I fondi frenano sull’Opa (non richiesta) di Fsi e della Ion Capital di Andrea Pignataro per Cerved (gruppo italiano specializzato in business information e gestione del credito).
Come ha riportato ieri Repubblica, “i fondi azionisti giudicano i 9,5 euro dell’Opa insufficienti a rappresentare le potenzialità dell’azienda che raccoglie e vende a banche e imprese i dati delle Camere di commercio”.
Diversi fondi hanno chiesto dunque a Cerved, guidata da Andrea Mignanelli, di trovare offerte alternative o di negoziare con Ion e Fsi le migliori condizioni possibili.
Per Cerved si tratta del secondo tentativo di acquisizione in meno di due anni, dopo che Advent International ha lanciato un’offerta nel 2019. Successivamente ritirata dopo che il prezzo delle azioni del gruppo italiano era aumentato a causa dell’aumento del prezzo del mercato.
Lunedì si è svolto inoltre un lungo cda propedeutico all’assemblea del 27 aprile che ha approvato il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2020.
Come ha sottolineato Bebeez, da lunedì 19 aprile le quotazioni del gruppo a Piazza Affari si mantengono al di sopra del prezzo d’opa.
Oggi, alle ore 13.30, il titolo Cerved scambia in aumento dello 0,16% a 9,65 euro, pari a una capitalizzazione di 1,878 miliardi di euro, contro l’equity value di 1,855 miliardi corrispondenti al prezzo di offerta.
Tutti i dettagli.
IL RUOLO DI CEDACRI E CERVED
Il fondo Ion ha orchestrato nelle scorse settimane due operazioni di non poco conto in Italia: ha comprato Cedadri e ha lanciato un’Opa su Cerved.
Cedacri e Cerved costituiscono due snodi nevralgici nei dati economico-industriali-finanziari delle imprese italiane.
Infatti Cedacri è la società italiana specializzata in servizi di outsourcing informatico per il settore bancario e il Cerved è la società che raccoglie ed elabora i dati delle Camere di commercio.
L’OPA DI ION
Il 9 marzo Castor srl, il cui capitale fa capo a Ion Capital, ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Cerved Group.
L’offerta è di circa 1,85 miliardi di euro in contanti.
L’Opa punta al raggiungimento del 90% del capitale, tra le condizioni, per il delisting che qualora non fosse raggiunto potrà essere conseguito mediante la fusione di Cerved nell’offerente o in altra società non quotata facente parte del gruppo riconducibile ad Andrea Pignataro.
CHI PROMUOVE L’OFFERTA
L’offerta di Ion è stata fatta tramite Castor srl, controllata dalla società irlandese Castor Bidco Holdings, a sua volta interamente controllata da FermIon Investment Group, partecipata da Ion Capital Partners per l’85,75% e da Gic Private Limited, un fondo di investimento sovrano fondato dal governo di Singapore nel 1981 per il 10%. Il restante 4,25% è in mano a investitori istituzionali.
Anche il fondo Fsi italiano guidato da Maurizio Tamagnini fa parte dell’offerta vincolante.
IL PREZZO DELL’OPA
Ion ha dichiarato dunque che pagherà 9,5 euro per ogni azione Cerved. Il prezzo incorpora un premio del 43% rispetto al prezzo medio nei 12 mesi precedenti l’annuncio dell’offerta e del 34,9% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni alla data del 5 marzo 2021.
“Il corrispettivo — sottolinea Bebeez — ha un multiplo implicito 2022 EV/ebitda di 10 volte e un rapporto prezzo/utile di 15,6 volte. Il che significa che in caso di consegna di tutte le azioni oggetto dell’opa, il consorzio di investitori dovrà mettere sul piatto un totale di 1,855 miliardi di euro”.
L’ATTIVISMO DI PIGNATARO
Ion con sede a Londra, guidato dall’imprenditore italiano Andrea Pignataro, è un gruppo che possiede aziende come Dealogic, Acuris, proprietario di MergerMarket, e Fidessa, produttore di software di trading.
Sempre lo scorso mese Ion ha rilevato il gruppo Cedacri, fornitore italiano di di software bancario, assieme a Maurizio Tamagnini di Fsi, per 1,5 miliardi.
L’ACQUISIZIONE DI CEDACRI
Fsi aveva ceduto infatti la propria partecipazione del 27% in Cedacri insieme alle altre banche azioniste che detenevano il restante 73% del capitale alla stessa Ion di Pignataro.
LA COMPAGINE SOCIETARIA DI CERVED
Per quanto riguarda Cerved, la società detiene azioni proprie per l’1,53% del capitale mentre i principali azionisti con più del 3% sono Wellington Management Group con il 5,077%; Massachusetts Financial Services Company con il 4,182%; Kayne Anderson Rudnick Investment Management con il 3,064%; il gruppo MutuiOnline con il 3,015% e Giancarlo Broggian (Servizi Cgn) con il 3,006%.
IL VIA LIBERA DELL’ANTITRUST
Lo scorso 25 marzo il Documento di offerta è stato depositato in Consob. Nello stesso giorno inoltre l’Agcm ha dato il suo nulla osta all’operazione.
MA FRENANO I FONDI
Tuttavia, c’è bufera sull’offerta di Ion e Fsi per Cerved.
“Diversi fondi hanno chiesto a Cerved — ha riferito La Repubblica — di trovare offerte alternative o di negoziare con Ion e F2i le migliori condizioni possibili”.
“Altri azionisti esteri, ovvero colossi come Amber Capital, Boussard & Gavaudan Partners, PSquared Asset Management e Tiedemann avrebbero rilevato importanti pacchetti di Cerved in Borsa, spesso a prezzi superiori a quelli d’Opa (ieri l’azione valeva 9,6 euro), per bloccare l’offerta del tandem Ion-F2i. Secondo Boussard (salita al 5% lo scorso 12 aprile) Cerved vale molto di più: togliendo l’attività degli Npl — per cui c’era una trattativa da circa 400 milioni con Centerbridge — il gruppo di informazioni finanziarie viene valutato dall’offerta attuale undici volte il margine operativo lordo, cioè circa la metà del multiplo a cui trattano società rivali come Expernian e TransUnion. Del resto da quando lo scorso 9 marzo è stata annunciata l’Opa su Cerved, circa il 55% dei volumi scambiati sono finiti in mano a fondi hedge”.
SI È GIÀ TIRATO INDIETRO SINCLAIR CAPITAL
Già a metà aprile Massimo Stabilini, fondatore di Sinclair Capital (società di investimento alternativo con oltre 100 milioni di dollari di asset in gestione), in quel momento possessore di una quota dell’1% di Cerved, aveva dichiarato a Reuters che non avrebbe apportato il suo pacchetto di azioni all’opa proprio perché il prezzo non era adeguato.
“Ci aspettiamo che il cda non approvi l’offerta”, aveva dichiarato Stabilini. “Pensiamo che altri player potrebbero mostrare interesse per il gruppo”, ha aggiunto.
Stabilini ha detto che il prezzo dell’offerta di Ion con Fsi era troppo basso, considerando che la sola divisione di gestione del credito di Cerved potrebbe essere venduta per 400-500 milioni di euro.
Secondo il fondatore di Sinclair Capital il prezzo non ha tenuto conto delle potenziali efficienze con Cedacri e dell’impatto della pandemia di coronavirus sul prezzo delle azioni di Cerved nell’ultimo anno.
I MOVIMENTI SUL TITOLO CERVED
“Intanto negli ultimi giorni si sono segnalati parecchi movimenti sul titolo da parte di Morgan Stanley e JP Morgan” ha sottolineato Bebeez. “In particolare, nell’ultima comunicazione Consob sugli azionisti rilevanti pubblicata venerdì 23 aprile, si legge che JP Morgan il 20 aprile è scesa al 3,874% dal 5,169% ed è uscita dai contratti equity swap che aveva in essere per una partecipazione potenziale pari allo 0,02%; mentre Morgan Stanley il 19 aprile è scesa dal 6,371% (di cui il 5,76% la partecipazione potenziale da contratti di equity swap) al 6,351% (di cui 5,324% in equity swap)”.
L’ASSEMBLEA DEL 27 APRILE
Infine, ieri l’assemblea dei soci di Cerved Group ha approvato il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2020 e la proposta del cda di coprire la perdita risultante dal bilancio d’esercizio 2020, pari a 296.070 euro, mediante l’utilizzo per pari importo delle riserve da utili portati a nuovo.
Come previsto, l’assemblea non ha approvato la distribuzione di un dividendo di 0,50 euro per azione, proposta da parte degli azionisti Gruppo Mutuionline (3,3% del capitale) e la sua controllata Centro Istruttorie.