Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti e probabile candidata del Partito democratico alle elezioni, non parteciperà alla conferenza di Bitcoin che inizia oggi a Nashville, in Tennessee, e alla quale era stata invitata a tenere un discorso. Ci sarà invece Donald Trump, candidato del Partito repubblicano: parlerà sabato 27.
LE PAROLE DI DAVID BAILEY (BITCOIN CONFERENCE) SU KAMALA HARRIS
David Bailey, amministratore delegato di Bitcoin Conference – il più grande evento al mondo su questa criptovaluta -, ha scritto su X che l’assenza di Harris “non è una sorpresa. Cosa può dirci”, ha proseguito, “quando sta attivamente imprigionando gli sviluppatori, costringendo il nostro settore a trasferirsi all’estero, attaccando la proof of work“, cioè il sistema che valida la creazione di nuova moneta. “Tutti gli occhi sono puntati su Trump adesso. La scelta è molto semplice”. A detta di Bailey, Harris avrebbe fatto bene a partecipare alla conferenza in modo da “reimpostare il posizionamento dei democratici sul blocco di elettori in più rapida crescita nel paese”.
Choice is simple really, Trump Pump or Biden Dump?
— David Bailey🇵🇷 $0.85mm/btc is the floor (@DavidFBailey) July 24, 2024
DONALD TRUMP, IL “CANDIDATO DELLE CRIPTOVALUTE”
La speranza del mondo crypto statunitense era che Harris – data la sua conoscenza dell’industria tecnologica della California, dove è nata e per la quale ha lavorato come procuratrice e senatrice – potesse dare maggiori attenzioni ai bisogni del settore delle criptovalute, di cui però non ha mai discusso granché in pubblico.
Al contrario, negli ultimi mesi Trump si è avvicinato molto alla comunità crypto, di cui egli stesso ha detto di essere il “candidato”. La sua campagna elettorale accetta donazioni in bitcoin, ether, dogecoin e solana e ha ricevuto finanziamenti milionari da alcuni dei principali investitori del settore. Fino a qualche anno fa, però, considerava i bitcoin “una truffa contro il dollaro statunitense”.
LA POLITICA DELLE CRIPTOVALUTE
Il settore delle criptovalute è diventato da tempo un terreno politico e un bacino elettorale, specialmente per i politici repubblicani, che vi si sono avvicinati parecchio. Cynthia Lummis, senatrice del Partito repubblicano per il Wyoming, è diventata una delle principali sostenitrici delle crypto al Congresso. Alla conferenza di Bitcoin ci sarà Vivek Ramaswamy, imprenditore e candidato alle primarie dei repubblicani, molto popolare nella comunità delle criptovalute: ha detto più volte di voler mettere fine alla “guerra alle cripto” di Biden e di voler garantire che i bitcoin e le altre monete vengano “estratte” (cioè generate) in territorio statunitense.
All’evento di Nashville sarà presente anche Robert F. Kennedy Jr., candidato indipendente alle elezioni presidenziali ma vicino ai repubblicani (benché abbia fatto parte del Partito democratico fino al 2023).
HARRIS SPEGNE GLI ENTUSIASMI?
In generale i democratici sono molto più scettici nei confronti delle criptovalute rispetto ai repubblicani, anche se di recente ci sono stati dei segnali di apertura: la campagna elettorale di Biden, ad esempio, aveva iniziato ad accettare donazioni in queste monete. Ad oggi, comunque, non sono emerse forti figure pro-crypto all’interno del partito. Kamala Harris aveva acceso qualche speranza dopo che l’imprenditore Mark Cuban – ex-proprietario della squadra di basket Dallas Mavericks e sostenitore dei bitcoin – aveva fatto sapere di essere stato contattato dalla vicepresidente per discutere di criptovalute. “Lo prendo come un buon segno”, aveva dichiarato Cuban.
KAMA CONTRO MAGA
Esistono delle criptovalute dedicate a Donald Trump (chiamata “MAGA”) e a Kamala Harris (“Kamala Horris” o KAMA); quest’ultima è cresciuta molto dopo la notizia del ritiro di Biden dalle elezioni presidenziali e del suo sostegno alla candidatura della vicepresidente.
La criptovaluta Kamala Horris si scambia intorno ai 0,029 dollari, mentre MAGA sui 5,3 dollari.