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Bassa Sassonia

Cosa si dice sulla stampa in Germania su Russia e Ucraina

Secondo la Welt, la politica della Germania nei confronti della Russia rappresenta "un fallimento storico". Ecco perché. L'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino.

 

Le reazioni verbali dei politici tedeschi all’attacco russo sono state forti e nette, un deciso cambio di tono rispetto alle dichiarazioni da appeasement delle settimane precedenti, dando l’idea di un riallineamento e compattamento dell’alleanza occidentale. Anche se, poi, i fatti concreti fatti seguire in serata sono apparsi meno coraggiosi, almeno a osservare i primi giudizi sul tipo di sanzioni comminate in sede Ue. Ma la stampa tedesca non concede oggi sconti alla strategia politica tedesca, di oggi e di ieri, che si è fatta ingannare da Putin.

“Un fallimento storico della Germania”. È molto duro il giudizio della Welt sulla Ostpolitik tedesca degli ultimi dieci anni: “La politica verso la Russia dell’Occidente è stata concepita a Berlino, dall’ex cancelliera Angela Merkel e dal suo ex ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier e ora Putin sta diffondendo sul terreno europeo quella ideologia revanscista di sangue e suolo che nessuno in Germania ha per anni voluto vedere”.

Russia, ma anche Cina. Dittature con cui Berlino ha intessuto fitti rapporti economici: una strategia che oggi si ritorce contro. “La Germania ha vissuto nell’illusione di poter fare buoni affari con le dittature”, scrive ancora la Welt in un secondo editoriale, “e così la Repubblica federale si è incatenata alla Russia e alla Cina. Ora risulta evidente quanto la politica estera tedesca sia stata avida e ingenua. E arriva il conto, ed è estremamente salato”. L’attacco di Putin ha distrutto tutte le illusioni nate dopo la fine della guerra fredda, buttando all’aria la nostra casa di carta, ha prosegue il quotidiano conservatore: fa quel che vuole perché ha visto la debolezza dell’Occidente, soprattutto l’Europa e i tedeschi sono diventati decadenti, si sottomettono a uno Zeitgeist ingenuo e remoto.

Una critica a tutto campo della politica estera tedesca che accompagna un po’ tutta la stampa tedesca, senza distinzione di orientamento editoriale. E che arriva però anch’essa, forse, troppo tardi. “Non pensare nelle categorie di amici e nemici è stata per lungo tempo la linea tedesca”, scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, “ma adesso sperimentiamo che il pessimismo sarebbe stato un consigliere migliore”.

Di ingenuità nei rapporti con la Russia di Putin hanno parlato ieri molti commentatori, e diversi politici si sono cosparsi il capo di cenere per aver guardato verso Mosca “con gli occhi azzurri” (è l’espressione tedesca per chi guarda il mondo con un certo candore). Annagret Kramp-Karrenbauer, l’ex leader della Cdu cui Merkel aveva pensato di rafforzare le spalle spedendola al ministero della Difesa, ha pubblicato un tweet frustrato spargendo autocritica per “aver dimenticato la lezione di Kohl e Schmidt”: essere militarmente forti in modo che per la controparte non esista l’opzione di non trattare. La Frankfurter non si commuove e utilizza un breve corsivo per replicare direttamente: “La frustrazione è comprensibile, ma dove era la sua generazione quando si trattava di assumersi responsabilità? Ora sperimenta una debacle morale”.

Mancanza di visione strategica nella politica energetica e di difesa hanno portato all’impotenza di fronte all’aggressività di Putin, prosegue il quotidiano di Francoforte, mentre un’ulteriore lezione amara per l’Occidente e la Germania arriva dal sostegno della Cina a Putin: “L’asse autoritario fra Pechino e Mosca è un dato di fatto”, conclude la Faz, e anche questa è un fallimento della politica estera tedesca.

Lo Spiegel si chiede: “I politici tedeschi entrano con rimorso nel secondo giorno di guerra in Europa. Ma quanto sono veramente determinati?”. Le reazioni concrete sono confinate alle sanzioni economiche che, nota la Süddeutsche Zeitung, “da sole probabilmente non saranno in grado di fermare questa guerra perché con l’attacco all’Ucraina Putin vuole distruggere l’Europa così come la conosciamo”.

L’Handelsblatt vede però anche debolezze nella strategia di Putin: “L’obiettivo strategico dichiarato di Putin era costringere gli americani a ritirare le truppe della Nato dall’Europa orientale, adesso sta accadendo il contrario.

La Nato rafforza il suo fianco orientale e attiva i suoi piani di difesa. Gli Stati Uniti inviano più truppe in Europa. Altri 7.000 soldati americani dovrebbero arrivare in Germania nei prossimi giorni. Forse ce ne saranno di più”.

Un boomerang per il presidente russo, ritiene il quotidiano economico, che riprende una parte della dichiarazione di ieri del cancelliere tedesco: “Putin non vincerà questa guerra, ha proclamato Olaf Scholz. Una dichiarazione dal suono quasi bizzarro, vista la velocità con cui le truppe russe stanno penetrando le difese dell’Ucraina. Ma allargando l’orizzonte a tutta l’Europa, Scholz ha ragione”.

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