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Blackrock

Non solo Esg: perché Bluebell vuole cacciare Fink dal colosso BlackRock

Il piccolo fondo attivista Bluebell accusa il colosso BlackRock di ipocrisia sugli Esg e chiede la rimozione dello storico amministratore delegato Larry Fink. Tutti i dettagli

 

Il piccolo fondo attivista Bluebell Capital Partners ha chiesto a BlackRock – la più grande società di investimento al mondo, con sede a New York – di rimuovere l’amministratore delegato Larry Fink, accusandolo di essere ancora troppo concentrato sui combustibili fossili nonostante la tendenza globale alla decarbonizzazione.

COSA FA BLUEBELL CAPITAL PARTNERS

Bluebell Capital Partners è un fondo con sede a Londra, focalizzato sul mercato europeo e sugli ESG, quei fattori di sostenibilità che valutano l’impatto ambientale (environmental), sociale (social) e gestionale (governance) di un investimento. È stato fondato nel 2019 da due italiani, Giuseppe Bivona e Marco Taricco, entrambi con alle spalle una lunga carriera in grosse banche d’investimento come Goldman Sachs e Morgan Stanley.

Nonostante le dimensioni, Bluebell ha condotto battaglie contro società di grandi dimensioni come il gruppo finanziario svizzero Richemont (puntava far entrare Francesco Trapani nel consiglio di amministrazione) o quello francese delle telecomunicazioni Vivendi (per ottenere migliori dividendi dallo scorporo di Universal Music Group).

Bluebell è azionista di BlackRock con una quota minima, dello 0,01 per cento.

LE CRITICHE (CONTRARIE) DI BLACKROCK NEGLI STATI UNITI

Negli Stati Uniti BlackRock sta ricevendo sì molte critiche, ma di natura contraria: i politici repubblicani (soprattutto) accusano cioè la società di portare avanti una politica di investimento focalizzata più sui principi di sostenibilità che sui ritorni economici effettivi.

Secondo Bluebell, invece, l’attenzione di Fink ai fattori ESG non trova riscontro nella pratica, perché BlackRock continua a investire in asset legati ai combustibili fossili – è azionista delle principali aziende americane che esportano gas liquefatto, per esempio -, incluso il carbone, il più inquinante di tutti.

La settimana scorsa lo stato della Florida ha annunciato il ritiro di circa 2 miliardi di dollari dai fondi di BlackRock per protesta contro le sue politiche ESG. A ottobre la Louisiana aveva ritirato quasi 800 milioni. E a fine agosto il revisore dei conti pubblici del Texas aveva accusato BlackRock di portare avanti un boicottaggio delle compagnie energetiche, vietando ad agenzie e amministrazioni locali texane di stipularvi contratti.

COSA DICE LA LETTERA DI BLUEBELL

In una lunga lettera, di una quindicina di pagine, inviata il 10 novembre al consiglio di amministrazione di BlackRock, Bluebell dice di essere, in quanto azionista, “sempre più preoccupata per il rischio reputazionale (compreso il rischio di greenwashing) a cui avete irragionevolmente esposto la società, alimentando potenzialmente un divario tra il ‘dire’ e il ‘fare’ sugli investimenti ESG”.

Il fondo accusa BlackRock – tra le altre cose – di non aver fatto pressioni sull’azienda chimica belga Solvay in merito allo sversamento nel Mediterraneo degli scarti dello stabilimento di Rosignano e di non aver appoggiato l’iniziativa per la rimozione di Alessandro Profumo da amministratore delegato di Leonardo a seguito della condanna per falso in bilancio.

Bluebell ha chiesto al board di BlackRock di effettuare una revisione strategica della politica della società sugli ESG per risolvere ed eliminare le contraddizioni. Il fondo vuole inoltre che Larry Fink venga rimosso dalla carica di amministratore delegato, mentre potrebbe mantenere quella di presidente.

LA RISPOSTA DI BLACKROCK

In un comunicato, BlackRock ha fatto sapere che, negli ultimi 18 mesi, Bluebell ha realizzato una serie di campagne attiviste per promuovere il proprio programma per il clima e la governance. La società newyorkese ha specificato di non averle sostenute “perché non le abbiamo ritenute nell’interesse economico dei nostri clienti”.

Fink ha settant’anni e ha co-fondato BlackRock nel 1998, mantenendone da allora la carica di amministratore delegato. Dal 2000 a oggi le azioni della società hanno registrato mediamente guadagni annui del 22 per cento, molto superiori alla media del +7,5 per cento dell’indice S&P 500, che traccia l’andamento delle cinquecento aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione.

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