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Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo e Abi, che cosa succederà dopo lo strappo di Messina

Reazioni, commenti e scenari dopo lo scossone in casa Abi per la mossa di Intesa Sanpaolo che ha comunicato all’Abi la revoca del mandato di rappresentanza sindacale per il rinnovo del contratto dei dipendenti bancari

 

“Per quanto riguarda la situazione tra Intesa Sanpaolo e Abi, lavoreremo tutti per trovare una positiva soluzione, ma, se la decisione di Intesa Sanpaolo era già stata presa da tempo diventa inutile la ricerca di un capro espiatorio”.

E’ quanto ha messo per iscritto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, dopo lo strappo “marchionnesco” di Intesa Sanpaolo sul rinnovo del contratto dei bancari.

Ha aggiunto il leader del maggiori sindacato italiano: “Noi non siamo contrari, come qualcuno oggi ha scritto, alla “settimana corta”, anzi la sosteniamo con convinzione, anche perché l’abbiamo sottoscritta già nel 1999 in un contratto nazionale. Non siamo sfavorevoli nemmeno allo smart working che, però, va regolamentato a tutela di quei dipendenti che potrebbero poi un giorno correre il rischio di trovarsi esternalizzati. E va reso usufruibile volontariamente anche a quei colleghi che lavorano nelle agenzie. Noi vogliamo gestire con le banche tutti i cambiamenti in atto nel settore nell’interesse comune”.

“Un aspetto deve essere chiaro – ha scritto Sileoni – non accetteremo mai imposizioni e diktat e pertanto invito tutti alla massima cautela, anche in forza del fatto che ho argomenti da poter utilizzare a mia tutela, a tutela dell’organizzazione e della categoria”. Conclusione del numero uno della Fabi: “Mi auguro che il dottor Carlo Messina rimanga alla guida del gruppo ancora per molti anni, ma lo invito ad ascoltare le considerazioni disinteressate di chi ha il suo stesso obiettivo: la crescita della banca e il benessere dei suoi dipendenti”.

GLI EFFETTI DELLO SCOSSONE MARCHIONNESCO DI INTESA SANPAOLO

Si fa dunque sentire negli istituti di credito e nei sindacati lo scossone provocato dal gruppo bancario capeggiato dall’ad, Carlo Messina. Intesa Sanpaolo ha revocato infatti il mandato per la rappresentanza sindacale all’Abi, per gestire in autonomia la propria partecipazione alla contrattazione. L’adesione all’associazione resta però confermata, ha tenuto a sottolineare il gruppo creditizio.

LA QUESTIONE SINDACALE

Ma la decisione di Intesa Sanpaolo è rivoluzionaria. Certo, nel mondo bancario già esistono diversi contratti. Basti pensare al credito cooperativo, o, a livello aziendale, alla Banca d’Italia. “Quella che però si è determinata ieri è una situazione senza precedenti, in cui da una parte del tavolo ci saranno Abi e Intesa Sanpaolo e dall’altra Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin. Il primo banco di prova sarà l’incontro del 13 marzo”, ha sottolineato il Sole 24 ore, anche perché Intesa è la più grande banca dell’Italia, dove lavora circa un terzo dei 270mila bancari italiani.

NESSUN ACCORDO IN INTESA SANPAOLO

Era noto il confronto molto aperto con i sindacati – infatti non c’era stato alcun accordo – su un nuovo modello organizzativo del lavoro che permette di integrare tra loro più strumenti come il lavoro agile, la flessibilità di orario e la settimana corta, possibilità peraltro prevista anche dal contratto Abi.

LA MOSSA RIVOLUZIONARIA SUL CONTRATTO DEI BANCARI

Come raccontato da Start Magazine in diversi articoli, ci sono tensioni a fior di pelle in Intesa Sanpaolo sulla settimana di lavoro da 4 giorni tra i vertici della banca guidata dall’ad, Carlo Messina, e le organizzazioni sindacali. (qui le posizioni dei sindacatiqui quella della banca e qui l’approfondimento di Startmag). In sostanza Intesa Sanpaolo ha lanciato ieri una serie di iniziative per i suoi dipendenti, tra cui la cosiddetta “settimana corta”, la flessibilità dell’orario di lavoro e lo smart working. Argomenti affrontati per alcuni mesi al tavolo sindacale, tuttavia senza raggiungere un punto di equilibrio. Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin non hanno firmato l’accordo.

CHE COSA SUCCEDERA’ DOPO LO STRAPPO DI INTESA SANPAOLO

Nel rinnovo del contratto, scaduto a fine 2022, da parte di Intesa c’è la volontà di dare un contributo come soggetto seduto al tavolo negoziale, ha sottolineato il quotidiano Sole 24 ore: “Ma poi sarà in funzione degli sviluppi delle discussioni e delle trattative che la banca prenderà la decisione finale. Potrà quindi accadere che i manager di Intesa decidano di sottoscrivere il contratto oppure che sia necessario un contratto più idoneo e confacente alle esigenze della banca in una fase come questa. Secondo quanto spiega un portavoce «Intesa Sanpaolo proseguirà nel dialogo con i sindacati nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come sempre avvenuto, continuando a ritenere le relazioni industriali elemento essenziale nel raggiungimento degli obiettivi del gruppo, nell’interesse delle nostre persone e della banca»”.

LA VERSIONE DELL’ABI

Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, osserva che «il contratto è in una fase preparatoria. È scaduto il 31 dicembre del 2022, manca ancora la piattaforma sindacale e nei giorni scorsi è stata fatta una nuova proroga fino al 30 aprile. C’è ancora uno scenario da costruire e da gestire in un contesto in evoluzione ed è in questa fase che inizieremo a confrontarci». Se le valutazioni della banca sono valutazioni interne, certamente è importante, sottolinea Sabatini, che «continueremo a partecipare ai lavori insieme con i rappresentanti di Intesa e che avremo Intesa al nostro fianco. Valuteremo insieme lo scenario. Quando sarà formalizzata un’ipotesi di rinnovo del contratto bisognerà vedere, ma si capirà solo quando saremo arrivati a quel punto, cosa accadrà», si legge.

LA NOTA DI INTESA SANPAOLO

Intesa Sanpaolo ieri aveva confermato “di aver comunicato all’Associazione Bancaria Italiana la revoca del mandato di rappresentanza sindacale e pertanto affiancherà ABI nel confronto con le organizzazioni sindacali nazionali a livello di settore, in una fase di particolare importanza come quella attuale”, scrive l’istituto di credito in una nota, nella quale spiega come proseguirà nel dialogo con i sindacati “nel rispetto pieno dei reciproci ruoli, come sempre avvenuto, continuando a ritenere le relazioni industriali elemento essenziale nel raggiungimento degli obiettivi del gruppo, nell’interesse delle nostre persone e della banca”.

Intesa Sanpaolo, inoltre, “conferma la centralità del contributo delle persone del gruppo; la piena garanzia dei diritti individuali e collettivi sarà assicurata, nel tempo, nell’ambito della Contrattazione Collettiva discendente dal confronto con le organizzazioni sindacali nazionali ed aziendali, per fornire il supporto più adeguato al nostro modello organizzativo e al ruolo ricoperto da Intesa Sanpaolo nel nostro Paese. L’adesione di Intesa Sanpaolo adABI – precisa infine l’istituto – resta confermata”.

LE INDISCREZIONI

Alcune ricostruzioni giornalistiche attribuiscono anche ad altri motivi le tensioni fra Intesa Sanpaolo e Abi. Alla presidenza del Casl, il Comitato Affari sindacali e del lavoro dell’Abi, il comitato esecutivo dell’Abi ha nominato di recente Ilaria Maria Dalla Riva, Head of People & Culture Italy di UniCredit (Dalla Riva è la prima donna a ricoprire questo ruolo), dopo le dimissioni di Salvatore Poloni da presidente dopo la conclusione del suo incarico di condirettore generale di Banco Bpm. 

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