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Perché Fastweb cede la quota in FiberCop a Kkr?

Fastweb, controllata da Swisscom, sta vendendo la sua quota in FiberCop, la joint venture creata con Tim e Kkr nel 2021, per 438,7 milioni di euro. Una decisione in contraddizione con quello che i vertici di Fastweb dicevano meno di 4 anni fa

A tre anni dalla sua nascita, Fastweb esce dalla società della rete creata con Tim: l’operatore tlc cederà la sua quota in FiberCop.

La società controllata da Swisscom in Italia e guidata da Walter Renna (nella foto) ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Optics Bidco, società controllata di Kkr, per la vendita della sua quota in FiberCop.

Nello specifico, Kkr acquisirà tutte le azioni detenute da Fastweb in FiberCop, pari a una quota del 4,5%, per un corrispettivo in cash di 438,7 milioni di euro, un valore in linea con il prezzo pro rata pagato dal fondo americano a Tim per la sua quota.

“La transazione rimane soggetta al completamento della transazione relativa a NetCo condotta da Kkr il cui closing è atteso nel terzo trimestre 2024”, specifica la nota di Fastweb. La scorsa settimana è arrivata l’approvazione dell’Antitrust Ue per la vendita da 22 miliardi di euro della rete Tim (NetCo) a Kkr, asse portante della strategia dell’ad Labriola per ridurre il debito di 14 miliardi di euro dell’operatore tlc.

Per gli analisti di Intermonte l’operazione è una sorpresa positiva in grado di “rafforzare il posizionamento di NetCo come operatore wholesale-only”.

Tutti i dettagli.

L’USCITA DI FASTWEB DA FIBERCOP

“FiberCop rappresenta un passaggio epocale” grazie a cui siamo in “una situazione ideale”: commentava così nel 2020 Fastweb, in audizione alla Camera dei Deputati, la nascita della joint venture partecipata al 58% da Tim, al 37,5% da Kkr e al 4,5% proprio da Fastweb con la benedizione e la spinta di Cassa Depositi e Prestiti per accelerare lo sviluppo delle infrastrutture in fibra ottica in Italia.

“Un passaggio epocale: per la prima volta una parte importantissima della rete in rame e fibra di TIM non sarà più controllata da TIM ma trasferita sotto il controllo di una joint venture separata. Questo porta evidenti vantaggi rispetto alla situazione precedente in cui la rete in rame e in fibra dell’ex incumbent era un asset della società”, diceva il vertice di Fastweb.

Ma a distanza di meno di 4 anni, Fastweb ha deciso di uscire dalla società della rete secondaria (il tratto che dagli armadi su strada arriva fino alle case) di Tim.

“Il piano industriale prevedeva di collegare entro il 2020 circa 3 milioni di unità abitative nelle principali 29 città italiane con tecnologia Ftth”, ricorda oggi Il Sole 24 Ore.

LE RICADUTE DELL’OPERAZIONE

Tuttavia, l’operatore tlc ci tiene a precisare che la transazione non ha alcun effetto sull’accordo wholesale in essere tra Fastweb e FiberFCop. “Fastweb rimane fortemente impegnata nella sua missione di guidare l’innovazione e lo sviluppo della connettività nel Paese attraverso investimenti in infrastrutture chiave di telecomunicazione”, specifica la società nella nota.

“Un punto importante per la società guidata dal ceo, Walter Renna, e che aveva portato anche a qualche tensione prima dell’accordo tra le parti e il conseguente via libera della DgComp dell’Ue all’affare”, sottolinea MF.

Pertanto, l’azienda “continuerà quindi a effettuare importanti investimenti per aumentare la copertura della propria rete in fibra proprietaria e controllata end-to-end e continuerà a essere un fornitore chiave di servizi all’ingrosso a terzi, garantendo la disponibilità di offerte solide e competitive sul mercato”.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI DI INTERMONTE

“La valutazione è pro quota in linea con quella complessivamente riconosciuta da Kkr a Tim per l’acquisizione di NetCo – spiegano gli analisti di Intermonte ripresi da CorCom – Riteniamo che questa mossa possa rafforzare il posizionamento di NetCo come operatore wholesale-only, senza più collegamenti azionari con operatore telefonici, e favorire una concorrenza ad armi pari tra gli operatori retail (a beneficio quindi anche della ServCo di Tim)”.

“La vendita elimina infatti l’ultimo elemento di concentrazione verticale tra NetCo (come fornitore di rete) e Fastweb (come reseller), ma anche di concentrazione orizzontale tra NetCo e Fastweb, entrambi operatori di rete e concorrenti nel mercato wholesale – concludono – Non escludiamo che Swisscom abbia preferito monetizzare la quota e incassare proventi, in vista dell’esborso da Eu8bn per l’acquisizione di Vodafone Italia (closing deal previsto entro il 1Q25)”.

IN VISTA DELL’ACQUISIZIONE DI VODAFONE ITALIA

Come sottolineano gli analisti di Intermonte, c’è da considerare la mossa del colosso elvetico delle tlc Swisscom che lo scorso marzo ha stipulato accordi vincolanti con il gruppo Vodafone per l’acquisizione del 100% di Vodafone Italia per 8 miliardi su base cash and debt free con l’obiettivo di integrarla poi con Fastweb. Il closing dell’operazione, soggetta alle approvazioni normative e ad altre approvazioni consuete, è previsto nel primo trimestre del 2025. Vodafone Italia e Fastweb sono rispettivamente il secondo e il quarto operatore più grande del Paese, con un fatturato combinato di circa 7 miliardi di euro all’anno, come rilevato da Bloomberg. L’accordo darà vita al secondo operatore italiano fisso dietro Tim, quest’ultima impegnata nella cessione della rete fissa al fondo americano Kkr.

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