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Magneti Marelli

Fca e Magneti Marelli, ecco come Di Maio tampona Calenda su golden power

Botta e risposta non troppo felpato fra Carlo Calenda e Luigi Di Maio. Oggetto del contendere? Magneti Marelli. Ecco tutti i dettagli

Botta e risposta non troppo felpato fra Carlo Calenda e Luigi Di Maio. Oggetto del contendere? Magneti Marelli. Ecco tutti i dettagli

Da tempo l’ex ministro dello Sviluppo economico e l’attuale titolare del Mise si beccano e si rimbeccano: il caso Ilva in particolare li ha visti mediamente alla ribalta su fronti contrapposti.

Ma ora è un altro dossier a far divampare la polemica, seppure rimasta sotto traccia sui giornali.

Tutto nasce dal caso della vendita della società Magneti Marelli – definita da molti osservatori un “gioiello italiano nel campo della tecnologia” – al gruppo giapponese Calsonic Kansei (controllato dal fondo Kkr, qui l’approfondimento di Start Magazine sulla società giapponese).

L’ex liberista e neo progressista Calenda, il giorno stesso dell’annuncio da parte del gruppo Fca della cessione di Magneti Marelli, ha puntato il dito contro il governo: o meglio ha incalzato l’esecutivo ad esercitare la golden power per fermare l’acquisto di Magneti da parte di un’azienda extra Ue.

Ecco il tweet:

E altre considerazioni sul tema:

C’è chi ha fatto notare come questa linea di azione ora invocata da Calenda non fu seguita dallo stesso Calenda quando era ministro dello Sviluppo economico nel caso di Ntv acquistata fondo americano Global Infrastructure Partners (Gip).

Ma a smentire la tesi di Calenda è stato due giorni fa l’attuale titolare del dicastero di via Molise, Luigi Di Maio.

Rispondendo ad alcune interrogazioni parlamentari, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha rimbeccato Calenda: “L’esercizio della Golden power per alta intensità tecnologica è stata introdotta nell’ordinamento ad ottobre 2017, ma per quanto anche il mio predecessore ne invochi l’utilizzo, lui sa come sapete tutti che nonostante sia stata introdotta ad ottobre 2017, quando ci siamo insediati i regolamenti attuativi non erano stati adottati e quindi per questa ragione stiamo facendo l’ennesima corsa contro il tempo per adottarli e quindi per permetterne e valutarne l’utilizzo su dossier come questi”.

Non si è fatta attendere la controreplica di Calenda, sempre via Twitter:

ECCO LA RISPOSTA COMPLETA DI DI MAIO COME EMERGE DAL RESOCONTO DEL QUESTION TIME ALLA CAMERA DEL 24 OTTOBRE

Sulle ricadute occupazionali legate alla cessione di Magneti Marelli

La vicenda che sta interessando la Magneti Marelli, storica azienda italiana del settore automobilistico ed oggi controllata da FCA, non può essere classificata alla stregua di una crisi aziendale con immediate ricadute occupazionali, al contrario di altri casi come quello della Bekaert, per la quale grazie alla recente reintroduzione della Cassa integrazione per cessazione, che il governo ha reintrodotto, centinaia di lavoratori possono continuare a sostenere la loro famiglia e ad avere più di una speranza per il loro futuro.

La Magneti Marelli è una multinazionale con 7,9 miliardi di fatturato e 43 mila dipendenti presenti in modo capillare in oltre 20 Paesi.
La cessione societaria, in favore del gruppo Calsonic Kansei, che rappresenta uno dei principali fornitori giapponesi di componentistica per autoveicoli, non è motivata dalla scarsa redditività dell’azienda, ma da una scelta di politica industriale portata avanti dalla proprietà.

La vendita di Magneti Marelli, per ora, non preoccupa per quanto riguarda le ricadute occupazionali, ma è chiaro che il Ministero starà sempre all’erta, pronto a mettersi dalla parte dei lavoratori quando e se ce ne sarà bisogno.

Abbiamo ormai un meccanismo oliato per questi casi, che ha dato i suoi frutti con il salvataggio di tante realtà aziendali, ma che consente soprattutto a tutte le parti coinvolte di essere ascoltate. Nessuno deve sentirsi abbandonato o trascurato dallo Stato com’è accaduto troppo spesso. Convocheremo quindi appositi tavoli di confronto presso il Ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro alla presenza sia del nuovo gruppo societario che degli altri partner istituzionali, per garantire che il piano industriale predisposto per Magneti Marelli salvaguardi, in primo luogo, i livelli occupazionali di tutti quei lavoratori che hanno contribuito, insieme ai manager, a far grande questa azienda.

In questi giorni si è discusso anche dell’esercizio della Golden power e su questo voglio dare un’informazione al Parlamento ma anche a tutti coloro che ci ascoltano. L’esercizio della Golden power per alta intensità tecnologica è stata introdotta nell’ordinamento ad ottobre 2017, ma per quanto anche il mio predecessore ne invochi l’utilizzo, lui sa come sapete tutti che nonostante sia stata introdotta ad ottobre 2017, quando ci siamo insediati i regolamenti attuativi non erano stati adottati e quindi per questa ragione stiamo facendo l’ennesima corsa contro il tempo per adottarli e quindi per permetterne e valutarne l’utilizzo su dossier come questi.

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