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British Telecom

British Telecom Italia, assolta in appello l’ex direttrice generale

La Corte d’Appello di Milano ha assolto la ex direttrice generale di British Telecom Italia, Stefania Truzzoli. Truzzoli era stata condannata a un anno in primo grado con rito abbreviato nell’inchiesta della Procura di Milano su 20 manager di BT per presunte irregolarità contabili. In particolare, le ipotesi di reato riguardavano il falso in bilancio…

La Corte d’Appello di Milano ha assolto la ex direttrice generale di British Telecom Italia, Stefania Truzzoli.

Truzzoli era stata condannata a un anno in primo grado con rito abbreviato nell’inchiesta della Procura di Milano su 20 manager di BT per presunte irregolarità contabili. In particolare, le ipotesi di reato riguardavano il falso in bilancio per 220 milioni di euro e false fatturazioni per 57 milioni nei bilanci 2013-2016.

La top manager, difesa in Appello dall’Avvocato Giovanni Paolo Accinni, era già stata assolta in primo grado per il reato di frode in pubbliche forniture. Inoltre, il Tribunale del Lavoro aveva già annullato il licenziamento di Truzzoli.

ASSOLTA TRUZZOLI IN APPELLO

La seconda sezione della Corte d’Appello di Milano ha assolto Stefania Truzzoli, ex direttrice generale di British Telecom Italia, dal reato di false comunicazioni sociali, commesso in concorso con altri.

Inoltre, il Tribunale del Lavoro aveva già annullato il licenziamento di Truzzoli, difesa da Giovanni Accinni. La top manager, difesa nel rito abbreviato dall’avvocato Francesco Arata, era già stata assolta per il reato di frode in pubbliche forniture.

La difesa ha chiarito “l’estraneità di Truzzoli da qualunque processo aziendale che le consentisse di influire in maniera fraudolenta sulla redazione del bilancio di BT Italia, alterandone la veridicità” si legge su legalcommunity.

L’INCHIESTA DI BRITISH TELECOM ITALIA

“L’Autorità Giudiziaria — spiega il comunicato di Axerta — aveva sottoposto ad indagini il management italiano di British Telecom per reati societari connessi a doppie fatturazioni e a triangolazioni commerciali fittizie, commessi in concorso con un ristretto gruppo di fornitori, ovvero a transazioni economiche a valori sovrastimati. Queste presunte irregolarità contabili erano finalizzate ad incrementare artificiosamente il valore dell’Ebitda di BT Italia […]. Il falso in bilancio di BT Italia era stato inizialmente determinato nell’ordine di 530 milioni di sterline, cioè quasi 610 milioni di euro, ma in seguito ridimensionato ad importi più limitati”.

L’INDAGINE PARTITA DAL 2017

Infine, nel 2019 La Stampa, spiegava che l’inchiesta parte da lontano da quando, nel gennaio del 2017, l’ex amministratore delegato Gavin Patterson, denunciò presunte irregolarità contabili per le attività della British Telecom Italia. La controllata italiana tra il 2008 e il 2014 aveva registrato perdite ogni anno fino ad arrivare alla cifra complessiva di 242 milioni di euro. Dal 2015 sembrava esserci una risalita, con un utile di 1,6 milioni. Ma nell’esercizio successiva aumentò fino a 35,5 milioni.

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