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Arnese

Lamorgese Selvaggia, salvinate & melonate, dossier Saipem

Saipem, Sanremo, Salvini, Meloni e non solo. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Startmag

 

DOSSIER SAIPEM

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D’ALIMONTE & LAPALISSE

 

SALVINATE

 

GIRAMENTI DI MELONI

 

TARCHI TORCHIA MELONI

 

LAMORGESE SELVAGGIA?

 

GLI SPONSOR DI SANREMO

 

CARTOLINE DALL’ITALIA

 

IL MESSAGGINO DI PAPA FRANCESCO

 

ABBASSO I LOCKDOWN

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ESTRATTO DEL SOLE 24 ORE SU ITALIA FRA PANDEMIA, MORTI E VACCINI:

Ci sono diversi argomenti che giustificano almeno in parte il tragico record della mortalità. L’Italia è stato il primo Paese a essere colpito in Europa nel 2020. Il nostro, come si sa, è poi un Paese con tanti anziani: un italiano su quattro è over 65, la fascia più a rischio di morte di fronte al Covid. Dall’Iss sottolineano anche come l’Italia sia tra i Paesi più “scrupolosi” nel registrare i morti per Covid, che comprendono – come da definizione Oms – tutti quelli deceduti a causa del Covid o perché il Covid è stato una «causa determinante». Altri Paesi in questo conteggio potrebbero essere meno affidabili. Il numero italiano rimane tuttavia molto alto. «Abbiamo avuto tanti, troppi morti dopo la prima ondata rispetto agli altri», avverte Guido Rasi, ex dg dell’Ema e poi diventato consulente del commissario Figliuolo. «Bisogna fare una seria riflessione e capire perché in altri Paesi la mortalità è stata più bassa e poi facciamoci delle domande: i pazienti sono arrivati troppo tardi in ospedale? Con quali terapie sono stati trattati?», aggiunge Rasi, che sottolinea come sia mancata soprattutto «una standardizzazione delle cure a casa e la tempestività nell’intervento. Perché a esempio si è usato così poco i monoclonali?».

La pandemia ha messo in luce la carenza – e talvolta proprio il vuoto – delle cure sul territorio su cui il Pnrr ora investe 7 miliardi: i medici di famiglia praticamente da soli sono stati travolti e da primavera 2020 poco e nulla è stato fatto. Un esempio per tutti. Nella regione più colpita, la Lombardia, il Covid è arrivato proprio mentre molti medici di famiglia stavano andando in pensione, e con molte aree scoperte perché poco incentivate, come l’hinterland milanese o le zone di montagna. Inoltre, con una sanità fortemente centralizzata negli ospedali e con un sistema privato radicato, il territorio è stato progressivamente abbandonato perché ritenuto superfluo o meno redditizio. In un territorio così colpito (quasi il 30% dei morti sono lombardi), devono essere adesso immessi oltre 2mila nuovi medici, tra posti già vacanti e quelli che a breve si libereranno. Un buco, questo, che ancora deve essere colmato.

Anche il fronte ospedaliero ha sofferto: se è vero che sono stati aggiunti i letti soprattutto nelle terapie intensive si tratta di posti “precari”: a maggio 2020 sono stati stanziati 1,4 miliardi per aggiungere 8mila letti tra intensive e semi-intensive ma finora ne sarebbero stati realizzati di definitivi solo il 25%.

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