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Leonardo Oto Melara

Leonardo e non solo, tutti i grilli di Crimi, Di Maio e Casaleggio su Profumo e nomine

M5S chiede le dimissioni di Profumo da Leonardo dopo la condanna per il passato in Mps. Conte vuole Arcuri e Di Maio spinge per Giordo, scrive Dagospia. Mentre Casaleggio sgomita e su tutte le nomine lanciando una pesante stilettata indiretta a Di Maio. Fatti, rumors e ricostruzioni

Leonardo scivola in Borsa dopo la condanna dell’amministratore delegato Alessandro Profumo nel processo sui fatti di Mps in qualità di ex presidente della banca senese.

Dopo la notizia della condanna la società ha precisato che non sussistono cause di decadenza dalla carica di amministratore delegato di Leonardo. A Piazza Affari il titolo cede il 3% a 4,51 euro.

E intanto scoppia la polemica politica innescata dal Movimento 5 Stelle contro il capo azienda Profumo, di recente riconfermato al vertice dell’ex gruppo Finmeccanica (mentre è stato silurato l’ex presidente Gianni De Gennaro, specie per volere dei Pentastellati, che il premier Giuseppe Conte ha recuperato dandogli la presidenza della Banca Popolare di Bari: Conte ha imposto la sua volontà su Tesoro e Mcc, come ha svelato l’editorialista di Mf/Milano Finanza, Angelo De Mattia).

LA POLEMICA POLITICA SU PROFUMO DI LEONARDO

E’ dunque divampato il trambusto politico su Profumo all’indomani della sua condanna in primo grado a sei anni di reclusione in qualità di ex presidente Mps per il reato di aggiotaggio e false comunicazioni sociali nel filone d’inchiesta relativo alla contabilizzazione come Btp dei derivati stipulati dalla banca senese con Nomura e Deutsche Bank (qui la ricostruzione di Start Magazine).

LA NOTA DI LEONARDO

Il gruppo ha subito precisato che “non sussistono cause di decadenza dalla carica di amministratore delegato di Leonardo ed esprime piena fiducia nella sua azione auspicando un percorso di continuità”. mentre lo stesso Profumo si è detto “sorpreso ed amareggiato” spiegando che ricorrerà “in appello per vedere riconosciuti gli sforzi profusi durante il mio impegno in Mps”.

L’ANALISI DEL CORRIERE DELLA SERA

Va considerato che la condanna è di primo grado ma anche che Leonardo non ha mai recepito nel proprio statuto la clausola etica prevista dalla direttiva Saccomanni del 2013, quella che dispone la non eleggibilità o decadenza dalla carica per coloro che hanno ricevuto un decreto di rinvio a giudizio o di condanna per alcuni reati, ricorda il Corriere della Sera: “Per lo stesso motivo Profumo fu ritenuto nominabile al suo primo mandato, nel 2017, quando sul manager pendeva in quel caso non una condanna ma un rinvio a giudizio per usura bancaria in Mps. In quell’occasione, l’allora ministro dell’Economia (azionista di Leonardo), Pier Carlo Padoan difese la nomina appellandosi a quel mancato recepimento della direttiva. Una spiegazione che non convinse quanti ritengono tuttora che lo statuto societario di una partecipata non può superare la direttiva del suo azionista”.

IL TWEET DEL MOVIMENTO 5 STELLE CONTRO PROFUMO

Ma la polemica politica in queste ore sta montando: il Movimento 5 Stelle, una delle due forze che compongono l’alleanza di governo, che scritto sul suo account ufficiale su Twitter: ‘Alla luce della condanna ricevuta, ci aspettiamo che Alessandro Profumo, nell’interesse dell’azienda, rimetta il mandato da a.d. di Leonardo”.

“A Crimi è arrivata la telefonata di Conte che vorrebbe piazzare Arcuri a Leonardo”, scrive Dagospia, mentre Di Maio punta su Giovanni Giordo, già responsabile del settore aeronautico di Finmeccanica.

 

PROFUMO KAPUTT, CHIEDONO I PENTASTELLATI DELLA CAMERA

“La condanna di Alessandro Profumo riferita al suo trascorso in Monte dei Paschi di Siena, anche se di primo grado, pone una questione di opportunita’. Profumo dovrebbe dimettersi quanto prima dalla sua carica di amministratore delegato in una società pubblica e strategica quale e’ Leonardo’. Lo dichiarano in una nota i deputati M5S della commissione Finanze della Camera.

GLI AUSPICI DI CASALEGGIO

Davide Casaleggio, in un’intervista al Corriere della Sera, si augura che “gli Stati generali non diventino solo un modo per ratificare quesiti già scritti o decisioni già prese” e vede in Rousseau “l’ecosistema all’interno del quale si evolvono le idee, le decisioni e la partecipazione del M5S” ed essendo “il cuore del Movimento e i trapianti di cuore sono sempre delicati”, afferma. E nell’augurarsi “un processo che si occupasse di rendere ancora più trasparenti e ispirate alla meritocrazia le migliaia di nomine pubbliche su cui il Movimento può agire in questi mesi, come ad esempio abbiamo già fatto in passato dando la possibilità agli iscritti di definire il nome del Presidente della Repubblica”. Una vera e propria stilettata indiretta contro Luigi Di Maio e gli attuali vertici del Movimento.

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