nel 2020 per intese e abuso di posizione dominante

Multe ridotte da 228 milioni a 202 milioni di euro per le compagnie telefoniche sulla questione della fatturazione a 28 giorni.

L’Antitrust ha rimodulato le sanzioni a Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb comminate per intesa anticoncorrenziale relativa al repricing effettuato nel ritorno alla fatturazione mensile, dopo la sentenza del Consiglio di Stato.

È quanto emerge dal bollettino settimanale dell’Agcm. La nuova sanzione arriva a conclusione del procedimento relativo alla “fatturazione mensile con rimodulazione tariffaria”, con il quale l’Autorità ha accertato che Fastweb, Tim, Vodafone e WindTre “hanno posto in essere un’intesa restrittiva segreta, unica, complessa e continuata della concorrenza”.

Lo scopo, prosegue l’authority era “mantenere il livello dei prezzi esistente e a ostacolare la mobilità delle rispettive basi clienti – riporta il bollettino dell’Agcm – impedendo il corretto svolgersi delle dinamiche concorrenziali tra operatori nei mercati dei servizi di telefonia fissa e dei servizi di telefonia mobile”.

Complessi i fatti giunti al vaglio dei giudici e ricostruiti nelle sentenze. L’inizio è nel 2015, quando Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb modificarono il periodo di rinnovo e di fatturazione delle offerte ricaricabili per la telefonia mobile portandolo da una cadenza mensile a una quadrisettimanale.

Dopo un lungo iter giudiziario, quest’estate il Consiglio di Stato ha accertato l’infrazione rilevata dall’Autorità, ma, in parziale accoglimento dei ricorsi delle compagnie, ha annullato il provvedimento limitatamente alla sanzione irrogata.

Dunque le multe risultano così determinate: per Fastweb  a 12.690.375 euro, per Tim a 100.670.526 euro, per Vodafone a 52.773.909,10 euro e per WindTre a 36.375.500 euro

Tutti i dettagli.

COSA AVEVA STABILITO L’ANTITRUST NEL 2020

Secondo quanto accertato dall’Antitrust, le quattro compagnie telefoniche avevano “coordinato le proprie strategie commerciali relative al passaggio dalla fatturazione quadrisettimanale (28 giorni) a quella mensile, con il mantenimento dell’aumento percentuale dell’8,6%”, spiegava l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli nel 2020.

Gli effetti dell’intesa a quattro, o “del cartello”, come definito l’Antitrust, però, non sono stati interamente applicati, grazie all’intervento tempestivo dell’Autorità, che ha imposto, sin dall’inizio del procedimento nel marzo 2018, delle misure cautelari che hanno bloccato gli aumenti delle tariffe.

IL RUOLO DELL’AGCOM

L’Agcom intervenne con la delibera 121/17/CONS del 15 marzo 2017, stabilendo che l’unità temporale per la cadenza di rinnovo e per la fatturazione dei contratti di rete fissa dovesse essere il mese e che, per la telefonia mobile, non potesse essere inferiore ai 28 giorni.

COSA AVEVANO DECISO FASTWEB, TIM, VODAFONE E WINDTRE A PROPOSITO DELLE MULTE ANTITRUST

Tuttavia, gli operatori non si adeguarono alle prescrizioni e si rivolsero al Tar.

Il mancato adeguamento alla modalità di fatturazione mensile portò però all’avvio di procedimenti sanzionatori, e successivamente l’Autorità avviò un procedimento istruttorio per accertare la sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza. Fu adottato un provvedimento cautelare per intimare a Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb di sospendere, nelle more del procedimento, l’attuazione dell’intesa.

LE SANZIONI PECUNIARIE INFLITTE DALL’ANTITRUST

Inoltre, la conferma della misura cautelare provvisoria fu seguita dal provvedimento sanzionatorio adottato nel gennaio 2020 dall’Antitrust: 14.756.250 euro a Fastweb; 114.398.325 euro a Telecom; 59.970.351 euro a Vodafone e 38.973.750 euro a Wind) contestato davanti al Tar.

L’INTER GIUDIZIARIO TRA TAR…

Nel luglio 2021 il Tar ha annullato la multa complessiva da 228 milioni di euro a Fastweb, Tim, Vodafone e WindTre per fatturazione a 28 giorni. Con quattro sentenze il Tar del Lazio aveva accolto i ricorsi proposti dalle compagnie telefoniche per contestare il provvedimento con il quale l’11 aprile 2018 l’Autorità confermò le misure cautelari provvisorie adottate il mese prima, fino ad arrivare al provvedimento del 28 gennaio 2020 con il quale fu accertata l’intesa restrittiva e inflitte le sanzioni.

… E CONSIGLIO DI STATO

Dopodiché, il 25 luglio 2023, con la sentenza n. 7270, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell’Agcm. In riforma della sentenza del Tar Lazio del 12 luglio 2021, n. 8236, il Consiglio di Stato ha confermato l’accertamento dell’infrazione condotto nel Provvedimento, in particolare, con riferimento alla natura di intesa per oggetto e alla gravità dell’infrazione, mentre, in parziale accoglimento del ricorso delle compagnie telefoniche, ha fissato i parametri per la rideterminazione della sanzione da irrogare alle ricorrenti.

LE MULTE RIDEFINITE DALL’ANTITRUST A FASTWEB, TIM, VODAFONE E WINDTRE

Pertanto, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, con provvedimenti separati, firmati dal presidente Roberto Rustichelli, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha ridotto la multa nei confronti di Fastweb da 14,75 a 12,69 milioni; per Tim da 114,39 a 100,67 milioni; per Vodafone da 59,97 a 52,77 milioni e, infine, per Windtre da 38,97 a 36,37 milioni.

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