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Banche

Come la Fed si interroga sul futuro delle banche

L’intervento di Giuseppe De Lucia Lumeno, segretario generale dell’Associazione nazionale fra le banche popolari L’economia americana è “in forma” e vive la seconda più lunga espansione della sua storia. Tutti gli indicatori economici continuano, infatti, a indicare “bel tempo” e a segnare la tendenza verso l’alto. La crescita sembra solida, il mercato del lavoro verso…

L’economia americana è “in forma” e vive la seconda più lunga espansione della sua storia. Tutti gli indicatori economici continuano, infatti, a indicare “bel tempo” e a segnare la tendenza verso l’alto. La crescita sembra solida, il mercato del lavoro verso la piena occupazione e l’inflazione vicina agli obiettivi prefissati. Su questa onda positiva, il mese scorso, la Federal Reserve ha tenuto, a New York, una conferenza dal titolo “Governance and Culture Reform” alla quale hanno preso parte e sono intervenuti i vertici, oltre che della stessa Fed, del sistema bancario, finanziario e accademico di cultura anglosassone. La discussione della Conferenza parte dalla constatazione che proprio in questo situazione di crscita sia del settore finanziario sia, più in generale, di quello dell’economia, sarebbe utile, necessario e anche possibile interrogarsi su come ottenere un avanzamento in tema di cultura bancaria.

La crisi finanziaria e la conseguente recessione economica, negli Stati Uniti come nel resto del mondo occidentale, hanno gravemente eroso la fiducia spingendo i governi e i regolatori a mettersi rapidamente al lavoro per risolvere le principali carenze presenti nel quadro normativo con lo scopo di creare un solido quadro di risoluzione per proteggere, nello stesso tempo, sia l’economia che i soggetti economici in caso di fallimento di un’impresa di rilevanza sistemica. Per raggiungere questo obiettivo si è agito sugli aumenti di capitale e sulla richiesta di maggiore liquidità, condizioni, queste, finalizzate ad assorbire le perdite in tempo di crisi economiche e resistere così agli andamenti del mercato e a eventuali interruzione dei finanziamenti. Sono stati cambiamenti necessari per salvaguardare la solidità del sistema finanziario e garantire che le generazioni future non debbano subire il trauma economico come quello vissuto negli ultimi dieci anni e sono cambiamenti che hanno prodotto, allo stesso tempo, un regime normativo più solido con banche in grado di sopravvivere alle tempeste future, sempre possibili.

Se quanto delineato è la positiva cornice, l’invito che viene dalla Conferenza e che John Williams, il Presidente e Amministratore delegato delle Fed, ha reso esplicito nelle sue conclusioni, è quello di non lasciar farsi travolgere dalla convinzione di aver costruito una sorta “di fortezza” in grado di resistere a qualsiasi criticità, perché questo non basta. Il rafforzamento normativo e patrimoniale che è stato prodotto è, infatti, una condizione necessaria ma non sufficiente. Bisogna, al contrario, utilizzare questa situazione favorevole per affrontare il ben più complesso lavoro di ricostruzione della fiducia intervenendo direttamente e rapidamente sulla cultura bancaria.

Un impegno che richiede un lavoro lungo negli anni e Williams lo spiega con estrema chiarezza. La cultura è “softer”, più morbida rispetto ad altri fattori e quindi impossibile da quantificare con gli strumenti della finanza che tende a ignorare ciò che non può essere quantificato. Ma soltanto perché è difficile da misurare, non significa che vada ignorata o sottovalutata perchè la cultura è alla base di tutto, modella ogni decisione e ogni azione, ed è alla radice di ogni organizzazione, addirittura di ogni “conversazione”. La cultura è un investimento a lungo termine che richiede di essere realizzato come progetto con una forte e riconosciuta leadership e un’azione ad esso coerente. Williams trova, poi, nel dialogo aperto ed autentico, nei valori collettivi ben definiti e nella fusione tra collaborazione e innovazione, in un progetto mai finito ma sempre in continua evoluzione, i cardini necessari per affrontare, in maniera fruttuosa, il tema di una ricostruzione della cultura bancaria venuta meno negli ultimi trenta anni.

In questo senso, assicurare che i valori aziendali siano articolati e gli incentivi sempre perfettamente allineati con gli obiettivi strategici della banca; identificare, comunicare e mitigare i rischi in modo tempestivo ed efficace, affinché risparmiatori, soci e dipendenti si sentono direttamente e personalmente coinvolti nella vita degli intermediari finanziari, tornano ad essere linee guide fondamentali per proteggere le persone, le banche e l’economia da rischi, scandali e danni.

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