skip to Main Content

Generali Caltagirone

Generali, Cirinà e la lista Caltagirone della discordia

Assicurazioni Generali: che cosa sta succedendo dopo 'ufficializzazione della lista Caltagirone anti Donnet/Mediobanca. Fatti, nomi e indiscrezioni

 

Non è una serena vigilia per Francesco Gaetano Caltagirone (primo socio privato di Generali con l’8,5%) che il 25 marzo presenta la lista a sua immagine e somiglianza per il rinnovo del board di Assicurazioni Generali.

Obiettivo: ribaltare il piano dell’azionista forte del Leone, ossia Mediobanca, per confermare il numero uno del gruppo assicurativo Philippe Donnet.

L’idea di indicare il top manager di Generali, Luciano Cirinà, come alternativa a Donnet ha destato non poche perplessità tra gli osservatori e tra gli altri azionisti di Generali, oltre a provocare una reazione del colosso triestino, che ha anche meditato il licenziamento di Cirinà.

«Sospeso con effetto immediato»: è stata questa la reazione di Generali alla candidatura a ceo nella lista di Caltagirone di Luciano Cirinà, responsabile del Centro-Est Europa del gruppo (per questo coccolato al Forum euroasiatico filo-russo) e uno dei sei top manager a diretto riporto dell’amministratore delegato Donnet, che invece punta alla riconferma.

“Insomma uno dei massimi dirigenti del gruppo sfida il capoazienda, con il quale ha fino a ieri collaborato anche nella preparazione e poi nella presentazione del piano industriale annunciato lo scorso dicembre”, ha notato oggi il Corriere della sera.

Nell’annunciare la sospensione del «regional officer» e l’interim al ceo di Generali Deutschland Giovanni Liverani, Generali ha precisato che «restano validi tutti gli obblighi statutari o contrattuali», compresi la riservatezza su dati «confidenziali» e «l’adesione a tutte le regole e le policy interne, incluse quelle che regolano le relazioni con i media, gli analisti finanziari, le agenzie di rating, gli investitori e le authority». Una sfida anche legale che sta squassando il top management del colosso assicurativo.

“Si tratta in ogni caso solo dell’ultimo episodio di una battaglia che vede contrapposto Caltagirone al cda delle Generali e a Mediobanca per il rinnovo del consiglio. Rinnovo che verrà deciso dall’assemblea dei soci del 29 aprile e per il quale il board ha candidato Philippe Donnet alla carica di ceo e Andrea Sironi a quella di presidente”, ha chiosato il Sole 24 Ore.

Da capire – ha aggiunto il quotidiano economico-finanziario – come risponderà Cirinà e soprattutto il gruppo Caltagirone che hanno organizzato proprio per domani la presentazione del proprio programma strategico agli analisti e alla stampa. A condurre i lavori, oltre a Cirinà, è previsto anche Claudio Costamagna, indicato dall’imprenditore romano alla carica di presidente del Leone.

Ma su Costamagna persistono interrogativi e perplessità in ambienti della fondazione torinese Crt (qui fatti e indiscrezioni in un articolo di Start Magazine). Così come per il ruolo di candidato amministratore delegato – secondo indiscrezioni di Dagospia – l’altro socio privato anti Mediobanca, ossia Leonardo Del Vecchio, preferiva Sergio Balbinot al posto di Cirinà. Ma alla fine è prevalsa la scelta di Caltagirone: non a caso la lista è ribattezzata appunto “lista Caltagirone” e non lista Caltagirone-Del Vecchio-Crt.

Per tutti questi elementi – dai subbugli interni a Crt per l’inusuale attivismo della fondazione all’assenza di fatto della mano di Del Vecchio nella lista anti Donnet/Mediobanca – sul mercato e tra gli osservatori ci si chiede: ma quanto è solido l’asse fra Caltagirone, Del Vecchio e Crt?

I fatti risponderanno all’interrogativo.

Back To Top