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Perché Fastweb amoreggia con Tim e Kkr per FiberCop

Cosa ha detto Fastweb in audizione alla Camera su FiberCop

“FiberCop rappresenta un passaggio epocale” grazie a cui siamo in “una situazione ideale”. Così Fastweb, in audizione alla Camera dei Deputati parla della joint venture costituita lo scorso Agosto tra Tim, Fastweb e Kkr con la benedizione e la spinta di Cassa Depositi e Prestiti e del Governo Conte, che spera in una Rete Unica che comprenda anche gli asset di Open Fiber.

Per Fastweb il progetto contribuirà ad una veloce digitalizzazione del Paese, a favore di aziende e cittadini.

Andiamo per gradi.

FLASH-FIBER

Partiamo dai fatti. E dalla storia. Fastweb, tra le prime società a puntare nella realizzazione di una rete internet in fibra, nel 2016 ha deciso di accelerare il progetto di cablaggio del Paese alleandosi con Tim nella joint venture FlashFiber.

Il progetto, spiega la società guidata da Alberto Calcagno, “ha consentito di realizzare in poco più di 3 anni infrastrutture FTTH per circa 3 milioni di abitazioni in 29 città”, ha affermato Fastweb in audizione alla Camera nell’ambito dell’esame congiunto, in sede di atti dell’Unione europea, del Libro Bianco sull’intelligenza artificiale.

FIBERCOP: FASTWEB E TIM RILANCIANO

Le due aziende ora rilanciano. Ed insieme investono in FiberCop. La joint venture che vede tra i soci anche Kkr ha l’obiettivo di portare la fibra nel 76% delle aree nere e grigie del paese entro il 2025.

Si tratta, spiega Fastweb, di un progetto “in linea con il principio del “coinvestimento aperto” stabilito dal nuovo codice delle comunicazioni europeo: vuol dire che tutti gli operatori, più o meno grandi, possono parteciparvi attraverso un approccio societario come ha fatto Fastweb entrando nel capitale”. Tiscali, per esempio, farà a breve il suo ingresso.

FIBERCOP: PASSAGGIO EPOCALE

La nascita di FiberCop, posseduta da Tim (58%), Kkr Infrastructure (37,5) e Fastweb (4,5%) rappresenta, per l’azienda di Alberto Calcagno, “un passaggio epocale: per la prima volta una parte importantissima della rete in rame e fibra di TIM non sarà più controllata da TIM ma trasferita sotto il controllo di una joint venture separata. Questo porta evidenti vantaggi rispetto alla situazione precedente in cui la rete in rame e in fibra dell’ex incumbent era un asset della società”, sostiene Fastweb in audizione alla Camera.

“FiberCop è una società che opererà solo a livello wholesale con la mission di vendere a tutti i soggetti sul mercato – in modo assolutamente paritario e non discriminatorio – le connessioni FTTH che poi i vari operatori offriranno ai propri clienti. Le implicazioni in termini di maggiore trasparenza del processo per noi sono rilevantissime”.

FASTWEB FIDUCIOSA

Fastweb è decisamente positiva sul futuro della nuova joint venture, che in questi giorni ha iniziato a muovere i primi passi: “nel veicolo di investimento è stata conferita la rete in rame e in fibra già esistente, i soci del progetto non dovranno affrontare altri esborsi di capitali perché saranno i ricavi dalla vendita di servizi wholesale a generare risorse per gli investimenti”.

Anche la partecipazione del fondo Kkr (la settimana scorsa l’esecutivo ha dato il via libera con prescrizioni all’ingresso del fondo americano Kkr in FiberCop al fianco di Tim e Fastweb, come come previsto dalle regole sul golden power) è un valore aggiunto: “la presenza del fondo infrastrutturale Kkr, non solo non rappresenta un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi – ovvero la realizzazione rapida della rete FTTH – ma la garantisce”, sostiene l’azienda guidata da Calcagno.

UNA SITUAZIONE IDEALE

Si spinge oltre Fastweb: “Siamo dunque in una situazione ideale: quella in cui l’interesse legittimo di investitori privati come TIM, Fastweb e KKR è perfettamente allineato con l’interesse pubblico: tutti vinciamo se portiamo a termine l’obiettivo che ci siamo dati, ovvero la realizzazione della rete in fibra”.

UNA RETE UNICA?

Che queste rete sia unica?

FiberCop dovrebbe essere solo un passo verso la nascita di AccessCo, ovvero di una rete unica in cui far confluire anche gli asset di Open Fiber. Dal Governo e Da Cdp è già arrivata la benedizione al progetto (Giuseppe Conte spinge per una rete unica), ma manca ancora l’ok di Enel, che detiene il 50% di Open Fiber.

Ok, però, che dalle stilettate tra Gubitosi, ad di Tim, e Starace, ad di Enel, per ora potrebbe tardare ad arrivare.

FASTWEB: ECCO COME SPENDERE LE RISORSE DEL NEXT GENERATION

In attesa di risposte, Fastweb spinge il Governo ad un utilizzo delle risorse del Next Generation EU “coordinato con il quadro complessivo delle iniziative in atto”.

Il denaro dovrebbe “a) incentivare gli investimenti delle aziende in formazione ICT sostenendo la creazione di percorsi di formazione dedicati in particolare agli addetti delle PMI e al personale delle PA, con un focus particolare sul personale scolastico; b) aggiornare i percorsi scolastici per valorizzare in modo particolare la creazione di skill digitali e ridurre per le nuove generazioni il gap fra le qualifiche richieste e quelle disponibili (skills mismatch)”, sostiene Fastweb.

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