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Arnese

Formica Belloni: Dis-lurp, ventriloqui quirinalizi, salvataggi giavazziani, tracciatori desaparecidos

Belloni (Dis), Giavazzi, Mattarella, Scalfari, Biden, Scholz, Cdp, Psc, Pfizer, banche, caffé e non solo. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Startmag

 

DIS-LURP PER BELLONI

 

VENTRILOQUI QUIRINALIZI

 

APPERO’ QUESTE APP DI TRACCIAMENTO…

 

TRACCIATORI DESAPARECIDOS

 

NUMERI INTENSIVI

 

LE ULTIME (SIBILLINE) DI PFIZER

 

DEMOCRATICI ANTI BIDEN

 

IL SEMAFORO DI SCHOLZ

 

MAPPAMONDO BANCARIO

 

IL CAFFE’ TIRA SU (I PREZZI)

 

SCALFARISMI

 

GIAVAZZISMI

Che cosa farà Cdp con Fincantieri per il gruppo Psc?

 

PENATISMI

 

I NUMERI DEL SOLE 24 ORE

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ESTRATTO DA UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUGLI EFFETTI DELLE RIDUZIONI IRPEF:

Il 36,6% dei 7 miliardi che il progetto di governo e maggioranza dedica alla riduzione dell’Irpef andrà a tagliare l’imposta di chi dichiara fino a 20mila euro di reddito lordo all’anno. Un altro 12,7%, cioè poco meno di 900 milioni, è destinato allo scalino appena superiore, che ospita i redditi fra 20mila e 26mila euro. Salendo la piramide dei redditi, poi, il peso finanziario degli sconti si riduce, fino alla fascia 40-50mila euro dove si concentra un altro 15,4% dei tagli. Poi ricomincia la rapida discesa con i fondi destinati ai redditi sopra quella cifra.

Il dibattito sulla distribuzione degli effetti del taglio Irpef in arrivo con la manovra si è infiammato negli ultimi giorni, soprattutto dopo la proclamazione dello sciopero generale da parte di Cgil e Uil. Sono volate parole grosse sul “regalo ai ricchi” nella legge di bilancio, contrastate con altrettanta veemenza dai difensori della riforma. I numeri, però, parlano il linguaggio più efficace per capire che cosa succede davvero.

La geografia degli sconti fiscali messi in programma dal nuovo meccanismo delle quattro aliquote e delle detrazioni rinforzate, disegnata dai dati elaborati dal Mef al tavolo con la maggioranza, mostra con chiarezza gli obiettivi dell’intervento. L’indicatore essenziale per capirli, però, non è il valore assoluto delle riduzioni d’imposta: bisogna guardare al peso degli sconti in rapporto alla distribuzione dell’Irpef attuale.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUI TRACCIATORI:

Se a inizio gennaio del 2021 si contavano 14.920 tracciatori, quasi un anno dopo, a inizio dicembre, sono diventati 11.352, in pratica 3.568 in meno. Una emorragia di personale importante e che sicuramente rende ancora più difficile la caccia al virus visto che l’attività di contact tracing consiste non solo nell’effettuare i tamponi, ma anche nel tracciare tutti i contatti stretti di un contagiato almeno nelle 48 ore precedenti.

 

Si scopre così che dal report dell’Iss pubblicato l’8 gennaio (11 mesi fa) con dati aggiornati al 5 gennaio le Regioni risultavano molto più attrezzate di quanto lo siano oggi, in base ai dati dell’ultimo report del 3 dicembre (dati al 1 dicembre). I numeri dicono infatti che le Regioni quasi un anno fa contavano in media su circa 3 tracciatori ogni 10mila abitanti, anche se con differenze eclatanti, e oggi arrivano con difficoltà a 2. Facendo due conti in base a queste tabelle e agli abitanti si scopre che praticamente tutte le Regioni hanno tagliato i tracciatori (con l’eccezione di Lazio, Sicilia e Trento) e ben otto in un anno hanno addirittura dimezzato il loro personale. Si tratta di Emilia, Liguria, Lombardia, Bolzano, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta. La cosa è ancora più grave se si aggiunge il fatto che a ottobre 2020, in piena seconda ondata, la Protezione civile lanciò un bando per assumere rapidamente 2mila nuovi tracciatori. Dopo oltre un anno la domanda è scontata: dove sono finiti?

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI FORMICHE SU ELISABETTA BELLONI (DIS):

C’è chi costruisce la propria carriera iscrivendosi nella categoria delle “riserve” della Repubblica. Elisabetta Belloni ha scelto un altro ruolo. Gioca da titolare. E, con la laboriosità delle formiche, conquista primati che non declina al singolare. Ecco perché abbiamo scelto la Direttrice generale del Dis come “Formica dell’anno”

Un numero primo, ma senza solitudine. Il destino di Elisabetta Belloni è quello di arrivare per prima aprendo una stagione nuova con benefici non solitari.

Quando il presidente del Consiglio Mario Draghi l’ha chiamata a dirigere il comparto dell’intelligence, la sintonia umana ha giocato un ruolo secondario. Non che mancasse: con il primo ministro condivide un passato fra i banchi del liceo romano Massimiliano Massimo, scuola gesuita che negli ultimi decenni ha svolto il ruolo centrale di palestra dell’élite del Paese.

L’arrivo a Piazza Dante ha segnato piuttosto il coronamento di una carriera alla Farnesina all’insegna di due stelle polari: continuità e discrezione. Non è un dettaglio. Il cliché italiano di un potere che appare tale solo se esibito trova infatti una netta smentita nella figura di Belloni. In lei l’idea potere si manifesta attraverso le categorie della discrezione e della laboriosità, rigorosamente declinate insieme.

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