Il gruppo automobilistico Stellantis cederà una quota di maggioranza di Comau, azienda torinese di automazione industriale, al fondo statunitense di private equity One Equity Partners. Non sono stati resi noti i dettagli finanziari dell’operazione, che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno; sappiamo però che Stellantis resterà azionista di minoranza.
Attualmente Stellantis possiede il 100 per cento del capitale sociale di Comau, che ammonta a 48.013.959 euro.
LA QUESTIONE GOLDEN POWER
La settimana scorsa il ministero delle Imprese ha fatto sapere che si stanno svolgendo le valutazioni sull’applicazione del golden power – ovvero quei poteri speciali a cui il governo può fare ricorso per tutelare le imprese o le filiere considerate strategiche e rilevanti per l’interesse nazionali – sulla vendita di Comau a One Equity Partners.
A chiedere l’intervento del golden power “a garanzia del patrimonio industriale del nostro paese” è stata anche la Fim-Cisl, la federazione dei metalmeccanici; ma lo ha fatto anche Carlo Calenda, senatore e segretario di Azione, che ha paragonato l’operazione di Stellantis su Comau a quella su Magneti Marelli, venduta al gruppo giapponese Calsonic per 6,2 miliardi di euro: “una grossa parte di questi soldi”, spiegava Paolo Bricco sul Sole 24 Ore, “esce però da Fca perché nel 2019 gli azionisti si autoattribuiscono un ricco dividendo da 2 miliardi”. La fabbrica di Magneti Marelli a Crevalcore, vicino Bologna, è stata venduta lo scorso marzo a Tecnomeccanica al prezzo simbolico di 1 euro.
IL GOVERNO MULTERÀ STELLANTIS?
Stando a quanto riportato da La Verità e poi dal Corriere della Sera, il ministero delle Imprese potrebbe imporre a Stellantis una multa fino al 3 per cento del fatturato per via della mancata notifica dell’operazione su Comau al comitato del golden power. L’importo della multa si aggirerebbe sui 5 miliardi di dollari, ma secondo il Corriere si tratta “di un’estrema ratio, al momento un’ipotesi di scuola però non da scartare preventivamente”.
Il consulente legale di Stellantis è lo studio legale Chiomenti, di cui è partner il giurista Giulio Napolitano, figlio dell’ex-presidente della Repubblica. Napolitano assiste anche il gruppo statale cinese Weichai, azionista della società di cantieristica Ferretti, e la compagnia cementiera taiwanese Tcc, che ha lanciato un’offerta di acquisto totalitaria di Nhoa.
CHI SONO GLI AMMINISTRATORI DI COMAU
Il consiglio di amministrazione di Comau è composto da cinque membri. A presiederlo è il torinese Alessandro Nasi. L’amministratore delegato è Pietro Gorlier. I restanti tre membri, con la carica di consiglieri, sono l’italiano Giorgio Fossati e i francesi Arnaud Deboeuf e Philippe De Rovira.
Fossati, Deboeuf e De Rovira fanno parte dell’executive team di Stellantis: Fossati è consigliere generale, De Rovira è chief affiliates officer e Deboeuf è chief manufacturing officer.
L’accordo con One Equity Partners prevede che il management di Comau non venga modificato.
I RISULTATI ECONOMICI
Nel bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2023 Comau ha registrato un valore della produzione di 266.641.412 euro, contro i 208.487.998 euro del 2022. I costi sono ammontati a 278.431.267 euro, rispetto ai 236.029.740 dell’anno precedente.
Nel 2023 Comau ha riportato una perdita dell’esercizio di 12.732.177 euro, in diminuzione rispetto alla perdita di 60.235.599 dell’anno 2022.
L’utile dell’esercizio prima di imposte sul reddito, interessi e dividendi è stato in perdita di 16.202.126 euro nel 2023, rispetto alla perdita di 67.850.900 del 2022.
Al 31 marzo 2024 gli addetti dell’azienda risultano essere 845.
COSA FA COMAU
Comau progetta e costruisce “sistemi produttivi automatizzati principalmente per il settore automotive nonché di robotica sia per l’automotive che per la general industry”. Più nello specifico, realizza sistemi per l’assemblaggio della scocca, dei motori e delle trasmissioni dei veicoli, ma anche sistemi di lavorazione meccanica, robotica avanzata e tecnologie per la mobilità elettrica.
Nel 2023 il gruppo Comau ha acquisito ordini per 1 miliardo di euro, il 15,7 per cento in meno rispetto al 2022; la riduzione riguarda soprattutto le attività in Nordamerica. Il 41 per cento degli ordini è stato in Europa, il 28 per cento in Nordamerica e Centroamerica, il 27 per cento in Asia e il 4 per cento in Sudamerica.
Il 15 per cento degli ordini è relativo a società controllate da Stellantis e da Cnh Industrial (la società italo-americana del gruppo Exor che produce macchine per l’agricoltura e le costruzioni), mentre il restante 85 per cento è legato ad altri costruttori.
Al 31 dicembre 2023 il portafoglio ordini del gruppo Comau ammontava a 887 milioni di euro, il 5 per cento in meno su base annua. Relativamente a Comau SpA, il 94 per cento degli ordini è stato acquisito in Europa (di cui il 43 per cento in Italia) e il 6 per cento nel resto del mondo.
Nel 2023 la Comau ha sostenuto costi per ricerca e sviluppo pari a 22,7 milioni di euro (nel 2022 erano stati di 19,8 milioni), che rappresentano il 10,3 per cento dei ricavi (nel 2022 tale percentuale era superiore, dell’11,5 per cento).