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Ferrari, Cnh, Ubs e non solo. Tutti i no del Fondo Cometa nelle assemblee dei soci

Il Fondo pensione Cometa dei metalmeccanici presieduto dall'economista Realfonzo ha detto una serie di no durante le ultime assemblee dei soci di alcune aziende come Ferrari, Cnh, Apple, Ubs, Unicredit e non solo. Tutti i dettagli

 

Dopo aver bocciato Tim Cook alla guida di Apple, il Fondo Cometa boccia John Elkann alla guida di Ferrari. E non solo, sono molti i voti contrari del Fondo Nazionale Pensione Complementare dei lavoratori del settore metalmeccanico alle aziende della famiglia Agnelli e del settore bancario. Il Fondo Cometa è il principale fondo pensione italiano, vanta circa 450mila aderenti e 13 miliardi di risparmio previdenziale gestito.

TUTTI I “NO” DEL FONDO COMETA ALLA FAMIGLIA AGNELLI

Il Fondo Cometa presieduto dall’economista Riccardo rRalfonzo (nella foto) si è espresso in maniera contraria rispetto a tre punti emersi nel corso dell’assemblea del 14 aprile 2022 che riguardano CNH industrial e uno che riguarda Ferrari.

IL NO ALLA RIELEZIONE DI JOHN ELKANN ALLA GUIDA DI FERRARI

Il Fondo Cometa ha rifiutato la proposta di rielezione di John Elkann in qualità di presidente esecutivo della Ferrari. Le motivazioni hanno a che vedere l’indipendenza del presidente Elkann in quanto presidente del comitato ESG, che si occupa anche dei compiti relative alle nomine degli amministratori, e presidente e CEO di Exor NV (principale azionista con il 22,9% delle azioni ed il 34,5% dei diritti di voto). Il Fondo Cometa sottolinea che le preoccupazioni “sono sorte sulla nomina di un Consigliere esecutivo a Presidente del Board, a causa dei significativi rischi di conflitti di interesse”, inoltre John Elkann, da presidente del comitato ESG si occupa anche dei compiti relativi alle nomine dei Consiglieri, cosa che dovrebbe far preferire “un membro indipendente secondo le migliori pratiche internazionali”.

I NO AL GRUPPO CNH INDUSTRIAL

Il Fondo ha rispedito al mittente anche le proposte di CNH Industrial in materia di remunerazione ai vertici della società. “I compensi variabili complessivamente attribuiti al CEO sono pari all’1107% del salario base nel 2022 (696% escludendo il “bonus di benvenuto”), valore decisamente al di sopra delle pratiche europee ed olandesi – scrive il Fondo Cometa -. Il pagamento di sostanziosi “bonus di benvenuto”, che non dipendono dai risultati conseguiti nel Gruppo, è contrario alle migliori pratiche internazionali. Inoltre, il 25% dell’incentivo di lungo periodo non dipende da alcun parametro di performance, e quindi non è allineato alla creazione di valore sostenibile”. Il Fondo ha rispedito al mittente un piano di incentivazione basato su azioni. “L’incentivo del CEO, al raggiungimento dei target, ammonta a USD 12 milioni (706% del salario base), e la componente dipendente da performance può aumentare fino al 200% del valore target – si legge -. Di conseguenza, l’incentivo massimo attribuibile al CEO è USD 21 milioni (1235% il salario base). Tali livelli di incentivazione sono decisamente superiori alle migliori pratiche del settore, e contribuiscono al significativo differenziale retributivo tra top management e resto dei dipendenti”. Il no è arrivato anche sull’autorizzazione ad emettere azioni a voto speciale.

I DUE DEL FONDO COMETA NO A STELLANTIS

Due voti contrari sono arrivati per Stellantis, sempre in materia di remunerazioni del management. “Serie preoccupazioni – scrive il Fondo – sono sorte sui contributi pensionistici per il CEO (119% del salario base nel 2022), che rischiano di rappresentare un vero e proprio “paracadute d’oro”. Inoltre, i compensi totali attribuiti al CEO (EUR 21,95 milioni nel 2022) risultano decisamente eccessivi nel confronto con le pratiche retributive del Gruppo”.

TUTTI I NO DEL FONDO COMETA AL SETTORE BANCARIO

Altri no sono arrivati a UBS Group al voto consultivo sulla Relazione di Sostenibilità 2022 e all’esonero dalle responsabilità dei membri del Consiglio di Amministrazione e dell’Executive Board. Sempre restando in ambito bancario ha negato il consenso alla rielezione di Winnie Fox e Marcus Wallenberg, rispettivamente nei ruoli di Senior Advisor e Presidente del Consiglio di Amministrazione. Ha detto di “no” anche alle proposte del Banco Santander in materia di “Fissazione dell’importo massimo dei compensi variabili al 200% dei compensi fissi per alcuni dipendenti rilevanti” e sulla Relazione sulle Remunerazioni 2022. Sullo stesso argomento, la fissazione dell’importo massimo dei compensi variabili al 200% dei compensi fissi, ha detto “no” anche Caixbank. Altri due pesanti voti contrari sono arrivati per il gruppo Unicredit. Il primo sulla decisione del CdA di aumentare il compenso fisso dell’amministratore delegato Andrea Orcel, da 2,5 milioni di euro a 3,25 milioni (+30%). Il secondo al consultivo sui compensi corrisposti nel 2022: “L’analisi effettuata ha fatto sorgere serie preoccupazioni riguardo al rapporto tra compensi totali del CEO e salari e stipendi medi dei dipendenti del Gruppo, pari a 151x nel 2022, comparato con una media di 70,5 registrata tra le grandi società italiane lo scorso anno. Tale livello di diseguaglianza retributiva rischia di generare una sensazione di ingiustizia e demotivare i dipendenti, oltre a rischi di carattere reputazionale per il gruppo. Per questo motivo il Fondo ha votato contrariamente”.

TUTTI GLI ALTRI NO DEL FONDO COMETA

Il Fondo Cometa non ha “risparmiato” da votazioni contrarie anche atri importanti gruppi industriali. Sono arrivate votazioni contrarie a Campari in materia di remunerazione del management (l’ammontare dei compensi variabili del CEO, pari al 1174% del salario base), sulla proposta di assegnare “stock options a dirigenti che non siedono nel Board, per un valore complessivo pari a EUR 6 milioni” e non ha autorizzato l’acquisto di azioni proprie.  Sono piovuti no anche per la multinazionale Rio Tinto, la terza più grande società mineraria del mondo. Il Fondo Cometa ha detto no alla rielezione di Jakob Stausholm come Ceo e di Megan Clark come Presidente del Comitato di Sostenibilità, a causa di presunte violazioni dei diritti umani. “A ottobre 2022, Rio Tinto ha siglato un rilevante accordo con China Baowu Steel Group per la realizzazione di un impianto in Australia – scrive il Fondo -. China Baowu Steel Group è accusata da un recente report US di violazione dei diritti umani e sfruttamento del lavoro minorile. La Investor Alliance for Human Rights ha recentemente lanciato una campagna di engagement sullo sfruttamento del lavoro forzato di detenuti Huyguri e altri detenuti in “campi di rieducazione” nella regione dello Xinjiang”. Voto contrario anche alla Relazione sulle Remunerazioni 2022, al bonus annuale per i membri dell’Executive Committee e al bonus annuale complessivo per il Presidente del Consiglio di Amministrazione del gruppo Roche.

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