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Disney Licenziamenti

La crisi nera di Disney: dopo i tagli al personale tocca al palinsesto

La pay tv Disney perde dal proprio catalogo 12 film: i tagli sullo streaming dovrebbero permettere al colosso dell'intrattenimento risparmi tra il miliardo e mezzo e il miliardo e otto. Ma la situazione resta nera

Non si diradano i nuvoloni temporaleschi che rendono plumbeo il cielo sopra il castello fiabesco emblema della Disney. A fine marzo il Ceo di Disney Bob Iger aveva annunciato quello che tutti si aspettavano, ovvero che il Gruppo avrebbe dato di lì a poco il via al primo di tre round di licenziamenti che colpiranno in tutto, nel corso dell’anno, 7mila dipendenti del gigante dell’intrattenimento. Prima dell’estate, secondo indiscrezioni riportate da Variety, Disney inizierà un altro giro di licenziamenti, più grande del precedente. Fuori dalle porte del fiabesco castello questa settimana resteranno circa 4.000 dipendenti. I tagli sono previsti per le divisioni Disney Entertainment, ESPN, e Disney Parks, Experiences and Products.

STAGIONE DI LICENZIAMENTI IN DISNEY

In tutto il mondo, stando ai dati ripresi dalla CNN, Disney dà lavoro a 220mila persone (il dato è di ottobre 2022). Questo piano di licenziamenti andrà a colpire dunque il 3% e riguarderà vari comparti della Big Tech: la distribuzione Disney, i parchi divertimento e anche ESPN. I tagli avranno una ripercussione anche sulla produzione dei contenuti originali: la società ha annunciato di voler tagliare oltre 5 miliardi di dollari di costi, in cui sono appunto inclusi 3 miliardi per la parte creativa.

La notizia non sorprende e non soltanto perché sono mesi che le Big Tech stanno attuando piani di ristrutturazioni imponenti per ridurre i costi, ma anche in quanto Disney era stata costretta a procedere con licenziamenti già nella difficile stagione dei lockdown che avevano fermato i suoi parchi dei divertimenti.

IL TAGLIO DEI PALINSESTI DISNEY

Ma i tagli non si sono limitati al personale. Disney+ ha infatti appena rimosso altri dodici film dal suo catalogo, tra i quali uno molto recente, risalente al 2022 e, oltretutto, originale: Cheaper by the Dozen. Se siete abbonati saprete che non è il primo pacchetto di contenuti a essere tagliato.

  • Artemis Fowl
  • Better Nate Than Never
  • Black Beauty
  • Cheaper by the Dozen
  • Darby and the Dead
  • Flora & Ulysses
  • Hollywood Stargirl
  • Magic Camp
  • The One and Only Ivan
  • Stargirl
  • Timmy Failure: Mistakes Were Made
  • Wolfgang

Visti i titoli, nessuno ne sentirà davvero la mancanza, ma è difficile che tagliando l’offerta Disney possa riprendersi dall’emorragia di abbonati che l’ha portata a perdere 4 milioni di utenti sul piano globale, sebbene le perdite per la divisione streaming abbiano smesso di crescere al ritmo dell’ultimo periodo, riducendosi di circa il 26% a 200 milioni di dollari, con ricavi complessivi cresciuti del 13% a 21,8 miliardi di dollari, sopra le previsioni degli analisti.

Con questa manovra sui palinsesti, Disney punta a risparmiare tra il miliardo e mezzo e il miliardo e ottocentomila dollari già nel nuovo trimestre, dunque si prevede un taglio piuttosto netto ai contenuti in streaming. “Stiamo attraverso un processo di revisione dei contenuti sui nostri servizi digitali, in modo da allinearci con i cambi strategici decisi nel nostro nuovo approccio alla produzione”, aveva riferito il CFO, Christine McCarthy, durante l’ultima conferenza dedicata agli azionisti, ormai un mese fa.

IL RITORNO DI BOB IGER, MR SPENDING REVIEW

Del resto il ritorno ai vertici del 71enne Bob Iger in pieno autunno seguito alle dimissioni di Bob Chapek era stato determinato dal tentativo di risollevare le sorti della multinazionale statunitense. “Il consiglio di amministrazione – le parole espresse alla nomina di Iger -ha deciso che, di fronte a un periodo sempre più complesso di trasformazioni dell’industria, Bob Iger è particolarmente adatto a guidare la compagnia durante questo momento delicato”.

“Questa riorganizzazione porterà a un approccio più efficiente in termini di costi, coordinato e razionalizzato alle nostre operazioni”, aveva spiegato Iger durante una riunione finanziaria a febbraio. “Siamo impegnati a gestire le nostre attività in modo più efficiente, soprattutto in un contesto economico difficile. A questo proposito, stiamo puntando a 5,5 miliardi di dollari di risparmi sui costi in tutta l’azienda. In primo luogo, riduzioni dei costi non legati ai contenuti, per un totale di circa 2,5 miliardi di dollari al netto dell’inflazione. Per raggiungere questo obiettivo, ridurremo la nostra forza lavoro di circa 7.000 unità. Questo è necessario per affrontare le sfide che ci troviamo ad affrontare oggi. Non prendo questa decisione alla leggera. Ho un enorme rispetto e apprezzamento per il talento e la dedizione dei nostri dipendenti in tutto il mondo. Sono consapevole dell’impatto personale di questi cambiamenti”.

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