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Unipol

Come si muoverà Unipol fra Bper e Banco Bpm

Tutti i piani del gruppo Unipol su banche e assicurazioni. Le mire di Cimbri. Il peso in Bper. E i consigli di Mediobanca. Fatti, analisi e scenari

 

Le coop socie si stanno già sfregando le mani. Non appena sarà possibile, Unipol staccherà la cedola del 2019 ripagando gli sforzi degli azionisti che ne hanno sostenuto il processo di crescita con l’operazione Premafin-Fonsai.

I SUSSURRI DI MEDIOBANCA A UNIPOL

Secondo quanto riferisce un report di Mediobanca Securities dell’11 gennaio, la compagnia assicurativa guidata da Carlo Cimbri potrebbe distribuire fra i soci 0,56 euro per azione nel primo semestre del 2021, con un rendimento superiore al 14,5 per cento. Di qui la raccomandazione «outperform» per Unipol che ha promesso agli investitori di staccare 600 milioni di cedole fra il 2019 e il 2021.

COME SI MUOVERA’ UNIPOL NEL RISIKO

Intanto, Cimbri sta valutando le prossime mosse da fare per posizionarsi al meglio nel risiko bancario e assicurativo italiano. Tenendo ben in mente due punti fermi: da un lato, per la compagnia è fondamentale crescere in ambito assicurativo puntando su welfare, previdenza e vita, dall’altro per il gruppo è essenziale avere un ruolo di primo piano nelle grandi manovre bancarie.

LE ATTESE DI UNIPOL

Sul primo punto, a novembre, come emerge nel rapporto 2020 sviluppato da Unipol e The European House-Ambrosetti, la compagnia ha ben chiaro ciò di cui c’è bisogno per far crescere il mercato. E cioè un intervento del governo per introdurre una tassazione agevolata sui rendimenti accumulati e un aumento della flessibilità nella previdenza complementare. Due misure che creerebbero nuove opportunità di business per Unipol, che ha una forte presenza soprattutto nell’Rc auto.

IL PESO DI UNIPOL IN BPER

Più complesso il secondo punto, quello della riorganizzazione degli asset bancari. Dopo le nozze fra Unipol Banca e Bper, la compagnia di Cimbri è rimasta il primo socio con il 18,9% della banca guidata da Alessandro Vandelli. Ma Cimbri sa bene che Bper non può ballare da sola. Ha bisogno di una dimensione di scala che le consenta di stare sul mercato. Di qui il sostegno all’acquisizione di Ubi Banca da parte di Intesa Sanpaolo con Bper che ha rilevato una rete da quasi 500 sportelli (1,2 milioni di clienti) diventando il quarto polo bancario nazionale.

IL RISIKO DOPO MPS-UNICREDIT

La partita però non è finita. Tanto più che ci sono in corso le grandi manovre per la privatizzazione del Monte dei Paschi di Siena. Con tanto di potenziali nozze con Unicredit che renderebbero più concreto lo scenario di aggregazione fra Bpm e Bper. Comunque vada, resta il fatto che «Unipol (e UnipolSai) sono ben piazzate per trarre vantaggio dal futuro processo di consolidamento fra banche italiane di media dimensione», spiegano gli esperti di Mediobanca.

UNIPOL E LA DIATRIBA FRA CATTOLICA E BANCO BPM

Inoltre, secondo gli analisti di Piazzetta Cuccia, «altrettanto rilevante è il potenziale ruolo di Unipol nella disputa fra Banco Bpm e Cattolica» sulle joint venture Vera Vita e Vera Assicurazioni. Una vicenda da cui Unipol potrebbe trarre vantaggio in due modi. Innanzitutto, l’addio a Cattolica nella bancassurance consente a Banco Bpm di guardarsi attorno per identificare nuovi partner. Partner come Unipol, per l’appunto.

LO SCENARIO SU VERA

Infine, come rileva Mediobanca, nell’ipotesi in cui Banco Bpm trovi un accordo con Cattolica per l’acquisto della quota del 65% di Vera Vita, potrebbe materializzarsi un’ulteriore opportunità di crescita per Unipol. Banco Bpm potrebbe infatti poi cedere Vera Vita alla compagnia di Cimbri già nella seconda metà del 2021.

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