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Meloni Safran

La Francia sta sbroccando contro Meloni su Microtecnica-Safran, tutti i dettagli

Le reazioni della stampa francese alla mossa del governo Meloni che ha bloccato l’acquisizione di Microtecnica da parte di Safran tramite golden power

L’Italia ha bloccato l’acquisizione di Microtecnica da parte di Safran spiazzando la Francia.

Il governo Meloni si è opposto alla vendita all’azienda francese Safran delle attività di Actuation Systems di Collins Aerospace (filiale della americana Raytheon Technologies, ora nota come RTX) situate in Italia, ovvero l’ex Microtecnica con sede a Torino.

Naufraga il progetto di Safran di acquisire l’italiana Microtecnica, di proprietà dell’americana Collins Aerospace, dal momento che Roma ha posto il veto all’operazione esercitando il golden power, ritenendo che l’azienda torinese apporti tecnologie critiche ai programmi di aerei da combattimento Tornado ed Eurofighter (concorrenti del francese Rafale ndr), che equipaggiano le forze aeree tedesche e italiane.

Immediata la reazione di Safran, echeggiata sulla stampa francese. “Roma mostra i denti contro Safran e la Francia” esordisce Les Echos. “Un brutto segnale per la Difesa europea” commenta l’Usine Nuovelle.

Safran è stato oggetto di un “Délit de sale gueule in Italia, con la complicità attiva della Germania. Una decisione incredibile e aberrante a seguito di un’indagine di Roma e Berlino contro il gruppo francese”, tuona La Tribune, attribuendo ai due paesi alleati “la colpa di apparire, appunto, come quello che non si è”. “Perché questa decisione presa congiuntamente tra Italia e Germania è tanto più sconcertante in quanto Safran è già un fornitore fondamentale di diversi programmi citati dal decreto italiano, tra cui l’Eurofighter. Attraverso una delle sue filiali in Gran Bretagna, Safran fornisce in particolare i carrelli di atterraggio per Eurofighter e Tornado” prosegue il quotidiano francese.

Tutti i dettagli sulla reazione di Safran (e della stampa d’Oltralpe) alla mossa del governo italiano.

LO SCONCERTO DI SAFRAN PER L’ALTOLÀ DEL GOVERNO MELONI

“Questa decisione fa seguito ad una forte consultazione tra Germania e Italia. Questo blocco viene da entrambi i paesi anche se è stata Roma ad opporsi, essendo Microtecnica un’azienda italiana. È un’operazione concertata tra Berlino e Roma” ha osservato il direttore generale di Safran, Olivier Andriès, in un’intervista a La Tribune. “Non c’è stato alcun dialogo precedente con Safran. Ciò ci avrebbe permesso o di rassicurare le preoccupazioni di Italia e Germania, oppure di proporre misure volte a rassicurarle. Ma non c’è stato nessun dialogo preventivo e il decreto è caduto come una mannaia”, ha aggiunto Andriès riferendosi aI provvedimento di esercizio dei poteri speciali (dpcm) del governo italiano. Ovvero quell’insieme di poteri speciali cui l’esecutivo può fare ricorso per tutelare l’interesse nazionale nei settori e negli asset ritenuti strategici.

Come ricorda Les Echos, “Francia e Germania dispongono di strumenti simili, che sono stati utilizzati più volte di recente contro investitori cinesi e persino americani. Ma è molto più raro vederli applicati ad un alleato europeo”. (Qui la conversazione di Startmag con l’avvocato Luca Picotti su Golden Power, cosa cela lo scontro Italia-Francia su Microtecnica e Safran).

Pubblicato il 17 novembre, il decreto “è stato una sorpresa molto spiacevole per Olivier Andriès” prosegue la Tribune. “La Germania e l’Italia ci accusano delle nostre intenzioni”, rincara Andriès.

LA REAZIONE AMERICANA SECONDO SAFRAN

Attraverso la sua filiale americana Safran Usa, il produttore francese intende acquisire le attività di attuazione e controllo di volo del gruppo americano Collins Aerospace, alcune delle quali hanno sede presso Microtecnica in Italia, che rappresenta circa il 15% del perimetro di questa acquisizione. Un’operazione annunciata da Safran lo scorso luglio. Tuttavia, osserva il direttore generale di Safran, gli asset di Microtecnica non sono gli asset più strategici della nostra operazione con Collins Aerospace. “Non esistono tecnologie particolarmente critiche in Italia”, precisa Andriès.

Ma lo sconcerto non sarebbe soltanto da parte francese secondo il numero uno di Safran, la Collins Aerospace “è rimasta sbalordita quanto noi” dalla decisione di Roma (Qui l’approfondimento di Startmag dal titolo “Americani imbufaliti per lo stop di Meloni e Crosetto alla francese Safran sull’ex Microtecnica?”).

LE STOCCATE A ROMA E BERLINO

Secondo La Tribune, “Italia e Germania criticano espressamente Safran per la sua partecipazione al programma francese Rafale, che è uno dei principali concorrenti nelle esportazioni dell’Eurofighter… mentre Collins Aerospace, attuale proprietaria di Microtecnica, è uno dei principali partner del programma F-35, il principale concorrente degli aerei prodotti nella cooperazione europea (Gran Bretagna, Germania, Italia e Spagna)”.

“Che Collins Aerospace sia l’azionista americano di Microtecnica non disturba in alcun modo né l’Italia né la Germania, ma che Safran, un gruppo francese ed europeo, prenda il controllo di queste attività, dà fastidio e rappresenta una minaccia eccezionale” si rammarica Andriès.

“Doppi standard per Roma e Berlino?” si interroga quindi il quotidiano d’Oltrande.

“REGOLAMENTO DEI CONTI TRA FALSI AMICI”

Infine, per il direttore generale di Safran questo dpcm del governo italiano dimostra “un coordinamento molto forte tra Germania e Italia”.

Pensare che stiamo parlando della stessa Germania che ha avviato programmi di cooperazione nel settore difesa con la Francia come il Future Combat Air System (Fcas) ovvero sistema di combattimento aereo del futuro, avviato nel 2017 dal neo eletto presidente francese Emmanuel Macron insieme all’allora cancelliere tedesco Angela Merkel che avevano concordato un elenco di progetti congiunti sugli armamenti dal costo di oltre 100 miliardi di euro tra cui figura anche il Sistema principale di combattimento terrestre (Main Ground Combat System – Mgcs). Ma su entrambi i progetti hanno pesato stalli e controversie, a causa di rivalità industriali e interessi politici divergenti.

Come segnala l’Usine nouvelle, il dpcm di Palazzo Chigi specifica inoltre che l’italiana Microtecnica dovrebbe svolgere un ruolo importante, grazie alle sue competenze nel campo dei sistemi di controllo di volo, nel programma Gcap (Global Combat Air Program) il progetto di sistema di combattimento aereo di sesta generazione lanciato da Londra insieme a Roma e Tokyo. Quest’ultimo è il programma rivale del già citato Fcas.

Proprio un mese fa ad assestare un altro colpo al programma Fcas ci ha pensato un rumor diffuso da un quotidiano britannico. Secondo il TimesBerlino sta valutando la possibilità di abbandonare il Fcas, per unirsi al programma rivale Gcap guidato dal Regno Unito con Italia e Giappone.​

Ma questi sono soltanto rumors, per ora, mentre lo stop del governo Meloni sull’operazione Microtecnica è un dato di fatto.  Ed “È un pessimo segnale inviato da Germania e Italia sul futuro della cooperazione europea nel settore della difesa”, ha insistito in conclusione Olivier Andriès. Sembra un regolamento di conti tra falsi amici… chiosa La Tribune.

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