Nelle prime contrattazioni di questa mattina, le azioni di Bayer sono scivolate dell’8,4% a 22,37 euro, il minimo degli ultimi 20 anni. Il motivo è dovuto alla previsione della multinazionale di un probabile calo degli utili il prossimo anno, a causa della debolezza dei mercati agricoli.
Stando a Reuters, infatti, secondo le recenti relazioni sugli utili, anche la concorrente statunitense Corteva e l’unità agricola della rivale nazionale BASF sono state colpite da un calo dei prezzi dei prodotti.
NUOVE PRESSIONI SULL’AD
“Nel complesso, prevediamo per l’anno prossimo un’evoluzione modesta della linea superiore e inferiore, con un probabile calo degli utili”, ha dichiarato il direttore finanziario Wolfgang Nickl presentando gli utili trimestrali di Bayer.
Oltre a mandare giù le azioni, l’annuncio fa aumentare la pressione sul suo amministratore delegato, Bill Anderson, affinché porti a termine gli sforzi di risanamento. Anderson ha infatti lanciato un piano per risollevare le sorti del gruppo, mettendo in pausa i progetti di smantellamento delle sue attività diversificate e prevedendo tagli ai posti di lavoro, oltre che un’accelerazione del processo decisionale e una riduzione della burocrazia aziendale.
“Sulla base degli utili al lordo di interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti (EBITDA), rettificati per le voci speciali, le previsioni per il 2025 – osserva Reuters – significherebbero un terzo calo annuale consecutivo, dopo che martedì il gruppo aveva abbassato anche le proiezioni per quest’anno”.
COSA DICONO I NUMERI DI BAYER
“L’EBITDA prima delle voci straordinarie – scrive Teleborsa – è diminuito del 25,8 percento a 1,251 miliardi di euro. Questa cifra include un effetto valutario negativo di 94 milioni di euro (T3 2023: 31 milioni di euro). L’EBIT è stato pari a -3,822 miliardi di euro (T3 2023: -3,594 miliardi di euro). Questa cifra include oneri speciali netti di 4,088 miliardi di euro (T3 2023: 4,303 miliardi di euro) che riguardano principalmente perdite di valore non monetarie su attività immateriali nella Divisione Crop Science. L’utile netto ammonta a -4,183 miliardi di euro (T3 2023: -4,569 miliardi di euro)”.
“Il free cash flow – prosegue Teleborsa – è diminuito del 29,4 percento a 1,148 miliardi di euro, in gran parte a causa di una diminuzione del flusso di cassa operativo attribuibile principalmente a spostamenti trimestrali nella riduzione dei crediti nella Divisione Crop Science. L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2024 era pari a 35,037 miliardi di euro, in calo del 4,7 percento rispetto alla fine di giugno. Tale calo è dovuto principalmente agli afflussi di cassa derivanti dalle attività operative e agli effetti valutari positivi”.
LE (NERE) PREVISIONI DI BAYER
Sebbene Bayer abbia confermato le sue previsioni per il 2024 per la crescita delle vendite rettificate per valuta e portafoglio, gli utili core per azione rettificati per valuta e il free cash flow, in vista dello sviluppo più debole del previsto del mercato agricolo, ha rivisto alcune parti delle sue previsioni. Per esempio, precisa Teleborsa, il gruppo tedesco ora prevede di generare un EBITDA prima delle voci straordinarie compreso tra 10,4 e 10,7 miliardi di euro (previsione precedente: tra 10,7 e 11,3 miliardi di euro) sulla base dei tassi di cambio mensili medi nel 2023.
Il gruppo, riferisce Bloomberg, prevede ora un calo delle vendite fino al 3% quest’anno per la sua unità Crop Science, danneggiata dai bassi prezzi dei prodotti agricoli, ma anche la crescita della divisione Consumer Health sarà più lenta di quanto previsto in precedenza.
IL FANTASMA DI MONSANTO
Su Bayer, come Start ha scritto anche nei mesi scorsi, continua a pesare come un fardello l’acquisizione da 63 miliardi di dollari del produttore di sementi e pesticidi Monsanto avvenuta nel 2018 sotto il predecessore di Anderson. Quella che doveva essere una scommessa a lungo termine si è finora rivelata principalmente un problema da risolvere se non un danno.
L’indebitamento e le costose controversie statunitensi in materia di responsabilità civile sui prodotti, in particolare riguardo al diserbante Roundup, accusato di provocare il cancro, sono ulteriori oneri derivanti dall’acquisizione che Anderson ha ereditato e per cui sta cercando di trovare la quadra.