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Moderna Cina

Moderna snobba l’Italia?

Moderna annuncia investimenti in Asia ed Europa ma non in Italia. Siamo stati tagliati fuori o abbiamo scelto di perdere il treno? Fatti e approfondimenti

 

Dopo il recente annuncio di voler espandere la propria attività commerciale in Asia, la biotech statunitense Moderna ha reso nota l’intenzione di allargarsi anche nel Vecchio Continente, ma l’Italia non appare nella lista dei prescelti.

Sarà perché non siamo stati reattivi nell’accettare la proposta?

MODERNA IN ASIA

Solo due giorni fa, il gigante farmaceutico aveva fatto sapere di avere piani per quattro nuove filiali in Malesia, Taiwan, Singapore e Hong Kong.

Attualmente l’azienda svolge attività in 12 Paesi in tutto il mondo e ha in programma di stabilire una presenza commerciale in altri dieci Paesi nell’area Asia-Pacifico e in Europa nel 2022.

I PIANI DI MODERNA IN EUROPA

Moderna ha annunciato anche l’intenzione di espandere la sua attività commerciale in altri sei Paesi europei.

Prevede, in particolare, di stabilire una presenza commerciale in Belgio, Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia e Svezia per supportare la consegna di vaccini mRna e terapeutici a livello locale.

LA PRESENZA DI MODERNA IN EUROPA

L’azienda, che già ha filiali commerciali in Italia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera e Regno Unito, prevede inoltre di espandersi anche in realtà già consolidate.

Moderna Poland, per esempio, fondata nel 2021, ospita il Centro Mibs (International Business Services) che fornisce funzioni critiche, tra cui farmacovigilanza, risorse umane e servizi digitali. Adesso, grazie ai nuovi investimenti, si espanderà per fornire servizi commerciali.

LE PARTNERSHIP DI MODERNA

La casa farmaceutica ha inoltre in atto diverse partnership di produzione in tutta Europa, tra cui Lonza Group in Svizzera e Paesi Bassi, ROVI in Spagna e Recipharm in Francia.

L’ASSENZA DELL’ITALIA

Nonostante l’ampliamento di Moderna anche in Paesi vicini all’Italia e l’importanza dell’Europa per l’azienda, del nostro Paese nemmeno l’ombra. Ma siamo sicuri che non si sia fatta avanti o siamo noi ad aver perso il treno?

Solo qualche giorno fa l’ex ministro Giovanni Tria, ora consigliere del ministro Giancarlo Giorgetti e presidente di Enea Tech e Biomedical, aveva detto al Corriere che un investimento da parte di Moderna in Italia –  portando il proprio sistema produttivo con le sue piattaforme a mRna per tutti i nuovi tipi di farmaci – “è realistico”, ma che finora non è stato possibile perché secondo l’economista manca “un attore pubblico in grado di fare accordi finanziari di lungo termine con l’azienda”.

IL COMMENTO DI BANCEL

“L’Europa ha svolto un ruolo fondamentale nella capacità di Moderna di produrre e fornire il nostro vaccino in tutto il mondo, proteggendo milioni di persone da infezione, ricovero e morte. Dopo circa 10 anni di lavoro sullo sviluppo della nostra piattaforma mRna, sono orgoglioso della crescita che continuiamo a raggiungere”, ha affermato il Ceo di Moderna Stephane Bancel, recentemente accusato dai più maliziosi di aver venduto una grande quantità di azioni per chissà quale misterioso motivo.

Le sue parole sembrano smentire del tutto qualsiasi fantasiosa ipotesi: “Non vedo l’ora di approfondire le nostre collaborazioni con ricercatori e partner europei per sfruttare la nostra tecnologia mRna ed espandere le opzioni di trattamento per migliorare la vita dei pazienti in tutta Europa”.

IL FUTURO DELL’mRna

Sebbene l’Italia non si sia dimostrata pronta, non bisognerebbe essere ciechi di fronte ai progressi che la scienza ha fatto anche, sfortunatamente, a causa della pandemia e forse un pochino lungimiranti considerando, come ha sottolineato Bancel, il ruolo che l’mRna giocherà nei prossimi anni.

Passato il Covid e il momento dei vaccini per sconfiggerlo, questa tecnologia, ricorda Repubblica citando Nature, non finirà qui, anzi, “dominerà il mercato dei vaccini nei prossimi 15 anni grazie ai suoi vantaggi e alle alte probabilità di successo”.

Non a caso Moderna stessa sta già lavorando a nuovi vaccini e terapie per una serie di malattie (tra cui cancro e Aids), sviluppando farmaci basati proprio sull’mRna per prevenire e curare malattie con bisogni insoddisfatti nell’ambito delle patologie infettive, immuno-oncologiche, malattie rare, ultra-rare e autoimmuni.

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