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Creval

Chi spinge Creval verso Crédit Agricole

Ecco chi spinge il Creval verso Crédit Agricole Italia. Nomi, numeri e commenti sull'Opa lanciato dal gruppo bancario francese sul Credito Valtellinese

 

Crédit Agricole Italia ha lanciato un’Offerta pubblica di acquisto volontaria sul 100% delle azioni Creval completamente in contanti a 10,5 euro per azione. Per Algebris, che ha subito comunicato la sua adesione all’Opa con la propria quota del 5,4% circa, si tratta di un’operazione “win-win”. Equita Sim, l’advisor della banca italo-francese, ha elencato 12 motivi per aderire all’Opa definendola una proposta “più unica che rara”. L’offerta ha incassato anche il consenso delle agenzie di rating Fitch e Dbrs, oltre a quello dei sindacati Fabi, Cisl e Uilca. In questo contesto il governo sta lavorando alla norma da inserire nella Legge di Bilancio per favorire le fusioni che potrebbe apportare al deal un beneficio fiscale di circa 400 milioni di euro.

Ecco tutti i dettagli i contrasti sull’Opa del gruppo francese Crédit Agricole sul Credito Valtellinese (Creval).

ALGEBRIS SOSTIENE OPA

Il fondo Algebris, che fa capo a Davide Serra, aderirà con la propria quota del 5,4% circa all’Offerta pubblica di acquisto volontaria lanciata da Crédit Agricole Italia sul Credito Valtellinese. In un’intervista al Sole24Ore Serra ha dichiarato che l’offerta della divisione italiana appartenente al gruppo francese è un segno di fiducia rispetto al lavoro fatto dal management del Creval e ha motivato il proprio ok immediato all’Opa spiegando che l’Agricole è l’Intesa Sanpaolo francese, è storicamente radicata nel territorio, ha azionisti di lungo periodo e un modello di business diversificato e sostenibile. Creval entrerebbe a far parte quindi di un gruppo solido e redditizio. Ancora, Serra ha evidenziato che tutte le banche oggi devono affrontare la sfida della digitalizzazione e quindi servono gruppi più grandi per fare investimenti. Nel complesso, per il numero uno di Algebris, l’Opa è un’operazione “win-win”: al Credito Valtellinese si dà una stabilità di medio lungo periodo, l’Agricole trova un ottimo partner.

EQUITA VEDE 12 MOTIVI PER ADERIRE A OPA PIU’ UNICA CHE RARA

Equita Sim, che nell’operazione è advisor della banca francese, pensa che l’offerta lanciata sul Creval sia interessante per almeno 12 ragioni: primo, la proposta “è molto generosa” dal momento che è caratterizzata da un premio di oltre il doppio rispetto a quello pagato nelle operazioni di M&A tra le banche italiane.

Secondo, gli esperti ritengono che un’offerta completamente in contanti sia “più unica che rara” e terzo per gli analisti non ci sono altri player nazionali che potrebbero permettersi di fare una proposta simile.  Equita Sim pensa che Crédit Agricole Italia rappresenti l’unico potenziale acquirente per il Creval: esclusi Intesa Sanpaolo e Unicredit, tutti gli altri potenziali offerenti subirebbero un impatto negativo elevato a doppia cifra sul Cet1 ipotizzando una proposta alle stesse condizioni rispetto a quella avanzata dalla divisione italiana del gruppo francese.

Il quarto motivo è legato alla possibilità che Creval da sola possa distribuire agli azionisti l’eccesso di capitale, probabilità sostanzialmente nulla. Quinto, Equita Sim ritiene che sul titolo del Credito Valtellinese ci sia un rischio di calo di oltre il 30% senza l’offerta di Crédit Agricole Italia. Il fatto di avere una banca estera storica come principale azionista (Crédit Agricole) ha aumentato l’appeal speculativo dell’Istituto di credito innescando un effetto positivo sui multipli di mercato a cui scambia l’azione Creval, un premio che senza l’offerta di Crédit Agricole Italia non sarebbe giustificato.

La sesta ragione menzionata da Equita Sim è che il Credito Valtellinese è relativamente più esposto al rischio Covid rispetto ai concorrenti. La banca è infatti esposta a prestiti ad alto rischio con impatto Covid, ovvero crediti forborne, unlikely to pay e moratorie, che rappresentano il 21% degli impieghi contro una media di settore del 14%. Il settimo motivo è legato invece alla rischiosità del portafoglio prestiti di Creval che resta sopra la media di sistema, mentre l’ottavo motivo è il Rote (Return on tangible equity) strutturalmente basso su base stand alone. Nono, prosegue Equita Sim, la distribuzione delle filiali del Creval è meno interessante visto che al sud è concentrata solo in Sicilia; decimo, l’offerta di Crédit Agricole Italia riflette il track record del management del Credito Valtellinese, valutando “più che adeguatamente i suoi sforzi”.

L’undicesima ragione è che nel medio termine Creval non può competere in un mercato in cui il consolidamento del comparto bancario italiano negli ultimi tre anni è aumentato rapidamente. Il posizionamento competitivo del Credito Valtellinese, con una quota di mercato dell’1,4%, potrebbe deteriorarsi sia in termini assoluti che relativi. Il dodicesimo motivo citato da Equita Sim è legato al fatto che gli obiettivi del piano del Creval sono sfidanti e per gli analisti difficilmente l’Istituto di credito riuscirà da solo a raggiungere i target di utile netto al 2021-2023.

PER JEFFERIES OPERAZIONE SENSATA E CON RISCHI LIMITATI

Jefferies ha giudicato l’Opa in modo positivo. Per gli analisti, infatti, l’offerta ha senso dal punto di vista strategico dal momento che consentirà di ottenere sinergie di costo e di ricavi e presenta un rischio di esecuzione limitato.

OPA INCASSA OK ANCHE DA FITCH

L’Opa incassa l’ok anche da due agenzie di rating: Fitch e Dbrs. La prima evidenzia il buon track record di Crédit Agricole nelle integrazioni di acquisizioni passate. Se l’operazione con il Creval fosse completata rappresenterebbe la seconda acquisizione esterna della divisione italiana appartenente al gruppo francese negli ultimi tre anni nel settore retail e commerciale dopo l’acquisto di tre piccole casse di risparmio regionali nel 2017. Il 21 dicembre 2017 Crédit Agricole Italia ha perfezionato l’acquisto, dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi-Schema Volontario del 95,3%, del capitale sociale di Cassa di Risparmio di Cesena, Banca Carim-Cassa di Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di San Miniato. Nel 2018 le tre Casse sono state integrate ufficialmente nel gruppo bancario Crédit Agricole Italia. Un percorso che si è concluso con la loro fusione nella capogruppo Crédit Agricole Italia e un pieno rilancio commerciale. Per l’agenzia di rating Fitch, Creval potrebbe migliorare la redditività di Crédit Agricole Italia (che attualmente è al di sotto del target 2022) attraverso le sinergie di fatturato. Il deal dovrebbe anche avere impatti positivi sulle sinergie di costo.

L’APPROVAZIONE DI DBRS

Si aggiunge Dbrs Morningstar, che si è espressa in modo positivo sull’Opa. L’agenzia di rating ha infatti affermato che l’operazione sarebbe positiva per il Credito Valtellinese e non ha escluso quindi un miglioramento del giudizio su Creval per riflettere i punti di forza di una nuova eventuale struttura azionaria.

IL CONSENSO DEI SINDACATI

Il possibile deal ha incassato anche il consenso dei sindacati. L’amministratore delegato di Crédit Agricole Italia, Giampiero Maioli, si è infatti preoccupato di rassicurare subito le sigle sindacali.

LE DICHIARAZIONI DELLA FABI

“Maioli mi ha detto che assumeranno giovani, che ci sarà un’attenzione particolare per il territorio e che l’impatto nelle zone dove opera Creval sarà positivo. Numeri di esuberi non ne ha fatti, verificheremo documenti alla mano come stanno le cose”, ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

LE AFFERMAZIONI DELLA CISL

Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, ha dichiarato che l’offerta annunciata da Crédit Agricole Italia sul Credito Valtellinese “sembra andare nella direzione giusta avendo come obiettivo quello di costruire una realtà fortemente radicata sul territorio. Si tratta di due banche complementari come presenza nelle diverse aree del Paese”. Colombani ha poi detto che “il comportamento del gruppo in Italia autorizza ad essere fiduciosi che l’operazione non sia diretta solo al consolidamento del sistema, ma abbia come obiettivo la creazione di valore per tutti gli stakeholder”.

IL COMMENTO DELLA UILCA

Il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, ha riferito che il deal “rientra pienamente nella direzione di un rafforzamento e di una concentrazione dei grandi gruppi bancari, in linea con il percorso già tracciato di recente da Intesa Sanpaolo e Ubi”.

IL GOVERNO FAVORISCE L’M&A BANCARIO

In questo contesto il Governo, intanto, continua a lavorare sugli incentivi fiscali per le operazioni di M&A, un beneficio che per il deal tra Creval e Crédit Agricole potrebbe valere circa 400 milioni di euro.

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