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Ecco come si muoverà il Copasir su Leonardo, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Assicurazioni Generali e non solo

Mosse e bozze di relazioni in cantiere al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), su Leonardo, banche (Intesa Sanpaolo e Unicredit, in primis) e assicurazioni (Generali). Fatti e indiscrezioni

 

Mercoledì 28 ottobre il Copasir ha iniziato a discutere una proposta di “Relazione sulla tutela degli asset strategici nazionali nei settori bancario e assicurativo”.

Con tutta probabilità la prossima settimana il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica approverà la relazione. finale

Ieri il Comitato ha anche parlato di altro.

“Il Copasir ha deciso di porre la sua attenzione sulle questioni inerenti la società Leonardo, considerata azienda di interesse strategico nazionale. Tale focus sarà indirizzato ad individuare se e quali azioni improprie o speculative interessino questo campione nazionale”, ha annunciato in una nota il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Raffaele Volpi (Lega).

Sui vertici di Leonardo c’è diversità di vedute nella maggioranza di governo (voci critiche di M5S a differenza del Pd), dopo la condanna in primo grado di Alessandro Profumo, ora numero uno di Leonardo e in passato presidente di Mps, per una vicenda del passato del Monte dei Paschi di Siena.

Il 20 ottobre il consiglio di amministrazione di Leonardo ha escluso – è scritto in una nota del gruppo presieduto da Luciano Carta – “limitazioni dell’operatività aziendale” in Usa e Gran Bretagna in particolare (come paventato dal fondo Bluebell) dalla sentenza di primo grado a carico dell’amministratore delegato, Alessandro Profumo, sul caso Banca Monte Paschi di Siena, di cui era stato presidente fino al 2015.

“Dall’esposizione dell’analisi – si legge nel comunicato di Leonardo – che ha tenuto in considerazione anche i diversi mercati di riferimento del Gruppo, è emerso un quadro che non comporta specifiche limitazioni dell’operatività aziendale. Al Comitato Governance è stato affidato il compito di monitorare e approfondire ogni potenziale evoluzione della vicenda, tenendone informato il Consiglio”.

A difesa di Profumo si è schierata la rivista Formiche di Paolo Messa, top manager del gruppo Leonardo, in procinto di andare negli Stati Uniti nel ruolo inedito di ambasciatore di Leonardo negli Usa, “al vertice di Leonardo Us” – come scritto mesi fa da Gianni Dragoni del Sole 24 Ore – anche se al momento carica e ruolo non sono stati indicati e Messa è ancora a Roma: “Premesso che non sussistono ragioni giuridiche di decadenza della carica, ci sono ragioni di opportunità che spingono nella direzione opposta – ha commentato la rivista di Messa – Leonardo infatti attraversa una fase delicata e decisiva di trasformazione. Il piano strategico 2030 e il percorso di innovazione disegnato (e approvato) indicano una rotta ambiziosa il cui esito non è automatico. La pandemia ha avuto un effetto assolutamente drammatico per tutto il comparto industriale, quasi mortale per l’aeronautica civile. In questa fase come non mai se c’è un interesse nazionale è quello di sostenere l’economia italiana e i suoi campioni. Giusto quindi rispettare le sentenze senza polemizzare con il sistema giudiziario, ma immaginare che i destini di un player delle dimensioni di Leonardo possano entrare nel dibattito dei partiti come fosse qualcosa su cui misurarsi in congressi o dispute di maggioranza non appare in sintonia con un Paese che vive settimane di sofferenza e timore per il futuro anche occupazionale. Rispetto della magistratura e primato della politica sono due capisaldi della nostra cultura, ma stanno insieme se c’è il mastice dell’interesse nazionale. Per la leadership di un’azienda forse può valere il principio che “uno vale uno”, ma guai a pensare che “uno vale l’altro””.

Intanto ieri, come detto, il Copasir ha iniziato a discutere della “Relazione sulla tutela degli asset strategici nazionali nei settori bancario e assicurativo”.

In cima ai pensieri del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica c’è la tutela dell’italianità di colossi bancari come Intesa Sanpaolo e assicurativi come Generali, ma si scruta con apprensione lo scenario di cambiamenti azionari o di assetti societari di Unicredit.

In alcuni report che saranno alla base della relazione del Copasir, ci sono alcuni auspici che saranno contenuti – secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine – per l’esecutivo.

Ad esempio si auspicherebbe di porre mano un modo strutturale alla disciplina del golden power precisando la distinzione tra investimenti diretti esteri e investimenti di portafoglio: sui primi trova applicazione il Regolamento Ue, che può essere integrato dagli Stati membri; sui secondi lo Stato può agire con maggiore libertà.

Inoltre si consiglierebbe di eliminare il riferimento ai settori, che irrigidirebbe il potere di intervento, cercando invece di precisare e delimitare i beni, le attività e gli attivi strategici, che in quanto strumentali sono per definizione intersettoriali, nonché le infrastrutture e le tecnologie critiche, i criteri per la sicurezza negli approvvigionamenti.

Infine si suggerirebbe di rafforzare le norme in materia di trasparenza, che agevolano la valutazione del governo circa la necessità di tutelare sicurezza e ordine pubblico e rafforzano la decisione nell’ottica del sindacato giurisdizionale.

Sarà così? Si vedrà la relazione finale e ufficiale, prevista – salvo imprevisti – per la prossima settimana.

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