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Marelli

Kkr, Marelli verso nuovi esuberi in Italia?

Il fondo Kkr è socio anche di Marelli, acquistata dalla giapponese Calsonic Kansei Holdings. Che cosa succederà agli stabilimenti italiani?

 

Il fondo americano Kkr impensierisce Palazzo Chigi non solo per il dossier Tim/Fibercop.

Kkr è coinvolto infatti anche in Marelli Corp, società della componentistica auto nata nel 2019 dall’unione della ex Magneti Marelli, venduta da Fca al fondo statunitense, con la giapponese Calsonic Kansei, che era già nel portafoglio di Kkr.

E proprio Marelli, già nel pieno di una ristrutturazione del debito, potrebbe riaprire il dossier esuberi nei siti italiani di Crevalcore, in provincia di Bologna e Bari, secondo MF-Milano Finanza. L’azienda aveva già avviato la riorganizzazione in Italia a inizio anno annunciando 550 uscite tra dirigenti, quadri e impiegati.

Come segnala MF-Milano Finanza, “Marelli è finita recentemente al centro delle indiscrezioni per un interesse degli indiani di Motherson Group con cui ha già in piedi alcune partnership industriali. Il motivo? Le tensioni finanziarie a monte della catena societaria — vista l’acquisizione del gruppo italiano fortemente a leva da 5,8 miliardi di euro — che hanno costretto Kkr ad aprire i cantieri della ristrutturazione del debito in Ck Holdings, operazione che potrebbe anche concludersi con un passaggio di proprietà e un relativo faro del governo per le possibili ricadute occupazioni”.

Oggi Marelli impiega circa 58.000 persone, di cui 8mila sul territorio nazionale. Il perimetro dell’azienda conta circa 170 impianti in tutto il mondo. Nonostante un fatturato da 11 miliardi di dollari nel 2021, l’azienda ha registrato passività totali per 8,2 miliardi di dollari. E la pandemia e le sfide della catena di approvvigionamento hanno esacerbato i problemi di Marelli.

Tutti i dettagli.

MARELLI FINITA NEL MIRINO DEL GRUPPO INDIANA MOTHERSON GROUP

Secondo report media Motherson Group, il più grande produttore indiano di componenti per automobili, sarebbe in trattative con Marelli, fornitore chiave di Nissan Motor e Stellantis. Di recente il colosso indiano sta già facendo acquisizioni in tutto il mondo. Inoltre Motherson ha già un’esperienza passata con Marelli. Aveva stretto infatti una joint venture con l’azienda italiana per la produzione di sospensioni, riscaldamento, ventilazione, aria condizionata e sistemi di illuminazione per autoveicoli.

LA RISTRUTTURAZIONE LANCIATA DA KKR

E a inizio anno Marelli ha avviato il processo di ristrutturazione del debito.

Secondo Nikkei, a dicembre 2020 Marelli aveva accumulato 8,4 miliardi di euro d’indebitamento con una trentina di istituzioni finanziarie. Per il 2021 Marelli ha registrato un quarto anno consecutivo di perdite. Già a dicembre Bloomberg scriveva che Marelli avrebbe potuto raddoppiare i tagli previsti di posti di lavoro a più di 3.000 e chiudere alcune sedi.

Potrebbero essere interessati gli impianti in Giappone, Italia e Francia ma i piani sono fluidi e soggetti a cambiamenti sottolinea Bloomberg.

Dunque potrebbero esserci altri esuberi in vista nel nostro paese, oltre le 550 uscite annunciate lo scorso gennaio.

ALTRI ESUBERI A BOLOGNA E BARI?

E proprio in Italia “Il dossier Marelli è già finito sotto i riflettori del Mise a gennaio per i 550 esuberi, conto che potrebbe salire vista la crisi-transizione in atto nel settore auto. Fonti finanziarie spiegano infatti a MF- Milano Finanza che nella riorganizzazione futura potrebbero esser coinvolti gli stabilimenti di Crevalcore e Bari, collegati alla divisione Powertrain che si occupa della produzione dei motori endotermici a benzina o diesel. In tutto sono circa 1300 dipendenti”.

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