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Ferretti Group

La Borsa zavorra Ferretti Group

All'indomani della quotazione a Milano (la seconda, dopo Hong Kong), le azioni di Ferretti Group calano rispetto al prezzo di collocamento. Intanto, il Ceo Galassi riempie di lodi i cinesi di Weichai...

 

Un giorno dopo la quotazione a Milano, avvenuta martedì 27 giugno, il titolo della società di cantieristica navale Ferretti Group è in calo dell’1,3 per cento a 2,94 euro, in controtendenza rispetto all’andamento generale della borsa italiana (+0,4 per cento) e di quelle europee. Per il listing a Piazza Affari le azioni erano state collocate a 3 euro.

COM’È ANDATA LA QUOTAZIONE DI FERRETTI GROUP A MILANO

Martedì, il giorno del debutto in Italia – Ferretti Group è già quotata a Hong Kong, in Cina, perché il suo principale azionista è cinese: il gruppo statale Weichai -, le azioni della società di yacht erano inizialmente in rialzo del 4,6 per cento sul prezzo di collocamento, a 3,14 euro l’una. In chiusura, tuttavia, risultavano in calo dello 0,6 per cento, a 2,98 euro.

Ferretti Group è specializzata nella costruzione di yacht di lusso ed è proprietaria dei marchi Riva, Pershing e Wally. Secondo Barbara Lunghi, responsabile dei mercati primari del gruppo Euronext della Borsa Italiana, la quotazione della società a Piazza Affari “conferma Milano [come] la piazza di riferimento per il settore del lusso del made in Italy, che oggi conta una cinquantina di titoli con circa 116 miliardi di euro di capitalizzazione”.

La doppia quotazione di Ferretti “rappresenta il primo esempio di dual-listing tra i listini di Hong Kong e Milano”, spiega la banca d’investimento Equita, che ha seguito l’operazione. La società “ha visto importanti innovazioni di processo” che le hanno permesso “di raccogliere €292 milioni e raggiungere una capitalizzazione di circa €1 miliardo”.

GALASSI RINGRAZIA L’AZIONISTA CINESE

Ieri l’amministratore delegato di Ferretti, Alberto Galassi, ha iniziato – come riporta il Corriere della Sera – il suo discorso con un ringraziamento al presidente di Weichai: “Senza di lui non ce l’avrei mai fatta”. Nel 2012, anno dell’ingresso di Weichai, Ferrei Group era infatti in crisi: al tempo, ha ricordato Galassi, “nessuno considerava Ferretti. Tan Xuguang vide un Riva ormeggiato e lo raccolse, rilanciandolo insieme al gruppo. Dobbiamo il successo alla visione di quest’uomo”.

Intervenuto da remoto, Tan Xuguang ha detto che nel 2012 il fatturato di Ferretti era di 300 milioni di euro circa, mentre oggi ha superato 1 miliardo. Galassi ha dichiarato che il 2023 è stato “l’anno migliore dal rilancio” e che la società vuole concentrarsi su nuove acquisizioni.

Con la quotazione alla borsa di Milano la quota di Weichai in Ferretti Group è passa dal 67 al 35 per cento: si è trattato di un espediente per evitare futuri problemi con il golden power, capitati invece a Pirelli per i rapporti con la Cina?

IL NUOVO AZIONARIATO

Assieme alla riduzione della quota di Weichai, l’operazione a Piazza Affari ha visto la partecipazione di tre anchor investor, o investitori di riferimento, che controlleranno assieme il 13 per cento del capitale: sono il fondo emiratino Chimera, con il 3 per cento circa; Danilo Iervolino, che controlla la casa editrice BFC Media (società che pubblica il settimanale L’Espresso) ed è presidente della Salernitana; Karel Komarek, imprenditore di nazionalità ceca che ha fondato la società d’investimento KKCG. Iervolino e Komarek possiedono insieme il 10 per cento di Ferretti.

Nell’azionariato resta presente Piero Ferrari con l’8 per cento (attraverso F Investments): Alberto Galassi, amministratore delegato di Ferretti, è suo genero.

I NUOVI CANTIERI IN ITALIA

Lo scorso febbraio le autorità italiane hanno approvato il progetto di Ferretti per la realizzazione di uno stabilimento dedicato alla costruzione di yacht nel porto di Taranto, in Puglia, più precisamente all’ex-Yard Belleli. L’investimento vale in tutto 204 milioni di euro: è stato sostenuto con 137 milioni di fondi pubblici.

A marzo, poi, Ferretti ha rilevato il cantiere San Vitale di Marina di Ravenna, con l’intenzione di destinarlo alla produzione di yacht.

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