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Generali Caltagirone

Ecco con chi Caltagirone vuole agguantare Generali

Piani e uomini di Caltagirone su Generali. Tutti i nomi della lista e i curricula. L’articolo di Emanuela Rossi

 

Tanto tuonò che piovve. Dopo settimane di annunci e movimenti Francesco Gaetano Caltagirone conferma l’adagio e due giorni fa ha comunicato la sua lista per Generali, alternativa a quella preparata dall’attuale board di Trieste – e “ispirata” dal primo azionista Mediobanca (12,8%) – che vede la riconferma di Philippe Donnet nel ruolo di ceo (al terzo mandato) affiancato da Andrea Sironi, presidente di Borsa Italiana. Alla competizione, che vedrà nell’assemblea del 29 aprile il momento clou, potrebbe partecipare anche una terza lista, quella dei fondi raggruppati in Assogestioni.

IL BOARD DELLA LISTA CALTAGIRONE PER GENERALI

Il costruttore romano, secondo azionista del gruppo assicurativo con l’8,5%, ha presentato una lista per il nuovo cda – si legge nella nota – con profili che “esprimono un complesso diversificato di esperienze, conoscenze e competenze, maturate in contesti organizzativi ed operativi nazionali ed internazionali di pari complessità, in grado di comprendere al meglio attività, prospettive e rischi della compagnia” e che hanno “conoscenza delle dinamiche del settore assicurativo-finanziario e dell’asset management, dei temi legati al digitale e all’Information Technology, nonché Esg”, partendo dai candidati al ruolo di amministratore delegato, Luciano Cirinà, e a quello di presidente, Claudio Costamagna. Secondo il Corsera si tratta di “una lista di peso, con manager che non devono la loro carriera a Caltagirone ma sui quali ora l’ingegnere punta per convincere a votare per loro e non per la lista del board gli investitori istituzionali”.

La lista è “particolarmente equilibrata perché composta da 6 donne e 7 uomini”, si legge ancora nel comunicato stampa, ossia il 46% e il 54%, e l’85% di loro è indipendente dunque “collocando il consiglio di amministrazione della compagnia al di sopra della media italiana”. Tranne lo stesso Caltagirone, che è primo nell’elenco e che è stato vicepresidente di Generali fino allo scorso gennaio, non ci sono rappresentanti di azionisti o consiglieri uscenti. Peraltro, proprio per la sua posizione in lista, il costruttore romano – se pure la corsa fosse a tre e il suo schieramento arrivasse ultimo – entrerebbe sicuramente in cda visto che andrebbero nove posti alla lista vincente, tre alla seconda e uno alla terza.

E comunque per il Corriere della Sera l’ingegnere punterebbe seriamente ad ottenere la maggioranza dei voti e proprio per questo è in programma nei prossimi giorni una presentazione del piano industriale alternativo a quello di Donnet da parte di Costamagna e Cirinà cui seguirà un roadshow per accaparrarsi i voti degli investitori istituzionali. Questi ultimi, ricorda il quotidiano diretto da Luciano Fontana, sono scesi nell’azionariato dal 40,7% del 2020 al 35,1% (dati da libro soci per la cedola di ottobre) mentre i risparmiatori retail sono calati meno (dal 23,9% al 22,4%). Si sono rafforzati invece i soci principali con la Delfin di Leonardo Del Vecchio al 6,6% e la Fondazione Crt all’1,7%.

IL CANDIDATO AL RUOLO DI CEO, LUCIANO CIRINÀ

Luciano Cirinà conosce bene il settore assicurativo-finanziario e dell’asset management secondo Il Sole 24 Ore. Triestino, classe 1965, laureato in Business Administration nell’ateneo friulano nel 1988, basato dal 2013 a Praga, Cirinà è attualmente alla guida dell’Austria e dell’Est Europa per Generali e ha esperienza più che trentennale in campo assicurativo. “È considerato – si legge ancora nella nota diffusa dal gruppo Caltagirone – da molti all’interno della compagnia il successore dell’attuale amministratore delegato” e “gode anche di particolare stima e rispetto da parte di tutto il personale” del Leone. Inoltre nel 2012 è stato eletto presidente dell’associazione assicurativa austriaca.

A TRIESTE STUPITI DELLA MOSSA DI CIRINA’ ANTI DONNET

È vero che Cirinà (alla guida delle attività in Austria e nella Cee) è tra i tre manager, insieme a Marco Sesana (capo del business in Italia) e Jean-Laurent-Granier (il numero uno per la Francia), presenti nella tabella di successione della compagnia, cioè tra coloro che hanno le competenze e le carte in regola per poter guidare in futuro l’azienda, “ma lo sgarbo interno non è facile da digerire, visto che Cirinà da settimane flirta con il nemico sedendo sulla sedia di casa. E con il sospetto che non sia un fatto isolato, cioè che Cirinà sia l’espressione di un orgoglio manageriale triestino che ha deciso di giocare le sue carte nel futuro della compagnia”, ha scritto Repubblica.

IL CANDIDATO AL RUOLO DI PRESIDENTE, CLAUDIO COSTAMAGNA

Per la presidenza, come si diceva, Caltagirone ha invece indicato Claudio Costamagna. Milanese, nato nel 1956, Costamagna per 18 anni ha lavorato in Goldman Sachs e ne è stato prima head e poi chairman dell’Investment Banking Division per Emea della banca d’affari. Da luglio 2015 a luglio 2018 è stato tra l’altro presidente di Cassa Depositi e Prestiti e proprio due giorni fa si è dimesso dalla Spac Revo, promossa a maggio scorso insieme all’ex dg di Generali ed ex ad di Cattolica assicurazioni, Alberto Minali.

GLI ALTRI COMPONENTI DEL BOARD

Oltre a Cirinà, Costamagna e Caltagirone, fra i candidati ci sono pure Marina Brogi, romana, ex bocconiana, professoressa di Economia e tecnica dei mercati finanziari all’università “Sapienza”, con alle spalle oltre 20 anni di ricerca e formazione nei settori bancario e finanziario; Flavio Cattaneo, ex amministratore delegato di Terna, Tim e Ntv e dal 2021 fondatore e azionista di controllo di Itabus, azienda di trasporto su strada che serve oltre 70 Comuni del Paese attiva dallo scorso maggio. E ancora: ci sono Roberta Neri, ex cfo di Acea ed ex ad di Enav, di cui ha curato la quotazione in Borsa; Alberto Cribiore, studi in Bocconi (e bocconiano dell’anno nel 2007), in passato membro del board of directors e chairman globale di Merrill Lynch e vice presidente del Citi’s Institutional Clients Group; Maria Varsellona, esperienze in GE, Nokia, Nordea Bank e ABB e dal 1° aprile nuova general counsel global di Unilever; Paola Schwizer, milanese, classe 1965, docente di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Parma e professore affiliato di Banking and Insurance alla SDA Bocconi School of Management di Milano.

Nella lista depositata dal gruppo Caltagirone spazio anche ad Andrea Scrosati, romano, 50enne, per 11 anni executive vice president programming di Sky, ora ceo di Continental Europe e coo globale di Freemantle; Stefano Marsaglia, da più di 30 anni attivo nell’investment banking (Rothschild, Barclays), con alle spalle un’esperienza di executive chairman corporate and investment banking a Piazzetta Cuccia. Infine, spazio anche a Nicoletta Montella, responsabile della funzione Legal e Compliance in Ntv, e a Patrizia Michela Giangualano, formazione in Bocconi, esperta di governance, componente del board di varie società quotate come Leonardo, Ferragamo e Saipem.

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