Continua il viaggio verso la nascita dell’euro digitale. Al momento è in corso la fase di preparazione, della durata di due anni, avviata ad ottobre 2023 dal Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. Allo stesso modo prosegue anche il dibattito fra esperti sui vantaggi per i cittadini e sui possibili rischi che derivano dalla tokenizzazione, ormai sempre più diffusa anche in ambito finanziario.
CIPOLLONE: SI VADA AVANTI, VANTAGGI PER I CONSUMATORI
Molto attivo su questo fronte Paolo Cipollone, membro del board della Bce da novembre 2023 in sostituzione di Fabio Panetta, che è responsabile del progetto per l’adozione dell’euro digitale. Durante un convengo in Consob sulla tokenizzazione di strumenti finanziari, lo scorso maggio, come riferito da Radiocor, Cipollone ha ricordato che Francoforte “sta lavorando alla terza serie” delle banconote in euro e ha precisato che l’avvento dell’euro digitale non significa lo stop del cash. Infatti, ha detto, serve a “mantenere la libertà dei cittadini europei di continuare a pagare con una moneta di banca centrale anche in epoca digitale” visto che “il cash non è funzionale a un’economia che si sposta verso la digitalizzazione”.
Nella stessa occasione l’economista italiano ha rilevato l’importanza di guardare oltre i confini europei, dove i pagamenti digitali sono in uno stato più avanzato: “Siamo in una specie di gabbia e non conosciamo quello che c’è fuori e quindi ci sentiamo a nostro agio”. In realtà, ha evidenziato, questa porterebbe una serie di vantaggi per i consumatori dell’Ue, a partire dal fatto che solo in pochi Paesi europei c’è un sistema di pagamenti nazionale mentre “negli altri girano solo circuiti internazionali” che sono extraeuropei, in particolare statunitensi, cosa che provoca pesanti ricadute per l’affermazione di un mercato europeo.
Un suo intervento recente sul tema si legge sul blog della Bce. “La maggior parte degli europei – ha scritto Cipollone – vuole mantenere il contante come opzione di pagamento e molti lo considerano una componente essenziale della propria libertà: è facile da ottenere, inclusivo, accettato da chiunque in tutta l’area dell’euro e offre il massimo livello di privacy. Non disporre ancora di uno strumento equivalente al contante per i pagamenti digitali rappresenta però un limite per la nostra libertà in un’era sempre più digitale”.
Il componente del board dell’Eurotower ha ricordato che “a volte nei singoli Paesi dell’area dell’euro – ha aggiunto – è possibile ricorrere a opzioni interne, come carte bancarie o portafogli digitali, per effettuare pagamenti elettronici nei negozi. Ma nella maggior parte dei casi queste soluzioni nazionali non sono disponibili. Spesso inoltre, anche se presenti, non consentono di effettuare acquisti online, dividere il conto tra amici o viaggiare nell’area dell’euro. Siamo quindi costretti a ricorrere a carte o soluzioni di pagamento elettronico non europee, che non sono peraltro sempre accettate, e a utilizzare molteplici metodi di pagamento”.
Proprio per far fronte a questa situazione Francoforte “sta lavorando a un euro digitale. Manteniamo il nostro pieno impegno nei confronti del contante, ma vogliamo che i suoi vantaggi siano sfruttati anche nel mondo digitale”. Infatti, ha chiarito, “un euro digitale offrirebbe ai consumatori un’ulteriore opzione di pagamento a complemento del contante. Sarebbero loro a decidere se utilizzarlo”. Peraltro l’euro digitale “al pari delle banconote, offrirebbe agli europei la libertà di utilizzare un unico mezzo di pagamento pubblico accettato in tutta l’area dell’euro per i pagamenti digitali nei negozi, nei siti di commercio elettronico o tra persone. Potrebbe anche essere utilizzato offline, rendendo possibili le operazioni in caso di copertura di rete limitata o di mancanza di energia elettrica”. In conclusione “sarebbe più di una semplice opzione di pagamento, riavvicinerebbe i cittadini europei in un mondo sempre più digitale e instabile. Renderebbe più facile la nostra vita, preservando al tempo stesso la nostra libertà di scelta”.
PANETTA: SERVE COOPERAZIONE TRA I PAESI
Di euro digitale da tempo si occupa anche il governatore di Banca d’Italia, Fabio Panetta, prima per anni all’Eurotower. In occasione del Summit sull’innovazione della Bri, a maggio, Panetta ha evidenziato l’importanza che i Paesi cooperino fra loro sul tema delle valute digitali per evitare “rischi di frammentazione”. Come riferisce Radiocor, il governatore ha ricordato che – quando era componente del board della Bce – “sono state raccolte le opinioni dei diversi stakeholder interessati” che chiedevano di affidare alle banche commerciali vigilate il ruolo di distribuire la moneta. E ancora: “Il 90% delle banche centrali sta valutando” le possibilità delle valute digitali, “le loro caratteristiche e soluzioni” per “evitare effetti collaterali indesiderati”.
Panetta non ha nascosto anche i possibili rischi che derivano dalla tokenizzazione, primi fra tutti quelli relativi alla cybersicurezza: per questo, ha sottolineato bisogna seguire “i vecchi valori” e avere “un quadro di regole” certo.
SAVONA: RACCORDARE EURO DIGITALE E CRIPTOVALUTE
Riflessioni sull’euro digitale, soprattutto in relazione alle criptovalute, anche dal presidente della Consob, Paola Savona, nel corso del suo intervento alla 50esima assemblea della Commissione.
C’è “un diretto interesse della Consob a conoscere come raccordare la contabilità dell’euro digitale con quella degli strumenti finanziari tradizionali e tokenizzati e verso dove si dirigerà l’architettura istituzionale della moneta e della finanza” ha detto Savona. Altrimenti, ha proseguito, “in assenza, la programmazione dell’attività delle autorità di sorveglianza e la redazione dei relativi bilanci sarebbero esposte alle variazioni di architettura istituzionale che si realizzano di fatto e di diritto a causa delle incessanti innovazioni tecnologiche introdotte dagli operatori più abili”.
PATUELLI: SERVONO LIMITI RIGOROSI
Infine, da parte di Antonio Patuelli, presidente Abi, una richiesta di attenzione alla Bce. Durante il suo intervento all’ultima assemblea dell’associazione, pochi giorni fa, Patuelli ha sottolineato che “l’euro digitale deve essere una diversa forma di circolazione dell’euro, regolamentata con rigorosi limiti”. Il numero uno di Palazzo Altieri non fa mistero di guardare a Francoforte: “Apprezziamo le iniziative della Bce per l’euro digitale come strumento di rafforzamento dell’economia e dell’autonomia della Ue, come antitesi al riciclaggio e ai monopoli delle Big Tech. L’euro digitale integrerà le attuali forme legali di pagamenti e dovrà evitare la disintermediazione bancaria; dovrà essere strumento innovativo, garantito dalla Bce, con la collaborazione intensa delle banche”.