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Leonardo Antitrust Ue

Leonardo si defila nella tedesca Hensoldt?

Leonardo, azionista di Hensoldt (25,1%), non parteciperà al previsto aumento di capitale della società tedesca per l'acquisizione della rivale Esg. Con un aumento di capitale fino al 10% la quota del gruppo della difesa italiano risulterebbe diluita.

Leonardo non sottoscriverà l’aumento di capitale di Hensoldt per rilevare Esg.

Hensoldt, azienda attiva in Germania nel campo dei sensori per applicazioni in ambito difesa e sicurezza, con un portafoglio in sensoristica, gestione dei dati e robotica, è di proprietà del governo tedesco e di Leonardo, che detengono una quota paritaria del 25,1%. A inizio 2022 il gruppo dell’aerospazio e difesa italiano ha finalizzato infatti l’acquisizione da Square Lux Holding II Sàrl, società controllata da fondi assistiti da Kohlberg Kravis & Roberts & Co. Lp, della partecipazione del 25,1% di Hensoldt Ag al prezzo di circa 606 milioni di euro.

Ieri il gruppo tedesco Hensoldt ha annunciato l’accordo per acquisire il fornitore di servizi militari tedesco Esg Elektroniksystem-und Logistik, per rafforzarsi nelle soluzioni tecnologiche e innovative per la difesa e la sicurezza.

L’acquisizione da 675 milioni di euro sarà finanziata attraverso un aumento di capitale pari al 10% rispetto all’attuale e nuovo debito per circa 450 milioni. L’operazione ha il supporto di entrambi gli azionisti rilevanti, lo Stato tedesco e Leonardo – si legge nella nota – ma solo il primo parteciperà pro quota all’aumento di capitale.

Da parte sua il gruppo dell’aerospazio e difesa italiano ha reso noto infatti che “non parteciperà” all’aumento pur condividendo pienamente il razionale strategico dell’acquisizione. “Con un aumento di capitale fino al 10% la quota di Leonardo risulterebbe diluita” osserva Reuters.

Eppure, lo scorso ottobre in occasione di un’audizione parlamentare, il numero uno di Leonardo Roberto Cingolani aveva affermato che nell’elettronica per la difesa si sta facendo un «ragionamento di aggregazione». Parole che suonavano in continuità con la mossa del predecessore Profumo di acquisire il 25,1% della tedesca Hensoldt. Ma ora l’azienda ex Finmeccanica presieduta da Stefano Pontecorvo sembra puntare in altre direzioni.

Tutti i dettagli.

L’ACQUISIZIONE DI ESG DA PARTE DI HENSOLDT

Lo scorso novembre, l’azienda per l’elettronica per la difesa tedesca Hensoldt ha comunicato che è “in trattative esclusive” per l’acquisizione di Esg Elektroniksystem- und Logistik, per un enterprise value di 675 milioni cui aggiungere un earn-out fino a 55 milioni legato al raggiungimento di determinati target al 2024. La società tedesca della Difesa si aspetta sinergie annuali run rate per 19 milioni di euro oltre alle sinergie da ricavi.

La previsione di Hensoldt è di completare l’acquisizione entro il primo semestre 2024 una volta soddisfatte alcune condizioni tra cui l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie.

COSA FA ESG

Dal 2016, Esg è di proprietà del fondo per gli investimenti Armira Partners, che ha sede a Monaco di Baviera. Da oltre 50 anni, Esg soddisfa le esigenze di difesa e sicurezza delle forze armate, delle autorità pubbliche e delle aziende tedesche e straniere.

Oggi l’azienda impiega 1.380 persone in Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti.

A LAVORO SU FCAS E F-35

Come spiega la nota, Esg è stata in grado di affermarsi come una forte azienda tedesca di progettazione e integrazione di sistemi, svolgendo un ruolo vitale nei principali programmi attuali e futuri come F-35 e Fcas “Future Combat Air System”. Quest’ultimo è il programma franco tedesco spagnolo per il sistema di combattimento europeo del futuro, rivale del Gcap (programma di Regno Unito, Giappone e Italia con Leonardo).

I NUMERI

Per il 2023, i ricavi della società dovrebbero attestarsi a circa 330 milioni di euro in conformità con gli IFRS, con una crescita annua nell’intervallo percentuale basso a doppia cifra e un margine Ebitda di circa il 14%, generando forti flussi di cassa, con investimenti di manutenzione inferiori all’1,5% delle entrate.

LA STRATEGIA DI MUELLER

Secondo la società, Hensoldt trarrà vantaggio dall’esperienza di Esg in qualità di integratore di sistemi nelle reti di dati per portare le sue soluzioni di sensori in tutti i settori della difesa tedesca.

“L’acquisizione di Esg si adatta perfettamente alla nostra strategia generale e accelera lo sviluppo di Hensoldt come fornitore di soluzioni per la difesa e la sicurezza. Combinando le capacità altamente complementari di Hensoldt ed Esg, stiamo compiendo un passo decisivo per diventare un fornitore leader europeo di soluzioni perfettamente integrate” ha commentato Thomas Müller, ceo del Gruppo Hensoldt.

Il gruppo italiano di difesa e aerospaziale è uno dei principali azionisti di Hensoldt, insieme allo Stato tedesco. Ciascuno di loro detiene il 25,1% delle azioni della società. E riguardo alla mancata sottoscrizione della ricapitalizzazione di Hensoldt da parte di Leonardo, “Chiedete loro perché non investono in noi”, ha affermato Mueller, ripreso da Reuters.

LA POSIZIONE DI LEONARDO

Come già detto, Leonardo ha comunicato infatti “che non parteciperà al potenziale aumento di capitale annunciato da Hensoldt nell’ambito dell’acquisizione della società tedesca Esg pur condividendone pienamente il razionale strategico”.

Allo stesso tempo, l’azienda guidata da Cingolani ha sottolineato che “rimane confermato il progetto di partnership europea con Hensoldt con l’obiettivo di perseguire una sempre maggior collaborazione e integrazione per il rafforzamento e consolidamento delle capacità europee nel settore dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza in Europa”.

LE CONSEGUENZE

Eppure, come evidenzia Reuters con un aumento di capitale fino al 10%, la quota di Leonardo nella tedesca Hensoldt verrebbe diluita.

Anche se il numero uno del gruppo Cingolani ha confermato che Leonardo punta al consolidamento dell’industria della difesa europea.

“Leonardo è un colosso e abbiamo altri colossi in Europa ma sono piccoli rispetto alle realtà continentali di Cina e Stati Uniti: i colossi nazionali devono iniziare a fare sinergie europee e creare degli oggetti più grossi sinergici”, aveva spiegato Roberto Cingolani, ad di Leonardo, nel corso dell’audizione davanti alla commissione Difesa della Camera lo scorso ottobre. “Questo – ha proseguito – vuol dire fare delle scelte, fare un puzzle ragionato di dove si mettono le sinergie. Ci vorrà tempo. Questo è fare non solo politica industriale ma anche politica europea”.

“Stiamo lavorando su alcune alleanze che devono creare dei poli europei su settori fondamentali della difesa – ha continuato Cingolani – Abbiamo in corso due diligence con banche internazionali che ci aiutano a capire cosa vendere e cosa comprare. Stiamo meditando su joint venture di natura gigantesca perché vogliamo essere uno dei motori della creazione dello spazio europeo della sicurezza”.

Ma dei particolari della nuova direzione intrapresa da Leonardo se ne saprà di più tra qualche mese, quando il nuovo piano industriale sarà presentato il 24 febbraio al cda e dai primi di marzo ai mercati internazionali.

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