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India Zucchero

Perché l’India mette un tetto pure all’export di zucchero

L'India ha imposto un tetto massimo alle esportazioni di zucchero per dare priorità al fabbisogno interno. È l'ultimo episodio di protezionismo alimentare dall'invasione dell'Ucraina. Tutti i dettagli.

Pochi giorni dopo il divieto all’esportazione di grano, l’India ha deciso di limitare la vendita di zucchero all’estero: ne è la prima produttrice e la seconda maggiore esportatrice al mondo, dopo il Brasile.

TETTO ALL’EXPORT DI ZUCCHERO

Mercoledì il governo indiano ha annunciato un tetto massimo alle esportazioni di zucchero, fissato a 10 milioni di tonnellate, per la stagione che durerà fino a settembre: l’obiettivo è mantenere i prezzi sotto controllo e garantire scorte sufficienti al paese dopo la “crescita senza precedenti delle esportazioni” sia l’anno scorso che finora nel 2022.

Il governo ha specificato però che alcuni venditori di zucchero potrebbero ottenere dalle autorità un “permesso specifico” di esportazione per il periodo compreso tra il 1 giugno e il 31 ottobre, invitandoli a presentare domanda.

LA SITUAZIONE IN INDIA

La decisione giunge in un momento economicamente delicato per l’India, la terza economia più grande d’Asia: ad aprile il tasso di inflazione ha raggiunto il 7,8 per cento, il livello più alto in otto anni. La mossa di Nuova Delhi, inoltre, si inserisce nel filone del “protezionismo alimentare”, come spiega CNN: i grandi produttori ed esportatori di cibo stanno limitando le vendite di beni agricoli sui mercati in risposta alla crisi aggravata dall’invasione russa dell’Ucraina. L’Ucraina e la Russia valgono insieme circa il 30 per cento delle esportazioni globali di grano.

L’INDIA VENDE VOLUMI RECORD DI ZUCCHERO

Nell’anno di commercializzazione che va dall’ottobre 2021 al settembre 2022, finora gli zuccherifici indiani hanno firmato contratti di esportazione per circa 9 milioni di tonnellate. Nell’intero anno precedente hanno spedito all’estero 7 milioni di tonnellate di zucchero, già il livello più alto degli ultimi anni.

L’AUMENTO DEI CONTRATTI

Mercoledì a Londra i contratti (futures) dello zucchero si scambiavano a 556,5 dollari per tonnellata, con un aumento dell’1 per cento. Da gennaio il loro prezzo è cresciuto del 13 per cento; rispetto a maggio 2021, il valore dei futures è maggiore del 26 per cento circa.

LE STIME DELLA BANCA MONDIALE

Recentemente la Banca mondiale ha detto che l’aggressione della Russia all’Ucraina ha contribuito a uno shock storico sui mercati delle materie prime che ne manterrà i prezzi su livelli elevati fino alla fine del 2024. Nel 2022 si prevede che i prezzi del cibo cresceranno del 22,9 per cento, trainati principalmente dal rincaro del grano (+40 per cento).

RESTRIZIONI AL POLLAME E AL GRANO

Nei giorni scorsi la Malaysia ha limitato l’export di pollame per dare priorità al fabbisogno interno. Poco prima l’India ha vietato le esportazioni di grano per tutelare il mercato domestico: i raccolti sono stati danneggiati dalle forti ondate di calore, e i prezzi del cereale hanno raggiunto livelli record. L’India è la seconda maggiore produttrice di grano al mondo dopo la Cina, ma non ne è un’esportatrice di rilievo. Per questo, il ministro del Commercio Piyush Goyal ha dichiarato che la decisione “non dovrebbe influenzare i mercati globali”.

Potrebbe non essere così, però. Nonostante le rassicurazioni del ministro, i mercati facevano affidamento sui volumi indiani, per quanto contenuti, per mitigare la carenza di grano creata dalla guerra in Ucraina.

L’INDONESIA RIMUOVE LE RESTRIZIONI

In controtendenza, la settimana scorsa l’Indonesia ha annunciato che rimuoverà il blocco alle esportazioni di olio di palma imposto ad aprile. L’olio di palma – di cui l’Indonesia è la principale produttrice – viene utilizzato come olio da cucina ed è presente in molti cibi.

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