In casa Disney “tagliare” è la parola d’ordine da un po’ di tempo. Ha tagliato da tutte le parti, dal catalogo al personale, aumentato il costo degli abbonamenti e investito nell’intelligenza artificiale (IA). E non sembra aver intenzione di smettere, infatti, nonostante gli utili trimestrali abbiano superato le stime, la casa di Topolino ha ampliato il suo piano di riduzione dei costi di 2 miliardi di dollari.
LE CIFRE DELLE TRIMESTRALI
Dopo mesi difficili, gli utili trimestrali di Disney sono andati oltre le stime grazie ai profitti di ESPN+, alla continua crescita dei parchi a tema e all’aumento degli abbonati a Disney+. Tuttavia, si registra ancora il calo dei ricavi pubblicitari. Ieri comunque, dopo la chiusura, le azioni della società sono salite di oltre il 4%.
Nel dettaglio, l’azienda ha riportato un utile netto di 264 milioni di dollari, pari a 14 centesimi per azione, per il quarto trimestre fiscale conclusosi il 30 settembre, rispetto a un utile netto di 162 milioni di dollari, pari a 9 centesimi per azione, nel periodo dell’anno precedente.
I ricavi sono aumentati del 5%, raggiungendo i 21,24 miliardi di dollari, un valore appena inferiore alle stime, che prevedevano ricavi per 21,33 miliardi di dollari. Si tratta della seconda perdita consecutiva di ricavi per Disney e della prima volta dall’inizio del 2018.
I PUNTI FORTI DI DISNEY
Questo è anche il primo trimestre in cui Disney utilizza la sua nuova struttura di rendicontazione finanziaria, che segmenta la società in tre divisioni: intrattenimento, sport ed esperienze.
L’intrattenimento comprende tutte le attività di streaming e media di Disney, lo sport include ESPN e le esperienze racchiudono i parchi a tema, gli hotel, le linee di crociera e le attività di merchandising.
La divisione Disney Experience, sottolinea la Cnbc, ha registrato un aumento dei ricavi del 13% a 8,16 miliardi di dollari nel trimestre, grazie all’aumento delle presenze nei parchi e dei prezzi dei biglietti sia a livello nazionale che all’estero. I parchi, inoltre, rappresentano circa il 66% del fatturato totale di questa divisione.
DISNEY DIRÀ ADDIO ALLA TV?
Il calo registrato invece nelle entrate pubblicitarie è dovuto principalmente alla rete ABC di Disney e ad altre stazioni televisive di proprietà, che hanno riportato minori entrate pubblicitarie politiche nel trimestre. Non stupisce, quindi, che nel corso dell’estate l’amministratore delegato Bob Iger abbia dichiarato che la società potrebbe essere aperta alla vendita delle sue attività televisive.
Intanto, però, la società ha guadagnato 7 milioni di nuovi abbonati a Disney+ rispetto al trimestre precedente, portando il numero totale di utenti a 150,2 milioni. E anche l’attività di streaming ha ridotto le perdite rispetto all’anno precedente.
LA CURA “AGGRESSIVA” DI DISNEY PER SALVARE I CONTI
La stagione dei tagli intrapresa da Disney proseguirà ancora infatti l’azienda ha annunciato di voler continuare a “gestire in modo aggressivo” la propria base di costi, aumentando le misure di riduzione di altri 2 miliardi di dollari fino a raggiungere un obiettivo di 7,5 miliardi di dollari.
“Guardando al futuro, ci sono quattro opportunità chiave che saranno fondamentali per il nostro successo: raggiungere una redditività significativa e sostenuta nella nostra attività di streaming; trasformare ESPN nella piattaforma digitale sportiva più importante; migliorare la produzione e l’economia dei nostri studi cinematografici e accelerare la crescita della nostra attività di parchi ed esperienze”, è quanto dichiarato da Iger.