Fsi punterebbe a entrare in Bancomat Spa. Anzi: la questione sarà sul tavolo del consiglio d’amministrazione della società guidata da Alessandro Zollo, in programma lunedì 25 luglio, ma solo con una prima informativa per i membri del board. Secondo indiscrezioni di stampa, il progetto sarebbe in gestazione già da alcuni mesi e rientrerebbe in un quadro più ampio di ristrutturazione.
LE INTENZIONI DI FSI
Fsi, che negli ultimi anni si è dato molto da fare rilanciando il software per le banche di Cedacri e investendo su Cerved, non avrebbe dunque ancora concretizzato il proprio interesse per Bancomat Spa e – stando a quanto scrive Milano Finanza – i colloqui sarebbero in fase preliminare. Di sicuro l’ingresso del fondo guidato da Maurizio Tamagnini si inserirebbe perfettamente nella sua strategia di investimento che tra gli obiettivi punta anche a fintech italiane ad alto potenziale. Il quotidiano economico ricorda che per statuto nessun socio di Bancomat Spa può detenere il controllo del consorzio e per questo da anni si discute di possibili operazioni sul capitale, tanto che in passato si era ipotizzato l’interesse di operatori di private equity.
L’agenzia di stampa Bloomberg, che per prima ha diffuso la notizia, riferisce che l’ingresso di Fsi potrebbe avvenire sia rilevando la quota di qualche socio sia attraverso un aumento di capitale.
Stando a Repubblica, poi, Fsi è convinta che puntare su Bancomat Spa possa essere un buon affare visto che – con una governance adeguata – ha interessanti opportunità di crescita magari affiancando pure nuovi servizi di pagamento come quello per i mezzi pubblici realizzato con il circuito Sia, ora controllata da Nexi. L’aumento di capitale da parte del fondo, comunque, sarebbe di piccola entità, pari a qualche milione di euro.
CHI È BANCOMAT SPA
Presieduta da Franco Dalla Sega, al 29 dicembre scorso Bancomat vantava 116 soci – tra cui Intesa Sanpaolo (31,55%), Unicredit (18,92%), Iccrea (11,2%), Banco Bpm (7,67%), Montepaschi (7,56%), Bnl-Bnp (5%), Bper (4,71%), Cassa Centrale (2,79%) – e 210 istituti aderenti ai circuiti Bancomat e PagoBancomat.
Nel 2021 la società ha messo a segno oltre 210 miliardi di transazioni grazie a 34 milioni di carte in circolazione e ha visto il fatturato crescere del 29% a 25,8 milioni di euro. Le operazioni con carta sono aumentate del 44%.
LA DECISIONE PENDENTE DELL’ANTITRUST SUL PROGETTO PER LE COMMISSIONI AGLI ATM
Nel frattempo è ancora sotto la lente dell’Antitrust il progetto relativo al servizio di prelievo di contante agli Atm convenzionati. All’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli Bancomat ha chiesto di valutare il “modello alternativo” che ha predisposto partendo dalle novità più importanti ossia l’abolizione della commissione interbancaria e il pagamento della commissione applicata al prelievo – da parte del consumatore – direttamente all’istituto di credito dove è collocato lo sportello automatico.
L’istruttoria, avviata il 1° dicembre 2020, avrebbe dovuto concludersi il 29 aprile scorso ma l’Authority ha comunicato di aver spostato al 31 ottobre prossimo la chiusura dell’istruttoria.
COME CAMBIA L’AZIONARIATO DI FSI
Tra l’altro c’è da registrare una novità nell’azionariato di Fsi. Cdp esce da Fsi Sgr guidata da Maurizio Tamagnini, ma resta come principale investitore del primo fondo Fsi con 500 milioni di euro di impegni finanziari. Cdp, attraverso Cdp Equity, deteneva infatti il 39% di Fsi sgr che è attiva nel settore del private equity in Italia. Ad acquistare la quota è stata la stessa Fsi sgr. La cessione è in linea con il piano strategico di Cassa spa, che ha introdotto la «razionalizzazione e rotazione delle partecipazioni esistenti una volta raggiunti gli obiettivi prefissati». La cessione del 39% del capitale di Fsi sgr ha avuto l’autorizzazione dalla Banca d’Italia. Fsi sgr (che ha finora archiviato un ritorno sul capitale investito di 2,4 volte) proseguirà ora il suo sviluppo come gestore indipendente e autonomo.