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direttiva due diligence aziendale

Chi rappresenterà gli agricoltori a Bruxelles?

In Europa il faro del mondo agricolo italiano è stato l'ex ministro prodiano Paolo De Castro, che però il Pd pensa di non ricandidare. La chance dell'imprenditore Garagnani e di Fratelli d'Italia. Che cosa si dice in Emilia-Romagna

I trattori sono progressivamente ritornati nei campi dopo settimane di proteste tra Bruxelles e le principali piazze italiane. Hanno portato a casa qualche risultato (su tutti, l’annuncio dello stop al regolamento assai restrittivo sui fitofarmaci della presidente della Commissione UE Ursula Von Der Leyen, sul quale pesava comunque la bocciatura dal Parlamento Ue). Nel frattempo l’opinione pubblica si è accorta che esiste (ancora!) un settore primario, peraltro di eccellenza nel nostro Paese, che non intende sottostare ai diktat europei. Nel mirino ci sono finite pure le associazioni professionali, accusate di non rappresentare adeguatamente la loro base sociale, ma Coldiretti, Confagricoltura e Cia hanno avuto buon gioco nel palesare le difficoltà dei contadini rivoltosi quando si è trattato di fare sintesi politica delle loro proteste. La proliferazione di sigle spuntate nelle ultime settimane non ha aiutato in questo senso.

TRA PROTESTE ED ELEZIONI EUROPEE

Detto ciò, ora che le proteste sono rientrate ma “l’allarme” (termine fin troppo abusato) è stato suonato più volte, ecco che i partiti si ritrovano con un mondo agricolo in larghissima parte agguerrito contro l’Europa, tra Green Deal e strategia Farm to fork declinata nei vari ambiti che – è questa la principale delle accuse – intendono limitare la capacità produttiva delle aziende.

Il cocktail quindi è servito: proteste degli agricoltori esplose, tema agricolo balzato agli onori delle cronache e divenuto patrimonio collettivo, elezioni europee alle porte. Si vota infatti tra meno di due mesi per eleggere i rappresentanti dei 27 Stati chiamati a comporre il Parlamento europeo, organo dai poteri ancora assai limitati, ma all’interno del quale le varie lobby hanno sempre un certo interesse a poter contare su uomini a loro vicini.

CHI RAPPRESENTA GLI AGRICOLTORI A BRUXELLES? SPUNTA GARAGNANI

Come si stanno organizzando quindi gli agricoltori per indirizzare il loro consenso in vista delle elezioni europee? Da questo punto di vista, una sorpresa c’è. E riguarda Guglielmo Garagnani, un nome nuovo nel panorama politico, proprio perché da lì non proviene. È lui, 53 anni, imprenditore agricolo bolognese, la sorpresa recente, al momento tra i più accreditati a rappresentare le istanze italiane del comparto primario a Bruxelles. Anche perché, almeno ad oggi, la ricandidatura dell’ex ministro Paolo De Castro in casa Pd sembra sfumata, essendo ormai in conclusione del terzo mandato. E questo nonostante l’ampio consenso che il professore prodiano è sempre riuscito a coltivare nel mondo agricolo.

Guglielmo Garagnani invece ha scelto Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni e del cognato-ministro all’Agricoltura e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida. Anzi, stando a quel che ha detto il diretto interessato, è stato proprio il partito a cercarlo proponendogli di scendere in campo. Laurea in Scienze Agrarie, prima impresa agricola nell’Appennino bolognese avviata all’età di 24 anni, Garagnani nel 2009 – nemmeno quarantenne – diventa presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna e successivamente di Confagricoltura Bologna per dieci anni (incarico lasciato anzitempo di recente proprio a motivo della candidatura). Le sue attività agricole spaziano dai cereali alla barbabietola da zucchero fino all’agriturismo, ma è pure allevatore e socio di un caseificio cooperativo che produce latte per la trasformazione nel celebre Parmigiano Reggiano, di cui è vicepresidente del Consorzio. Insomma, il pedigree non gli manca.

IL DEBUTTO AL FIANCO DEL VICEMINISTRO BIGNAMI

Per il suo debutto con la stampa bolognese, Garagnani si è fatto accompagnare da quello che ha definito “un amico sin dai tempi del liceo”, ossia il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, plenipotenziario meloniano sotto le Due Torri e in Emilia-Romagna. “Condivido gli obiettivi del Green Deal Europeo ma ne critico con determinazione i tempi e i modi di applicazione, figli di un falso ambientalismo scollegato dalla realtà – ha tuonato Garagnani per l’occasione, sottolineando la sua opposizione “alla criminalizzazione che è stata fatta dell’agricoltura nei confronti dell’opinione pubblica dipingendo i produttori come avvelenatori della terra e del cibo”. “L’idea di un’Europa come novello Giardino dell’Eden è idilliaca e da respingere nel momento in cui relega gli agricoltori a meri custodi di questo Giardino, mentre il loro compito primario è quello di produrre, semmai essendo aiutati a farlo in maniera sempre meno impattante per l’ambiente che loro per primi vogliono proteggere”. Insomma, produrre non è peccato va ripetendo, cercando il consenso degli agricoltori e non solo, anche perché di preferenze per ottenere un seggio a Bruxelles ne serviranno parecchie.

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