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Perché Trump si è innamorato dei bitcoin

Per Trump i bitcoin non sono più una "truffa contro il dollaro": al contrario pensa che gli Stati Uniti debbano diventare la superpotenza delle criptovalute e arginare la Cina. L'ex presidente ha promesso una riserva nazionale di bitcoin e vuole silurare il presidente della Fed. Tutti i dettagli

Nel suo discorso alla Bitcoin Conference di Nashville, lo scorso sabato, Donald Trump ha promesso che istituirà una riserva nazionale di bitcoin se verrà eletto alle elezioni di novembre, suggerendo agli investitori di “non vendere mai” questa criptovaluta. Ha detto anche che licenzierà il presidente della Sec (cioè l’ente federale statunitense che vigila sulla borsa), Gery Gensler, nel suo primo giorno di mandato.

Dopo un calo iniziale a 66.814 dollari (-0,96 per cento), il valore del bitcoin è cresciuto fino a 69.796 dollari.

I BITCOIN E LA POLITICA NEGLI STATI UNITI

La Bitcoin Conference è il più grande evento al mondo sui bitcoin; oltre a Trump, gli organizzatori avevano invitato anche la probabile candidata del Partito democratico alle elezioni presidenziali, Kamala Harris, che però ha deciso di non partecipare. Il settore delle criptovalute è diventato un terreno politico e un bacino elettorale specialmente per i politici repubblicani, mentre i democratici sono generalmente più scettici.

Negli ultimi mesi anche lo stesso Trump si è avvicinato parecchio alla comunità crypto statunitense, addirittura presentandosene come il “candidato”. Se fino a qualche anno fa considerava i bitcoin “una truffa contro il dollaro statunitense”, oggi dice invece che gli Stati Uniti devono diventare la superpotenza mondiale delle criptovalute perché “se non lo faremo noi, lo faranno la Cina e gli altri”.

I BITCOIN SONO COME L’INDUSTRIA SIDERURGICA?

Secondo Trump, le criptovalute – che si basano su una tecnologia di crittografia chiamata blockchain e non sono regolate da autorità centrali, come governi o banche – plasmeranno il futuro, e vuole perciò che queste monete vengano generate (in gergo “estratte”, da mining) e coniate (da minting) negli Stati Uniti.

Le attività di mining richiedono computer dall’elevata capacità di calcolo e sono per questo particolarmente dispendiose sotto il punto di vista energetico. Gli Stati Uniti sono il primo paese al mondo per mining di bitcoin, con una quota del 35 per cento circa, seguiti dal Kazakistan (18 per cento), dalla Russia (11 per cento) e dal Canada (9,5 per cento). La Cina, un tempo al secondo posto nella classifica globale, ha vietato il mining nel 2021.

Trump ha detto che i bitcoin sono come “l’industria dell’acciaio di cento anni fa”, e per esaltarne ulteriormente il valore strategico ha aggiunto che un giorno potrebbero superare la capitalizzazione di mercato dell’oro, un bene-rifugio tradizionale e la base del sistema monetario per lungo tempo.

TRUMP CONTRO LE MONETE DIGITALI DI BANCA CENTRALE

Il candidato presidente ha poi promesso che non ci sarà mai una moneta digitale di banca centrale (come il progetto europeo per l’euro digitale) e che disporrà la commutazione della pena di Ross Ulbricht, il creatore del sito di e-commerce sul dark web Silk Road condannato all’ergastolo per riciclaggio di denaro, narcotraffico e hackeraggio.

UNA RISERVA STRATEGICA DI BITCOIN

Alla Bitcoin Conference Cynthia Lummis, senatrice del Partito repubblicano per il Wyoming e una delle principali sostenitrici delle crypto al Congresso, ha annunciato una proposta di legge per la creazione di una riserva strategica di bitcoin negli Stati Uniti.

Intervistata da The Block, Lummis ha dichiarato che “Bitcoin è una grande riserva di valore. Negli ultimi quattro anni o giù di lì è aumentato di circa il 55 per cento all’anno. Nello stesso periodo, il dollaro statunitense è diminuito di valore e l’inflazione è aumentata. Sarebbe quindi utile, a mio avviso, avere un bene che sostenga il dollaro statunitense e che cresca di valore invece di diminuire”.

La sua proposta è che il dipartimento del Tesoro americano acquisti 1 milione di bitcoin (il loro valore attuale è grossomodo di 68 miliardi di dollari) per un periodo di cinque anni, in modo da contrastare gli effetti del calo del dollaro. “Abbiamo una riserva strategica di petrolio. Custodiamo l’oro. Quindi l’idea di una riserva strategica utilizzata specificamente per ridurre il debito”, ha aggiunto Lummis, “risolve così tanti problemi che sembra quasi intrinsecamente ovvia, ma è comunque un grande passo”.

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