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Ecco il piano del premier Conte per Autostrade in Cassa depositi e prestiti

Cdp spa o Cdp Equity. Sono le due ipotesi possibili nel caso Palazzo Chigi dia corso all'idea di mobilitare la Cassa depositi e prestiti (controllata dal Tesoro) per rilevare una quota da golden share di Autostrade per l'Italia

Cdp spa o Cdp Equity. Sono le due ipotesi possibili nel caso Palazzo Chigi dia corso all’idea di mobilitare la Cassa depositi e prestiti (controllata dal Tesoro) per rilevare una quota da golden share di Autostrade per l’Italia, la società del gruppo Atlantia-Benetton al centro del forcing governativo dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova.

CHE COSA MEDITA PALAZZO CHIGI SU AUTOSTRADE PER L’ITALIA

E’ infatti della presidenza del Consiglio, e non del ministero dell’Economia, di Cdp o del Movimento 5 Stelle, il piano allo studio di un intervento della Cassa in Autostrade per l’Italia (Aspi). Se ne sta occupando direttamente il premier Conte con il suo entourage.

LE INDISCREZIONI DI BLOOMBERG

A lanciare l’indiscrezione secondo cui il governo starebbe prendendo in considerazione l’ipotesi di un intervento di Cassa Depositi e Prestiti per rilevare una quota nel capitale di Autostrade è stata ieri l’agenzia Bloomberg, citando fonti vicino alla vicenda. Tuttavia – spiega l’agenzia – non è chiaro se la famiglia Benetton sia d’accordo con questa soluzione o se ci siano state già delle trattative. Il piano, comunque, sarebbe ancora nelle sue fasi preliminari.

LE IDEE DEL PREMIER CONTE

Sarebbe una mossa che rientra nella direzione di marcia di Palazzo Chigi illustrata dal premier: “La tutela degli interessi dei cittadini è la nostra massima priorità -ha detto ieri Conte in un’intervista al Corriere della sera – e ricorreremo a tutti gli strumenti giuridici che l’ordinamento ci pone a disposizione per difenderla”. Non frena sull’iter di revoca della concessione e sul contenzioso con Autostrade dice: “Ho pronta una contromossa”.

LA NOTA DEL MEF

Ma l’ipotesi di Cdp per rilevare una quota di Autostrade per l’Italia è stata ieri ridimensionata, se non smentita del tutto, da fonti del Ministero dell’Economia, definendola “senza fondamento”. Al Mef “non risulta che un’operazione del genere sia stata mai valutata”.

SCENARI E INDISCREZIONI

Resta da vedere ora se le idee che sono trapelate da Palazzo Chigi costituiscono solo una larvata e indiretta “minaccia” del governo nei confronti del gruppo Atlantia per indurlo a più miti consigli su investimenti, manutenzioni, lavori e modifiche alle concessioni autostradali nell’ambito di una strategia più complessiva oppure se l’intervento di Cdp evocato dalla presidenza del Consiglio sia funzionale nel piano di revoca/decadenza della concessione annunciato e ribadito dal premier.

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