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Kkr si prepara allo scontro con il governo su Marelli?

Kkr si accorda con il ministero dell'Economia per la rete di Tim, ma potrebbe scontrarsi con il ministero delle Imprese per la chiusura del sito di Marelli a Crevalcore. Tutti i dettagli.

Solo rose e fiori per Kkr in Italia?

La settimana scorsa il fondo statunitense Kkr e il ministero dell’Economia hanno raggiunto un accordo sulla ripartizione delle quote di NetCo, la nuova società che racchiuderà la rete di telecomunicazioni di Tim. Nonostante le passate proteste del centrodestra per la presenza dominante di un investitore straniero nella società (cioè Vivendi, francese, che possiede il 23,7 per cento), oggi l’esecutivo non ha avuto da ridire sulla consegna di un’infrastruttura strategica a un altro soggetto estero. I discorsi sulla “sovranità nazionale” sembrano insomma essere stati accantonati. Eppure KKR “potrebbe presto lasciare a casa i 230 operai dello stabilimento di Crevalcore, in Emilia Romagna”, ha scritto MF-Milano Finanza. Lo stabilimento in questione è quello di Marelli, azienda italo-giapponese di componentistica per automobili controllata da KKR.

Insomma: KKR stringe a patti con il ministero dell’Economia, e prepara forse il terreno di scontro con il ministero delle Imprese e del made in Italy.

COSA SUCCEDE TRA KKR E MARELLI

Marelli Holdings è una società con sede a Saitama, in Giappone, che dal 2019 combina le attività della giapponese Calsonic Kansei con quelle dell’italiana Magneti Marelli (quest’ultima inglobata in Fiat Chrysler Automobiles).

Stando alle voci riportate da MF, Marelli sarebbe in procinto di annunciare la chiusura del sito di Crevalcore, specializzato in componenti per i motori endotermici che saranno sempre meno rilevanti vista la transizione internazionale ai veicoli elettrici. Sono a rischio duecentotrenta posti di lavoro.

La situazione è difficile anche a Bologna – quasi seicento operai -, dove negli ultimi tre mesi ci sono state numerose uscite incentivate.

Marelli Holdings conta circa settemila dipendenti in Italia e cinquantamila nel mondo. Possiede centosettanta stabilimenti a livello internazionale, di cui dieci nel nostro paese. Dopo cinque anni consecutive di perdite, la società prevede di tornare alla profittabilità nel 2023 grazie anche a una serie di tagli. Lo scorso marzo, tuttavia, aveva confermato l’intenzione di investire quest’anno 73 milioni di euro nel potenziamento della produzione in Italia.

GLI ALTRI INVESTIMENTI DI KKR IN ITALIA

Attualmente nel portfolio italiano di KKR figurano FiberCop, società del gruppo Tim che si occupa di infrastrutture di rete secondarie e di cui possiede il 37,5 per cento, e CMC Solutions, azienda umbra di macchinari di automazione. Il fondo è presente indirettamente in INWIT, il principale operatore italiano delle torri per le telecomunicazioni.

In passato KKR ha investito in Selenia (lubrificanti per motori), Sistemia (consulenza del credito), Argenta (distributori automatici), Inaer (elicotteri) e Sirti (telecomunicazioni).

– Leggi anche: Tim, ecco chi sono gli uomini italiani di Kkr

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