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Che cosa dice e non dice Generali su Mediobanca e non solo

Ecco che cosa emerge dalle risposte dei vertici di Assicurazioni Generali in vista dell'assemblea dei soci. L'articolo di Emanuela Rossi

“Mesi di acrimonia e divisioni sul futuro di Generali culmineranno questa settimana nell’assemblea degli azionisti”, ha scritto martedì scorso il Financial Times. Culmineranno, sì, ma occorre vedere se si riuscirà a mettere un punto alla disfida tra le due opposte fazioni belligeranti, quella di Mediobanca e dell’attuale board – guidato dall’amministratore delegato Philippe Donnet – e quella che ha il leader in Francesco Gaetano Caltagirone affiancato dal patron di Essilor-Luxottica, Leonardo Del Vecchio, e da Fondazione Crt. Intanto un assaggio dello stato d’animo dei soci del Leone si può avere leggendo le domande poste da alcuni di loro proprio in vista dell’assise e pubblicate – con le relative risposte – sul sito del gruppo.

SI RISCHIA UNA BATTAGLIA LEGALE?

Si diceva della possibilità di mettere un punto. Ecco, il dubbio arriva anche da alcuni azionisti i quali chiedono se una vittoria di misura possa innescare una battaglia legale o se la sconfitta dell’imprenditore romano possa portare a un affondo su Piazzetta Cuccia e quindi a un ribaltone a Trieste. “Il tema dell’Opa su Mediobanca non è mai stato all’ordine del giorno del consiglio di amministrazione”, sottolinea il Leone, mentre sul prestito titoli evidenzia che “gli azionisti legittimati hanno sempre il diritto di agire davanti al giudice competente per impugnare qualsivoglia deliberazione, ove ne ricorrano i presupposti”.

RAPPORTI CON MEDIOBANCA

Tema centrale di questi mesi e sullo sfondo degli scontri in atto è quello dei rapporti fra il gruppo assicurativo e Mediobanca. Generali coglie l’occasione per assicurare che “le vigenti procedure assicurano la correttezza delle relazioni con parti correlate, inclusa Mediobanca, e già prevedono regole più stringenti rispetto ai requisiti di legge allineandosi alle migliori pratiche di mercato”. Inoltre, le operazioni che hanno coinvolto Piazzetta Cuccia riguardano la “gestione finanziaria degli attivi” ossia “rientrano nell’attività ordinaria del gruppo” e “presentano un’incidenza non rilevante”.

I NUMERI DELL’ERA DONNET

Rimanendo in tema board, Generali evidenzia che sotto la guida di Donnet – che punta al terzo mandato – sono stati distribuiti dividendi per 8,2 miliardi e la capitalizzazione è salita a 29,5 miliardi mentre nel 2021 i costi della struttura centrale sono stati pari a 386 milioni.

L’AFFAIRE CIRINÀ

Alcuni quesiti non potevano non riguardare Luciano Cirinà, ex responsabile Austria e Centro Est Europa del gruppo e che ora “non ricopre più alcun incarico a favore del gruppo”, candidato da Caltagirone alla guida di un Leone sotto la sua egida. Generali ammette di aver appreso della sua candidatura il 15 marzo scorso “a seguito di articoli apparsi sulla stampa nazionale” e chiarisce che l’interruzione del rapporto di lavoro ha comportato la contestuale cessazione dei benefit correlati. La decisione di licenziare Cirinà, si legge, è motivata “dalla violazione degli obblighi di lealtà e dalla grave violazione di altri obblighi previsti dal contratto di lavoro”.

LE DOMANDE INEVASE

Le risposte fornite dal gruppo assicurativo mostrano una certa capacità nello slalom tra le domande più insidiose quali quelle sulle esposizioni dei principali soci e sulle operazioni con le parti correlate – su cui Generali rinvia alla relazione presente anche sul sito – o quelle sulle spese di rappresentanza dei dirigenti con responsabilità strategiche. No comment poi sulla richiesta di audizione di Donnet in commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario fissata al 15 aprile e poi spostata al 31 maggio.

BANCA GENERALI

Molti quesiti sono dedicati a Banca Generali, controllata del Leone che è quotata a Piazza Affari. Nei mesi scorsi le due fazioni si erano scontrate proprio sul futuro della banca e l’ipotesi di un’offerta di Piazzetta Cuccia per l’istituto di credito è stato uno dei motivi della rottura tra gli azionisti Caltagirone-Del Vecchio da una parte e Mediobanca e l’attuale board dall’altra. “Banca Generali è un asset importante per il gruppo grazie alle sue ottime performance” – si rileva – e il piano strategico “prevede lo sviluppo della banca”. Peraltro, rispondono da Trieste, Generali “non ha mai ricevuto proposte concrete per la cessione” e il tema di una fusione dell’istituto con Mediobanca “non è mai stato sottoposto all’attenzione del cda”.

ANTITRUST

Dal documento pubblicato sul sito del Leone si scopre che è “ancora pendente il processo d’impugnazione in sede giudiziale promosso da Generali Romania avverso una decisione dell’autorità antitrust rumena che aveva sanzionato 9 compagnie assicurative, tra cui la nostra controllata, per un asserito cambio di informazioni nel settore assicurativo RC auto” mentre pure fra gli azionisti c’è chi confonde l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) con l’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni (AGCOM). “A che punto sono le sanzioni comminate da Agcom?” è la domanda cui il gruppo risponde che nessuna sanzione è stata comminata dall’Agcom, se invece ci si riferisce all’Agcm, l’ultima “risale al 2015 e riguardava l’ambito delle gare per il trasporto pubblico locale”. Il provvedimento sanzionatorio è stato impugnato al Tar del Lazio che ha poi annullato la multa.

COSTI E INVESTIMENTI

Come di prassi in questo genere di domande, non potevano mancare le richieste sui costi sostenuti per diversi motivi. Anche stavolta si chiede di quelli per i valori bollati (Risposta: nel 2021 spesi 19mila euro) e di quelli per le assemblee (Risposta: nel 2020-2021 costo “sensibilmente inferiore” a causa delle riunioni a porte chiuse, prima si aggirava intorno a 1 milione di euro l’anno). Non si sorvola – è il caso di dirlo – neppure sulle spese per gli aerei privati (Risposta: 953 mila euro per vettori privati “per uso esclusivo dei vertici aziendali e per sole ragioni di servizio”) e su quelle per l’autovettura aziendale del presidente e dell’ad (Risposta: il valore del benefit è pari a 12mila euro circa). Dalle domande si viene a sapere che lo scorso anno il gruppo ha speso oltre 1,4 milioni per sponsorizzazioni e pubblicità, a fronte dei 720mila del 2020, a causa della celebrazione dei 190 anni del Leone. Inoltre si ricava che nel 2021 l’esposizione a titoli obbligazionari governativi è stata pari a 194,3 miliardi di cui 63 emessi dall’Italia.

Sul fronte degli investimenti in cybersecurity Generali dal 2017 a fine 2021 ha messo sul piatto circa 50 milioni a livello centrale e ha assunto 23 persone nella capogruppo per implementare i tre piani di trasformazione della sicurezza in tutti i Paesi in cui è presente.

I RAPPORTI CON LA RUSSIA

Tema di grande attualità è quello delle attività in Russia. Trieste ricorda di essere presente direttamente nel mercato di Mosca dal 2013, attraverso una quota di minoranza (del 38,5%) in Ingosstrakh ma sottolinea di non avere “alcuna influenza sull’attività operativa” e di aver deciso “di lasciare gli incarichi ricoperti nel board”. Inoltre sta portando avanti le procedure necessarie per chiudere l’ufficio di rappresentanza nella capitale e sta applicando le sanzioni internazionali che sono state emesse. Il Leone precisa poi che “condivide la ferma condanna espressa dall’Europa per l’invasione dell’Ucraina” e rinnova l’impegno “a donare 3 milioni di euro per supportare i programmi a favore dei rifugiati ucraini, inclusa una donazione all’UNHCR”.

LE DOMANDE DI DISTURBO

Non potevano mancare, come in tutte le assemblee che si rispettino – e come accaduto anche nella recente assise di Montepaschi – anche le domande bizzarre, poste artatamente per creare disturbo. Ecco quindi tornare la sempreverde “Il presidente crede nel Paradiso?” (Risposta: non è pertinente) e poi quelle sull’iscrizione a Confindustria, sui versamenti a partiti e fondazioni politiche, a politici italiani ed esteri, ai sindacati, sullo smaltimento irregolare di rifiuti tossici (Risposta: il gruppo opera nel rispetto delle normative di ogni Paese e ciò vale anche per la gestione dei rifiuti) per arrivare a “Come viene rispettata la normativa sui minori? (Risposta: Generali non assume minori alle proprie dipendenze).

Di disturbo, ma anche segno dei tempi, il quesito sull’esistenza di finanziamenti all’industria degli armamenti (Risposta: sono escluse dai propri investimenti proprietari delle società direttamente coinvolte nel settore delle armi il cui utilizzo viola fondamentali principi umanitari). Solo di disturbo, invece, domande come “Quanta Iva è stata evasa?”, “Sono state pagate tangenti dai fornitori?”, “Sono state pagate tangenti per lavorare in Cina?”, “Si è incassato in nero?”, “Si è fatto insider trading?”.

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