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Giorgetti

Lupi accatasta il centrodestra sul catasto

Non solo centrodestra, Lupi e catasto. Tutti i subbugli nella maggioranza di governo che sostiene Draghi. I Graffi di Damato

 

Che cosa succede nella maggioranza di governo sul catasto?

Già avvertita ieri nell’aria, con la puntualità non so se più comica o più tragica rispetto agli sviluppi drammatici della situazione internazionale, la politica interna italiana ha fatto cadere la classica macchia d’inchiostro su un foglio ben steso di carta bianca, o ha procurato uno sfregio sulla tela appesa alla parete principale di un museo, o – come preferite e stando al titolo del manifesto sulla guerra in Crimea – si è calata nel “corridoio della paura” che si estende metaforicamente dalle viscere di Kiev a tutta l’Europa e anche oltre. E tutto ciò mentre Putin direttamente dal Cremlino o indirettamente, parlandone al telefono col presidente francese Macron, avverte che “il peggio deve ancora avvenire”, come ha gridato in rosso Il Foglio. Che pure ieri dava ancora lo stesso Putin “trattenuto” nella gestione del conflitto.

“Le destre mollano Draghi”, ha annunciato Il Fatto Quotidiano a proposito della rottura consumatasi sulla revisione del catasto nella commissione Finanze della Camera, dove il governo si è salvato per un solo voto: quello di Alessandro Colucci, del lillipuziano movimento di Maurizio Lupi. “Maggioranza dimezzata”, ha insistito il giornale di Travaglio tradendo il rammarico di non poter attribuire un simile dimezzamento ad uno strappo compiuto dai grillini, sui cui mal di pancia nella combinazione di governo egli soffia quotidianamente come sul fuoco.

“Crisi sfiorata”, ha confermato la Repubblica. “Il catasto fa tremare il governo”, ha insistito Il Giornale accennando nel titolo anche ad una “mediazione” fallita di Silvio Berlusconi in persona, alla fine rimasto con la Lega e Giorgia Meloni contro l’articolo contestato della delega fiscale. Nel quale Alessandro Sallusti su Libero ha visto e indicato, nel suo editoriale, “l’apertura di corridoi fiscali al mai sazio partito dei tassatori” della casa. E ciò -ha aggiunto- “in un tempo in cui occorre seminare non incendiare il campo della politica interna”. Ancora più critico il giudizio o commento di Maurizio Belpietro sulla Verità: “Centrodestra umiliato” e “maggioranza a pezzi”.

Anche sul versante di sinistra della maggioranza, diciamo così, nonostante lo schiaffo inferto al centrodestra, le cose non vanno molto bene .Il pentastellato Stefano Buffagni, per esempio, ha affrontato personalmente alla Camera l’ex capogruppo del Pd Graziano Delrio rimproverandogli di avere soffiato al MoVimento grillino la deputata Angela Ianaro sorpassando all’ultimo momento la concorrenza della Lega. Alla protesta -trattandosi del quarto passaggio parlamentare in poco tempo- si è associato il capo della delegazione delle 5 Stelle al governo Stefano Patuanelli, non molto d’accordo evidentemente col più influente collega di partito e ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Che tra le varie incombenze della guerra in Ucraina ha trovato la voglia e il tempo di esprimere apprezzamento per la pur transfuga Ianaro.

Sono miserie, certamente, ma pur sempre significative rispetto a quello che accade alle spalle e sulla testa del governo e dello stesso MoVimento 5 Stelle. Il cui presidente Giuseppe Conte, per esempio, pur non essendo riuscito a convincerlo ad accettare la risoluzione della maggioranza concordata sulla crisi ucraina, si è schierato come una guardia del corpo in difesa della permanenza del dissenziente Vito Rosario Petrocelli alla presidenza della Commissione Esteri, non Agricoltura o Trasporti o Turismo, del Senato della Repubblica. Chissà, qualche ringraziamento gli sarà già arrivato da qualcuno dei sottoposti di Putin al Cremlino. O gli arriverà prima della scadenza del mandato, dell’uno o dell’altro.

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