In Abi ho risposto a due interventi del responsabile delle relazioni sindacali del gruppo Intesa Sanpaolo che, in occasione di due congressi sindacali, ha dettato le linee politiche e contrattuali sul nuovo contratto nazionale di lavoro. Intesa Sanpaolo, per bocca del suo rappresentante, giustifica le deroghe all’attuale contratto nazionale col fatto di essere il più importante gruppo, anche per dimensione, del settore. E quelle considerazioni sono state diffuse attraverso due video pubblici.
Noi non siamo contrari, come qualcuno oggi ha scritto, alla “settimana corta”, anzi la sosteniamo con convinzione, anche perché l’abbiamo sottoscritta già nel 1999 in un contratto nazionale. Non siamo sfavorevoli nemmeno allo smart working che, però, va regolamentato a tutela di quei dipendenti che potrebbero poi un giorno correre il rischio di trovarsi esternalizzati. E va reso usufruibile volontariamente anche a quei colleghi che lavorano nelle agenzie. Noi vogliamo gestire con le banche tutti i cambiamenti in atto nel settore nell’interesse comune.
Un aspetto deve essere chiaro: non accetteremo mai imposizioni e diktat e pertanto invito tutti alla massima cautela, anche in forza del fatto che ho argomenti da poter utilizzare a mia tutela, a tutela dell’organizzazione e della categoria.
Mi auguro, infine, che il dottor Carlo Messina rimanga alla guida del gruppo ancora per molti anni, ma lo invito ad ascoltare le considerazioni disinteressate di chi ha il suo stesso obiettivo: la crescita della banca e il benessere dei suoi dipendenti.
Per quanto riguarda la situazione tra Intesa Sanpaolo e Abi, lavoreremo tutti per trovare una positiva soluzione, ma, se la decisione di Intesa Sanpaolo era già stata presa da tempo diventa inutile la ricerca di un capro espiatorio.