Ancora guai per Bayer a causa dell’acquisizione di Monsanto. Un tribunale statunitense ha infatti condannato il gruppo tedesco al risarcimento miliardario di un cliente secondo cui il diserbante Roundup gli ha causato un tumore.
Ecco che effetti ha avuto la notizia sul titolo.
LA SENTENZA
Venerdì scorso, come riportato da Reuters, una giuria della Philadelphia Court of Common Pleas ha stabilito che il linfoma non-Hodgkins di John McKivision è stato il risultato dell’esposizione al Roundup per i lavori di giardinaggio a casa sua per un periodo di diversi anni. Bayer, che con l’acquisizione da 63 miliardi di dollari nel 2018 di Monsanto ha ereditato diverse grane tra cui quella delle cause legali collegate al diserbante, è stata quindi condannata a pagare 2,25 miliardi di dollari, di cui 250 milioni di dollari di danni compensativi e 2 miliardi di dollari di danni punitivi. Si tratta dell’importo più alto mai raggiunto per il presunto effetto cancerogeno del suo diserbante.
LA VERSIONE DI BAYER
Bayer di tutta risposta ha fatto sapere che non è d’accordo con il verdetto avverso della giuria, in quanto questo “è in conflitto con lo schiacciante peso delle prove e delle valutazioni scientifiche e normative a livello mondiale”. Inoltre, ritiene “di avere forti argomenti in appello per ottenere l’annullamento del verdetto e l’eliminazione o la riduzione del risarcimento dei danni, incostituzionalmente eccessivo”. Ha ricordato infatti che alcuni precedenti risarcimenti sono stati ridotti di oltre il 90%.
I PRECEDENTI
Negli Stati Uniti, ricorda l’agenzia di stampa, sono state presentate circa 165.000 richieste di risarcimento contro l’azienda per lesioni personali presumibilmente causate dal Roundup, il cui principio attivo è il glifosato. Tuttavia, sebbene l’ultimo verdetto arrivi dopo altre cinque recenti vittorie alla fine dello scorso anno da parte di querelanti, l’azienda farmaceutica ha vinto 10 degli ultimi 16 processi in cui era coinvolto il diserbante, che dall’anno scorso è stato gradualmente eliminato dalla vendita per uso domestico.
Nel 2020, Bayer ha risolto la maggior parte dei casi di Roundup allora pendenti per un massimo di 9,6 miliardi di dollari, ma non è riuscita a ottenere un accordo che coprisse i casi futuri. A oggi, scrive Reuters, restano in sospeso più di 50.000 richieste di risarcimento.
COME HA REAGITO LA BORSA
La notizia dell’ultima sentenza, questa mattina, ha fatto scendere le azioni di Bayer fino al 5,7%, toccando il minimo in circa otto settimane, prima di ridurre le perdite e registrare un calo del 4,6%. Da quando la società ha acquistato Monsanto, le sue azioni hanno perso il 70% del loro valore.
“L’emorragia finanziaria causata dalle perdite legate a Roundup potrebbe mettere a rischio la remunerazione degli azionisti”, scrive Milano Finanza, che riporta il commento di Morgan Stanley in una nota ai clienti, in cui afferma che “le recenti perdite processuali potrebbero potenzialmente portare il management a privilegiare una politica dei dividendi più severa, che va dalla riduzione della fascia di payout a una potenziale sospensione”.
L’OPZIONE SCISSIONE (PER ORA) NON È UN’OPZIONE
Alcuni investitori hanno iniziato a mettere in dubbio la strategia legale di Bayer nel difendere i casi di Roundup e auspicano un piano per scorporare le attività nel settore delle scienze delle colture, in parte a causa delle preoccupazioni sulla responsabilità del diserbante. Piano preso in considerazione tempo fa anche dall’azienda ma che ora il suo amministratore delegato Bill Anderson ha detto di aver abbandonato per concentrarsi sulla riorganizzazione interna, attraverso licenziamenti e snellimento di gerarchia e burocrazia.