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Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo, ecco perché non c’è accordo sulla settimana corta con i sindacati

Tensioni a fior di pelle in Intesa Sanpaolo sulla settimana di lavoro da 4 giorni. Ecco perché i sindacati hanno bocciato il progetto della banca e come il gruppo creditizio guidato da Messina replica alle organizzazioni dei lavoratori

 

Tensioni a fior di pelle in Intesa Sanpaolo sulla settimana di lavoro da 4 giorni tra i vertici della banca guidata dall’ad, Carlo Messina, e le organizzazioni sindacali.

Ecco i dettagli così come li hanno messi per iscritto le associazioni dei lavoratori bancari.

I SINDACATI DICONO NO A INTESA SANPAOLO SULLA SETTIMANA DI LAVORO A 4 GIORNI

Quali sono stati i no dei vertici di Intesa Sanpaolo secondo i sindacati FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN?

Si legge nel comunicato dei sindacati:

“Le richieste delle Organizzazioni Sindacali relative agli importantissimi temi dello Smart Working, degli orari di lavoro e delle connesse rivendicazioni economiche purtroppo hanno trovato chiusura da parte dell’Azienda. In particolare la Banca al momento non è stata disponibile a:

  • estendere lo Smart Working e il 4×9, nemmeno con le necessarie modulazioni, a tutti i Colleghi della Rete Filiali;
  • individuare strumenti tecnici che permettano una reale disconnessione al termine del proprio orario di lavoro;
  • incrementare per tutti il valore del Buono pasto;
  • riconoscere il Buono pasto intero per le giornate di Smart Working;
  • riconoscere gli indennizzi per le spese energetiche e di connessione, oltre ad un contributo per l’allestimento della postazione di lavoro.

Nonostante cinque mesi di trattativa e alcuni passi in avanti, queste chiusure, incomprensibili visto il più che positivo andamento e l’organizzazione della Banca, non hanno permesso la sottoscrizione di un accordo”.

Inoltre, secondo i sindacati, la banca “si è voluta tenere la totale discrezionalità nelle concessioni dello Smart working e della settimana 4×9 ed ha comunque dichiarato di voler proseguire unilateralmente nella realizzazione della nuova organizzazione del lavoro”.

Ricordiamo – dicono i sindacati – che lo Smart Working e le flessibilità di orario sono un tema che riguarda l’intero settore del Credito e che il nostro Contratto nazionale è in fase di rinnovo visto che è in scadenza a fine anno.

Infine un avvertimento dei sindacati: “Verificheremo le modalità con le quali l’Azienda si attiverà unilateralmente perché ogni soluzione diversa dalle previsioni del CCNL è inaccettabile!”.

I RUMORS SINDACALI SULLA ROTTURA DELLE TRATTATIVE PER LA SETTIMANA CORTA IN INTESA SANPAOLO

Fin qui la posizione unitaria dei sindacati. Tuttavia, si registrano forti fibrillazioni interne alla Uilca perché l’attuale coordinatrice in Intesa Sanpaolo, Simona Ortolani, e uno dei segretari nazionali, Giuseppe Bilanzuoli, sono in disaccordo sulla rottura delle trattative con l’azienda. La presa di distanza di Bilanzuoli, palesata al tavolo sindacale attraverso la sua fidatissima Ortolani, non sarebbe motivata da questioni di merito affrontate nel corso della trattativa. Raccontano fonti qualificate, infatti, che Bilanzuoli avrebbe messo nel mirino la poltrona del segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan. Peccato però che quest’ultimo, dopo il rinnovo del suo mandato incassato lo scorso settembre, sia definitivamente entrato nelle grazie del leader confederale, Pierpaolo Bombardieri. Il quale ha apprezzato, in particolare, il cambio di passo dell’organizzazione e la presa di distanza rispetto alla precedente gestione, quella di Massimo Masi.

CHE COSA DICE INTESA SANPAOLO

Ma cosa dice la banca guidata da Messina sulla rottura delle trattative? Intesa Sanpaolo proporrà alle persone del Gruppo operanti in Italia un nuovo modello organizzativo del lavoro che va incontro alle esigenze di conciliare gli equilibri di vita professionale e lavorativa delle proprie persone e dimostra attenzione al loro benessere, attraverso soluzioni innovative delle modalità lavorative con l’obiettivo di rendere la banca ancora più agile e dinamica, al servizio di una clientela più esigente. E’ quello che mette nero su bianco il gruppo creditizio guidato dall’ad, Carlo Messina.

Aggiunge Intesa: “Tra le principali novità, un’evoluzione dello smart working con la possibilità di lavoro flessibile fino a 120 giorni all’anno, senza limiti mensili e la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative a parità di retribuzione, su base volontaria e compatibilmente con le esigenze tecniche – organizzative e produttive della Banca. Il confronto con le Organizzazioni Sindacali, pur svolgendosi in maniera proficua e costruttiva, non ha trovato una condivisione sul complesso dei contenuti, ma Intesa Sanpaolo, confermando l‘attenzione alle persone del Gruppo, continuerà a proporre le migliori soluzioni a chi lavora nella prima banca italiana, introducendo le novità da gennaio 2023”.

La proposta – secondo Intesa – prevede la “possibilità di aumentare su base volontaria il lavoro flessibile da casa fino a 120 giorni all’anno, con un’indennità di buono pasto di 3 euro al giorno, per tener conto anche delle spese sostenute lavorando da casa, e di lavorare 4 giorni a settimana aumentando a 9 le ore giornaliere su base volontaria, a parità di retribuzione, senza obbligo di giorno fisso. Dal gennaio 2023, le persone che lavorano in Intesa Sanpaolo, potranno individualmente accedere a queste modalità, ulteriormente migliorative rispetto a quelle attuali, compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive aziendali. Sarà anche avviato un periodo di sperimentazione in circa 200 filiali”

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