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Bcc, che cosa celano le dimissioni di Magagni da Iccrea

Con una lettera inviata agli organi sociali di Iccrea Banca, Giulio Magagni ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente. Ecco i perché e i retroscena

Dimissioni non troppo a sorpresa in casa di Iccrea. Il presidente Giulio Magagni ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente del Cda dell’Istituto.

Presidente della Capogruppo Iccrea Holding dal 2003 e poi della nuova Capogruppo, Iccrea Banca, dal 2016, Giulio Magagni ha guidato il sistema di società di secondo livello e il progetto di costituzione del gruppo bancario cooperativo previsto dalla riforma del 2016, fino al compimento di tutti gli atti necessari al suo avvio operativo.

CHE COSA HA DETTO MAGAGNI

Giulio Magagni ha dichiarato: “L’assemblea del 10 gennaio scorso, che ha approvato le modifiche allo statuto di Iccrea Banca e ha lanciato l’operazione di aumento di capitale, dà finalmente avvio alla fase esecutiva del Gruppo bancario cooperativo Iccrea che in questi anni ha assicurato a tutto il Credito cooperativo supporto e sostegno nei momenti complessi, dotandolo di strumenti innovativi e soluzioni utili, oltre che redditizie. I continui interventi di miglioramento organizzativo, finalizzati a incrementare il supporto alle Bcc e a far crescere costantemente il valore creato sia in termini economici, sia in termini di attività operative e di capitale investito, hanno consentito al Gruppo bancario Iccrea di trovarsi pronto di fronte alla sfida posta dalla riforma”.

I RINGRAZIAMENTI DI MAGAGNI

“Ritengo che si possa essere soddisfatti del lavoro fatto da questo Gruppo grazie ai molti professionisti cresciuti al suo interno e a quelli di cui si è dotato nel corso del tempo. Di questo impegno e di questi risultati dobbiamo essere tutti grati ai collaboratori che hanno sempre risposto in maniera fattiva e costruttiva. Ora si apre una nuova fase che necessita un incisivo approccio industriale. Si tratta di una sfida che il Credito Cooperativo deve saper cogliere, dimostrando la capacità di superare schemi legati al passato, restando comunque legato ai valori della cooperazione e del sostegno ai territori”. Con questo auspicio, Giulio Magagni ha ritenuto di rassegnare le proprie dimissioni dal Consiglio di Amministrazione di Iccrea Banca e quindi dal ruolo di presidente del gruppo bancario Iccrea.

I MOTIVI DELLE DIMISSIONI

C’è anche un riassetto di pesi e di poteri nella galassia Bcc che aderisce a Iccrea dietro le dimissioni di Magagni: “Il passo indietro era atteso anche come conseguenza dell’ingresso nel gruppo bancario di Iccrea di alcune bcc di peso. Le bcc più forti, in particolare quelle milanesi e quelle piemontesi, chiederanno una maggiore rappresentanza all’interno degli organi sociali del gruppo”, ha scritto Mf.

I PROSSIMI PASSI DI ICCREA

In base all’articolo 20 dello statuto sociale di Iccrea la posizione sarà coperta dal vice-presidente vicario, Giuseppe Maino, attuale presidente della bcc di Carugate. Sarà lui, in questa fase, a interloquire coi soci in vista dell’aumento di capitale da 250 milioni già annunciato da Iccrea. E, di conseguenza, il banchiere si profila come candidato forte in vista del rinnovo del board e quindi della presidenza, previsto come detto ad aprile.

LE MOSSE DI MAINO SU ICCREA

In attesa di conoscere i nuovi volti della governance di Iccrea sarà il vicepresidente vicario Maino a trattare coi soci in vista delle importanti operazioni che il gruppo ha avviato. Maino nelle prossime settimane sarà anche chiamato a mettersi in relazione con Cassa Centrale Banca. La capogruppo trentina delle bcc e le banche affiliate detengono circa il 23% di Iccrea: una questione che andrà risolta in tempi brevi.

LO SCENARIO PER ICCREA

Come sarà la nuova governance? Le liste saranno presentate dal cda in carica e dai soci che, congiuntamente considerati, detengono una quota del capitale almeno pari al 15%. Il cda sarà a 15 membri. Ciascuna lista deve contenere quindi l’elenco dei candidati: 10 amministratori scelti fra quelli delle banche affiliate, quattro amministratori in possesso dei requisiti per poter essere qualificati come «non esecutivi» e «indipendenti» e un amministratore in possesso dei requisiti di indipendenza. Ciascuna lista deve poi contenere l’indicazione di tre sindaci effettivi e di due supplenti, ha ricordato Mf/Milano Finanza.

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