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Isab, 5G e non solo: tutte le mosse del governo Meloni con il golden power

Il governo Meloni è intervenuto con il golden power sull'affare Isab e sul 5G per assicurarsi contro la presenza russa e cinese. Rimane la questione Ex-Ilva con ArcelorMittal. Tutti i dettagli

 

Durante il Consiglio dei ministri dell’11 aprile il governo di Giorgia Meloni ha autorizzato la cessione della raffineria ISAB di Priolo Gargallo alla società di private equity cipriota G.O.I. Energy. L’impianto – uno dei più importanti d’Italia e dell’intera regione mediterranea – è di proprietà della compagnia petrolifera russa Lukoil, e ha difficoltà ad acquistare il greggio che alimenta i suoi processi per via delle sanzioni internazionali contro la Russia.

IL DPCM DEL GOVERNO SULLA ISAB

Il Sole 24 Ore ha scritto che il governo, attraverso un decreto (DPCM), ha applicato il golden power sull’operazione ISAB: non ne ha bloccato la vendita a G.O.I. Energy, ma ha posto delle condizioni. Il golden power è infatti quell’insieme di poteri speciali a cui l’esecutivo può fare ricorso per tutelare l’interesse nazionale nei settori e negli asset ritenuti strategici.

LE RASSICURAZIONI SU G.O.I. ENERGY E SU TRAFIGURA

I dettagli del DPCM non sono ancora noti, ma il quotidiano scrive che il governo ha voluto “tutelarsi” su due questioni: sulla presenza di imprenditori russi o comunque legati alla Russia in G.O.I. Energy, che non sarebbero stati trovati; e sugli approvvigionamenti di petrolio, che dovranno essere pluriennali e tracciati.

– Leggi anche: Tutto su Goi Energy, il fondo cipriota che ha acquistato la Isab di Priolo da Lukoil

Delle forniture di greggio alla ISAB si occuperà Trafigura, una compagnia svizzero-singaporiana di commercio di materie prime.

Prima dell’invasione dell’Ucraina, Trafigura era una delle trader principali di petrolio e prodotti raffinati della compagnia petrolifera statale russa Rosneft. Con l’inizio della guerra, tuttavia, la società ha subito preso le distanze da Mosca, vendendo ad esempio la sua quota nel progetto petrolifero di Vostok, nell’Artico russo, acquistata appena un anno e mezzo prima.

Il governo italiano vuole che Trafigura si impegni a fornire petrolio alla raffineria di ISAB per un periodo di dieci anni; i barili, inoltre, dovranno essere tracciati per garantirne la provenienza da paesi non sottoposti a sanzioni o restrizioni varie, come la stessa Russia.

COSA SUCCEDE ORA

Dopo l’intervento governativo, il passaggio formale di proprietà da Lukoil a G.O.I. Energy dovrebbe concludersi nelle prossime settimane. Il valore dell’operazione è stimato sugli 1,2 miliardi di euro.

COSA FARÀ IL GOVERNO SU ACCIAIERIE D’ITALIA

Oltre alla ISAB di Priolo Gargallo, il governo Meloni ha un’altra, complessa questione industriale da gestire: il futuro di Acciaierie d’Italia (la ex-ILVA), controllata dal gruppo siderurgico lussemburghese ArcelorMittal e da Invitalia, l’agenzia per la promozione degli investimenti del ministero dell’Economia.

Dopo che il decreto legge 2/2023 aveva assicurato ad Acciaierie d’Italia – tramite Invitalia – una liquidità di 680 milioni di euro, il futuro della società verrà discusso dal governo e ArcelorMittal entro fine aprile. Al vertice degli azionisti si parlerà del nuovo piano industriale e della possibilità che lo stato anticipi il passaggio in maggioranza del capitale.

IL GOLDEN POWER SUL 5G

Oltre che sull’affare ISAB, il governo ha fatto ricorso al golden power anche nelle infrastrutture per il 5G, lo standard di quinta generazione per le tecnologie di telefonia mobile.

Il 31 marzo, infatti, sono stati varati quattro decreti per garantire la diversificazione dei fornitori di apparecchiature agli operatori Inwit, Cellnex Italia, Fastweb e Iliad Italia, in modo da ridurre la presenza di componentistica cinese nelle reti nazionali.

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